La tecnologia ci ha abituato ad un progresso graduale, che possiamo osservare fra le diverse generazioni dei vari dispositivi che man mano si affacciano sul mercato. Oggi vede la luce Sony Alpha 7 V, mirrorless full frame molto attesa, che abbrevieremo in A7 V in questo articolo, per comodità. Sony, estremamente timorosa di leak, rilascia pochissime informazioni prima della presentazione ufficiale, motivo per cui questo articolo deve essere considerato come un primo contatto, a cui ne seguiranno altri per dettagli tecnici maggiori. Sony ci ha fornito però un kit per qualche giorno con cui saggiare le potenzialità in anteprima e quello che segue sono le impressioni della nostra esperienza.

La domanda che molti appassionati si pongono è bene o male sempre quella: cosa cambia? Progresso a piccoli passi o a grandi balzi? Una doverosa premessa: non abbiamo scattato foto alla ricerca del miglior risultato possibile, quanto per sondarne le nuove caratteristiche e i limiti. Se vedete un ISO un po' troppo alto o fotografie fatte a mano libera quando è ovvio che in situazioni normali si scatterebbe in altro modo, c'è un perché.

Cercheremo di incuriosirvi subito con i tratti più connotanti della nuova Sony A7 V: sensore da 33Mpixel partially stacked, sempre phase detection a 749 punti distribuiti sul 94% della superficie (come la A7 IV), raffica da 10fps con shutter meccanico e ben 30fps in elettronico, stabilizzazione in camera da 7,5 stop, nuovo processore Bionz XR2 con chip AI dedicato, pre capture e altro ancora. Iniziamo.
Sensore da 33Mpixel partially stacked, 30 fps
I sensori partially stacked un po' li conosciamo già: li abbiamo già trovati sulla Nikon Z6 III e anche nella Panasonic Lumix S1II, sebbene con 24Mpixel. Sony esordisce con un partially stacked da 33Mpixel (da ben 16 stop di gamma dinamica), che porta in dote diverse novità rispetto a qualsiasi altra Sony A7 precedente. Un piccolo passo indietro. Gli ottimi sensori BSI CMOS hanno sempre puntato più sulla qualità di immagine che sulla velocità pura di fps ma anche di autofocus (benché i "limiti" siano comunque molto alti rispetto alle fotocamere del passato). Per andare ben oltre ci sono i sensori fully stacked, velocissimi nella cattura dei dati e nell'autofocus, adottati su fotocamere di rango superiore come le A9 e A1, giusto per restare in casa Sony.
Il nuovo trend per le prosumer sembra però arrivato ad una consacrazione ufficiale proprio con Sony A7 V, con l'utilizzo di un sensore partially stacked. Se nelle fully stacked molta circuiteria è a contatto diretto e in più strati sul die del sensore, tutto è estremamente più rapido proprio per quello. Il nuovo partially stacked incorpora parte della circuiteria ma non la DRAM e altre componenti. Siamo stati volutamente superficiali per non fare un trattato sui sensori: lo scopo è mettere chiunque nella condizione di capire le differenze a grandi linee. La conseguenza è che un sensore partially stacked ha molti dei pregi dei fully stacked, su tutte la velocità sotto vari aspetti di cui fra poco parleremo, senza averne però i costi, altissimi. Certo non li regalano, ma la strada sembra tracciata per le consumer premium.
Fino a 30 scatti al secondo, pre capture
I dati di targa parlano chiaro: conseguenza dell'adozione del sensore partially stacked è un drastico passo avanti nelle "raffiche", con 10fps con otturatore meccanico e ben 30fps con otturatore elettronico, mantenendo la possibilità di registrare file RAW a 14 bit. Qualcosa di mai visto su una A7. Non solo: parliamo di 30fps a fuoco, perché questo sensore permette fino a 60 letture AF AE al secondo. Con questo potenziale entra in scena un buffer di maggiori dimensioni rispetto ad A7 IV, in grado di memorizzare 185JPEG oppure 85 RAW + JPEG senza interruzioni, ovviamente con le impostazioni qualitative massime. Se fino ad oggi c'era chi considerava le Sony A7 "buone un po' per tutto", scegliendo macchine di rango superiore per sport, foto in movimento, natura, red carpet e altro ancora, oggi possiamo affermare che A7 ha messo i piedi nel campo della A9 e ne parleremo ancora nelle considerazioni finali.
Da citare è anche la funzione pre capture: alla pressione a metà del tasto di scatto, con cui attivare autofocus ed esposizione per intenderci, la macchina effettua alcuni scatti preventivi. Esempio: state inquadrando un martin pescatore fermo su un ramo e vola via prima di scattare? Avrete comunque qualche foto. Un tema che approfondiremo in un secondo momento, ma è una delle funzionalità nuove della A7 V.
Il mirino elettronico EFV mantiene la stessa risoluzione e lo stesso ingrandimento della generazione precedente, un OLED da 3,68 milioni di punti con fattore 0,78×, ma beneficia di un miglioramento visivo complessivo, segno di un affinamento dell’ottica interna e del trattamento del display. Novità non indifferente è che è privo di blackout.
Bionz XR2 e chip AI
A parità di Mpixel del sensore rispetto ad A7 IV, ma con un una mole di informazioni da gestire triplicata (nello scenario più gravoso), Sony adotta un processore d'immagine di nuova generazione, Bionz XR2, con una potenza di calcolo superiore pur consumando meno. Non abbiamo alcuna informazione aggiuntiva, per ora, ma ipotizziamo un processo produttivo di dimensioni inferiori, oltre ad altre migliorie. Fa il suo esordio anche un chip AI dedicato su cui occorre soffermarsi perché promette diverse cose, per tutti.
Lo scopo primario è quello tipico: garantire ottimi file finali già in camera, minimizzando eventuali azioni in post produzione. Sony afferma chiaramente di aver pensato ai creator, che magari non provengono da un background fotografico puro (ma anche come video maker), ma possono contare su immagini e video già di livello professionale. Ma non solo per loro, sia chiaro: questo chip si fa carico anche di un bilanciamento del bianco estremamente raffinato e preciso, che non è mai andato in crisi durante i nostri test. Siamo consapevoli che l'acronimo AI farà alzare gli occhi al cielo a molti puristi e ai professionisti, ma anche su questo tema rimandiamo le considerazioni a fine articolo. Possiamo anticipare che l'ampliamento delle potenzialità della nuova forocamera Sony viene incontro sia a chi ne sa meno, sia ai pro viste le nuove specifiche.
Da 5 modalità RAW a 2, via il tasto personalizzabile C5

