Tutti i nuovi Zeiss Milvus alla prova: l'occhio del nibbio

Tutti i nuovi Zeiss Milvus alla prova: l'occhio del nibbio

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Zeiss ha recentemente creato una nuova famiglia di "prime" ad alte prestazioni per reflex 35mm: Milvus. Comprende un grandangolare 21mm da paesaggio, un 35mm da reportage, due obiettivi da ritratto 50mm e 85mm, e due "macro", 50mm e 100mm: Li abbiamo messi tutti alla prova, su un banco impegnativo come la EOS 5Ds.”

Manual focus?

Dato che tutti gli obiettivi di questo gruppo sono rigorosamente a messa a fuoco manuale, affrontiamo questo "elefante nella stanza" a monte di tutto. Quanto impatta l'assenza dell'autofocus nell'utilizzo pratico?

Iniziamo col precisare che l'assenza del motore di messa a fuoco non implica l'assenza di comunicazione elettronica tra obiettivo e corpo macchina, e non impedisce l'utilizzo della conferma di messa a fuoco, che è una funzione propria del corpo macchina. A seconda del modello in uso e delle impostazioni, se lo si desidera si riceve un segnale all'interno del mirino quando la distanza di messa a fuoco coincide con quella del soggetto nel punto AF selezionato. Questo risolve il problema dell'assenza, sulla quasi totalità delle reflex attuali, di schermi di messa a fuoco (anche opzionali) che possano essere di ausilio al MF, come ad esempio quelli a microprismi.

Ovviamente, la velocità operativa ne risente. Per questo, l'impatto della messa a fuoco manuale è diverso a seconda dell'obiettivo utilizzato.
Per il Milvus 2.8/21, un obiettivo dedicato al paesaggio e alla fotografia di interni, la presenza o meno dell'autofocus è del tutto ininfluente. In questi scenari, c'è tutto il tempo di regolare manualmente il punto di messa a fuoco, a maggior ragione nel caso una composizione "meditata" con fotocamera su cavalletto.

Valutazioni analoghe valgono per il 2/35. In questo caso parliamo di un obiettivo indirizzato prevalentemente al reportage, un genere in cui la tecnica della distanza iperfocale è di utilizzo comune.

Altro caso teoricamente favorevole alla messa  a fuoco manuale è data dai 2 obiettivi macro. Anche nella macrofotografia, infatti, è prassi comune utilizzare la messa a fuoco manuale. Questo però vale solo nella macrofotografia. Un medio tele f/2 potrebbe, in teoria, essere ben sfruttato in altri ambiti, dal ritratto alla fotografia sportiva indoor ... in quest'ultimo scenario, evidentemente, la mancanza dell'autofocus risulterebbe estremamente penalizzante.
Per i 2 obiettivi f/1.4, vale a dire il 50mm e l'85mm, il giudizio dipende dallo scenario. Se si considerano obiettivi puramente da ritratto, della messa a fuoco si può anche fare a meno. Se, viceversa, si intende fare di loro un utilizzo più ampio, la messa a fuoco manuale risulterà probabilmente un limite.