L'uragano Melissa si è abbattuto sulla Giamaica portando devastazione e morte a causa di forti venti, piogge torrenziali e un'onda di marea molto forte. Una situazione apocalittica ma anche suggestiva quando catturata dai cacciatori di uragani o "Hurricane Hunters" del 53° squadrone di ricognizione meteorologico della della U.S. Air Force. Un compito rischioso quello di volare attraverso perturbazioni di questo tipo, ma fondamentali per raccogliere dati utili a fini scientifici e per le previsioni.
I video dell'uragano Melissa pubblicati dagli addetti mostrano in maniera chiara quello che viene chiamato "effetto stadio" con le nuvole alte diversi chilometri che sembrano delle gradinate, mentre la zona di depressione centrale (all'apparenza tranquilla) che invece è la parte del campo. Un'idea di quanto sia enorme l'occhio dell'uragano di questi giorni lo si ha anche dallo Spazio, con il satellite europeo Copernicus Sentinel-2 che ha catturato una visione unica della zona centrale, dove si possono vedere anche le onde sulla superficie del mare.
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Le fotografie dell'uragano Melissa
Tornando però ai cacciatori di uragani, è interessante notare come le spettacolari fotografie realizzate dal Tenente Colonnello Mark Withee siano state realizzate con due strumentazioni differenti ma altrettanti efficaci: una fotocamera mirrorless Canon EOS R5 e da un Apple iPhone 16 Pro Max a bordo di un aeroplano Lockheed Martin WC-130J Weatherbird.
L'uragano Melissa è stato particolarmente forte nel momento in cui ha raggiunto la Categoria 5, raggiungendo una pressione di soli 892 mbar nella zona centrale e con venti nelle zone periferiche che hanno toccato i 298 km/h. La potenza di questo uragano ha avuto pochi pari, come quello chiamato Labor Day del 1935 e superato da Wilma (2005) e Gilbert (1988).
Withee è riuscito a rendere in alcuni scatti quello che si trovano di fronte gli abitanti sulla terraferma ma anche chi vola attraverso questo genere di "mostri naturali". Per riuscire a catturare la maggior parte della struttura dell'uragano, il fotografo e navigatore della missione ha impiegato un obiettivo grandangolare con lunghezza focale di 11 mm accoppiato a una Canon EOS R5. Questa mirrorless non è recente (annunciata nel 2020) ma permette ancora di svolgere egregiamente il suo lavoro anche in condizioni difficili. Canon EOS R5 ha un sensore Dual Pixel CMOS AF II full frame da 45 megapixel, con una sensibilità di -6 EV e tra 100 ISO e 51200 ISO. Grazie all'hardware è possibile registrare video 8K 30p/25p/24p.
Withee ha anche impiegato il suo iPhone 16 Pro Max per riprendere altri video e immagini dell'evento dimostrando ancora una volta come gli smartphone possano essere dispositivi versatili e che avendoli sempre con sé permettono di catturare momenti che potrebbero andare persi in altre occasioni. Come scritto sopra, questo evento è stato catastrofico, causando la morte di decine di persone e ricordando all'essere umano come la natura abbia una forza che difficilmente può essere contrastata. La raccolta di dati rimane fondamentale per ridurre quanto più possibile i danni e preservare la vita umana (anche davanti a uno spettacolo apocalittico come l'occhio di un uragano).