Sony ha deciso inoltre di ridurre da 5 a 2 le tipologie di file RAW, poiché in base a studi condotti alla fine la quasi totalità dell'utenza ne usava solo uno. Perde Uncompressed RAW, sostituito da una modalità Lossless compressed, più un secondo di minori dimensioni finali. Lossless compressed sembra un ossimoro, ma Sony garantisce che nessuna informazione utile viene persa rispetto all'uncompressed RAW, ma con un file leggermente meno pesante. La nuova Sony A7 V perde anche il tasto personalizzabile C5, posto solitamente nella parte frontale della macchina. Non ci sono stati indicati in questo caso i motivi.
Stabilizzazione in camera, ora è 7,5 stop dichiarati
Se già erano notevoli i 5,5 stop della A7 IV, che a sua volta aveva aumentato di mezzo stop rispetto alla A7 III, il balzo è netto con la nuova A7 V, dichiarata per 7,5 stop che sono un'enormità. In abbinamento agli eccellenti obiettivi forniti da Sony in dotazione con la macchina, il 24-70mm F2.8 II e 70-200 F.2.8, ha permesso di eseguire scatti impensabili fino a qualche anno fa, con una macchina del genere e a mano libera. Volutamente a mano libera, meglio ripeterlo, proprio per capire fin dove ci si può spingere.

Scarica il file JPEG 21,2MB -
Scarica il file RAW - ERW 39,9MB
In questo scatto abbiamo usato un tempo di 0,6 secondi, portando a casa un risultato accettabile senza appoggiarsi a nulla, proprio a mano libera come se fosse uno smartphone. Una situazione da 4 stop pieni guadagnati, con grandi margini di miglioramento con pochi accorgimenti, ma era proprio la ricerca del limite lo scopo dello scatto. Nessun intervento in post produzione, con cui si recuperano di molto i problemi di micromosso.
Superamento del problema rolling shutter, sì o no?

Il ventilatore, da fermo

Rolling shutter, 1/1600, ISO 25600, F2.8, un frame di quelli scattati a 30fps

Piccole anteprime della raffica a 30fps
Diciamo che ci sono miglioramenti, ma non certo un superamento del problema. Parliamo della distorsione provocata da una creazione artificiosa di un soggetto in movimento molto rapido, dovuto alla successione di pixel riga per riga, nella realizzazione dello scatto stesso, scattando con otturatore elettronico. Sony dichiara di averci lavorato e non si può certo darle torto. Ma superato non è. Da nostri scatti però possiamo notare che il problema è sicuramente meno pronunciato, anche in virtù della maggiore velocità generale. Si tratta di un tema molto dibattuto fra alcuni appassionati ed è il motivo per cui dedichiamo un capitolo alla questione. Viene da chiedersi quanto, nel flusso di lavoro di un anno, questo problema possa impattare. Molto? Ok, se ne può parlare o puntate alla A9, che è una global shutter e ne è immune. 2 scatti all'anno? Non parliamone nemmeno.
Surriscaldamento, problemi risolti
Sempre concentrandoci sul "cosa cambia", non possiamo non citare un gran lavoro per quanto riguarda il sistema di raffreddamento, anche in virtù della diversa costruzione fisica del sensore. Non ci sono dettagli, ma dati sì: se con le generazioni precedenti il surriscaldamento del sensore, filmando a 4K, avveniva già dopo circa 10 minuti, con la A7 V Sony si spinge a dichiarare che non ci sono problemi filmando nella stessa modalità fino a 60 minuti, con temperatura esterna di ben 40°C.
USB e schede


La nuova fotocamera Sony integra ora 2 porte USB di tipo C: una è super veloce, 3.2 gen2 10Gbps, l'altra è una 480Mbps. Per le schede si riprende lo schema di successo già visto, con doppio slot. Uno per schede SD, l'altro che può ospitare sia un'altra SD, sia una CF Type A.
Display, ora a 4 assi
Nella nostra gallery in chiusura c'è una foto che mostra il nuovo display orientabile su 4 assi, una funzionalità che per molti può risultare davvero utile.
Banding e LED
Ne sono afflitte un po' tutte le mirrorless, tanto da avere programmi dedicati per evitarlo. Sony A7 V non fa eccezione, la modalità c'è e funziona bene. Per capire il fenomeno una foto vale più di mille parole.

1/80s, F2.8, ISO 3200, 200mm, FE 70-200mm F2.8 GM OSS II,
scarica qui il jpg 8,3MB
Alcune luci a LED, in determinate circostanze e non sempre, possono letteralmente rovinare una foto con la comparsa di bande a causa della frequenza, solitamente 50Hz o 60Hz, che interferisce con quella della lettura del sensore in funzione dei tempi di scatto. Se possibile meglio passare all'otturatore meccanico, oppure cercare dei multipli di 50 o 60 e fare qualche prova. In questa, con le bande, il tempo di scatto era di 1/80s. Ma nella prossima le bande sono sparite.

1/60s, F2.8, ISO 3200, 200mm, FE 70-200mm F2.8 GM OSS II,
scarica qui il jpg 8,7MB
Con 1/60s il problema è sparito. Si poteva anche provare con 1/120s, 1/180s oppure con quelli del 50 come 1/50, 1/100, 1/150 e via dicendo. Tutto questo se non siete soddisfatti del sistema anti flicker offerto dalla camera. Nel nostro caso abbiamo preferito non perdere tempo cercando nei menù (avevamo la macchina da pochissimo). Quindi metodo "alla vecchia maniera", e via.

Batteria e autonomia
La batteria è la stessa della IV, una 2280mAh (la vedete nella gallery), ma il consumo inferiore del processore d'immagine si vede negli scatti dichiarati con una carica, sebbene di poco: da 610 a 710 per la IV, da 630 (viewfinder) a 750 (LCD) nella nuova V.
Qualche cenno alle potenzialità video
Sul fronte video, la fotocamera rinuncia all’uscita RAW via HDMI e non offre la modalità open gate, una scelta che la posiziona con maggiore decisione verso un utilizzo ibrido ma non estremo in ambito cinematografico. L'opzione “Priorità angolo di campo” per il 4K 60p sfrutta un oversampling da 7K, soluzione che consente di contenere il crop e ottenere un’immagine più dettagliata rispetto a una semplice lettura parziale del sensore. La stessa impostazione viene richiamata anche nella discussione generale sulle modalità di acquisizione, a indicare che questa funzione rappresenta un elemento chiave dell’architettura del sistema. Per chi utilizza la fotocamera con accessori audio di livello, è prevista la registrazione fino a 24 bit/48 kHz con supporto a configurazioni a quattro canali quando l’hardware collegato lo permette. Tutti i formati RAW disponibili sono ora a 14 bit, unificazione che elimina le varianti a 12 bit e semplifica la gestione dei file mantenendo la massima profondità colore.
Resta invece riservata la comunicazione sui valori ISO nativi, coerentemente con la politica del produttore e fino a nuove comunicazioni, e non è previsto un sistema dual ISO. Il massimo delle riprese rallentate disponibile raggiunge i 4K 120p, un limite che la colloca nella fascia delle mirrorless orientate a un uso avanzato ma non specialistiche nel segmento slow motion estremo.
Considerazioni generali
Rispondiamo alla domanda con cui abbiamo iniziato questo articolo. Per noi si tratta indubbiamente di un grande balzo, considerando che la serie Sony A7 è da sempre considerata una "prosumer" per farci di tutto un po', con opzioni di rango e prezzo superiori (A9, A1) a tracciare un ipotetico confine fra chi è un grande appassionato e chi fa davvero sul serio, lavorandoci. Tutte considerazioni che lasciano un po' il tempo che trovano, anche in virtù della fotocamera che abbiamo avuto modo di provare, oltre che in generale. Sarebbe troppo riduttivo definirla come un modello "per farci un po' di tutto", perché ha decisamente invaso il campo delle professionali veloci in stile A9, con raffiche da 30fps, super stabilizzazione e autofocus di altissimo livello, solo per citare alcune delle caratteristiche principali. Lecito attendersi un aggiornamento non troppo lontano nel tempo della stessa A9, poiché pur mantenendo alcune differenze (sensore fully stacked, global shutter, range ISO più ampio, ma "solo" 20fps), è innegabile che ora il dubbio viene, ad un potenziale acquirente.
Sony, con questo nuovo modello, ha dato diversi colpi al cerchio e altri alla botte. Se da una parte ha sicuramente strizzato l'occhio ai creator con poca esperienza fotografica "vera", adottando la AI in modo massiccio finalizzato alla realizzazione di foto e video già ottimi come escono dalla macchina, dall'altra ha offerto ai pro delle specifiche normalmente disponibili in fotocamere di rango superiore. La velocità di scatto fino a 30fps su tutto, ma anche autofocus, 7,5 stop di stabilizzazione, Pre Capture e via dicendo.
Cosa è consumer, prosumer e professionale? Altro tema che potrebbe accendere gli animi, ancora una volta più fra i prosumer che fra i professionisti. Ovviamente Sony ha ancora di meglio in listino. Ma quanto basta e a chi? Il paesaggista è quasi sicuramente indifferente alle migliorie in termini di velocità di scatto, ma in modo completamente differente può pensarla il fotografo naturalista, sportivo, di moda e anche di cerimonia, in diversi casi. Ora c'è un'opzione in più, proprio con una Alpha della famiglia 7. Il prezzo sarà di 2.999€.
Alcune immagini di esempio (nessuna post produzione) e gallery della Alpha 7 V

Mano libera, 1/60s F2.8, ISO 3200, 200mm, FE 70-200mm F2.8 GM OSS II

Il dettaglio mostra che si riesce a leggere anche la marca delle auricolari.
Immagine degradata da compressione JPEG per l'articolo,
chi vuole può scaricare il formato HIF a
10 bit, 11,7MB

1/320s, F13, ISO 200, FE 40mm, 24-70mm F2.8 GM II -
Scarica il JPG da 19,7MB

1/1000s, F13, ISO 200, 200mm, FE 70-200mm F2.8 GM OSS II -
JPEG, 18,9MB

1/25s, F2.8, ISO 1600, 70mm, FE 24-70mm F2.8 GM II,
JPEG 22,4MB

Dettaglio - crop da file 100%

1/250s, F7.1, 200, ISO, 200mm, FE 70-200mm F2.8 GM OSS II NO MOLTIPLICATORE,
scarica il
JPEG da 18,2MB

Dettaglio - crop da file 100%

