Partendo, come di consueto, dai punteggi dei test MTF, dobbiamo innanzitutto dire che la A9 III mantiene lo stesso livello di dettaglio garantito dalla capostipite A9. I punteggi (misurati con il 70-200mm F2.8 GM OSS II) si attestano tra le 3200 e le 3300 LW/PH tra f/4 e f/8, con un punteggio massimo di 3012 LW/PH @ f/5.6 (circa 3280 LW/PH il dato dell'A9 originale).
Anche la A9 III produce dunque immagini estremamente incise "out-of-the-box": i punteggi sopracitati sono stati infatti ottenuti con le impostazioni di sviluppo di default di LR, e già mostrano un leggero oversharpening. Un approccio simile a quello della rivale EOS R1, ma meno esasperato.
Confronto tra Sony A9 III (in alto) ed EOS R1 (qui sopra). Ingrandimento 200%.
Nel particolare ingrandito a 2x si può infatti notare come, a sostanziale parità di risoluzione reale (per entrambe, compaiono evidenti fenomeni di aliasing nell'intorno delle 3000 LW/PH), nel caso di Canon un visibile accenno di banding si noti già a 2800 LW/PH, mentre la Sony, più "morbida", rimanda il problema alla patch successiva – patch in cui, in ogni caso, il banding è molto meno marcato rispetto a Canon.
Sony A9 III + FE 70-200mm F2.8 GM OSS II, punteggi ai tre diaframmi migliori per questo obiettivo. Da sinistra: f/4, f/5.6, f/8.
Questione di approccio del costruttore da un lato, e di gusto personale dall'altro, evidentemente. Canon indubbiamente punta a creare immagini di maggiore impatto utilizzabili senza post-produzione; un approccio che ha perfettamente senso nel mondo della fotografia sportiva professionale, e che asseconda l'attuale tendenza a produrre immagini iper-incise. L'approccio Sony, le cui immagini al netto della post-produzione potremmo definire "incise senza eccessi", è però tecnicamente più corretto.
Parlando di rumore ad alti ISO, la A9 III produce immagini molto pulite fino a 1600 ISO compresi. A 3200 ISO la grana emerge in modo più evidente ma, ancora fino a 6400 ISO, anche i dettagli più fini del nostro still-life rimangono intelleggibili. A 12.800 ISO il degrado qualitativo è più evidente, e a 25.600 i dettagli fini risultano irrimediabilmente compromessi. Riteniamo sia 12.800 ISO il "limite" di lavoro più probabile per questa fotocamera.
250 ISO
800 ISO
1600 ISO
3200 ISO
6400 ISO
12800 ISO
25600 ISO
51200 ISO
Facendo un confronto con la EOS R1, anch'essa da 24 Mpixel ma non penalizzata dalla circuiteria più ingombrante necessaria ai sensori Global Shutter, appare chiaro come la EOS garantisca almeno 1 stop di vantaggio sulla Sony nell'intorno dei 6400 ISO. Nel particolare ad alto contrasto (chip), si nota infatti come la A9 III @ 6400 ISO e la R1 @ 12.800 ISO grossomodo si equivalgano, forse con un ulteriore, leggero vantaggio di quest'ultima.
100 ISO
800 ISO
1600 ISO
3200 ISO
6400 ISO
12800 ISO
25600 ISO
51200 ISO
Meno evidente il divario nei particolari tono su tono (texture), dove la maggiore incisività delle immagini prodotte dalla EOS si dimostra un'arma a doppio taglio: da un lato, particolari più nitidi; dall'altro, grana più simile tra le due fotocamere. Rimane il fatto che, a parità di sensibilità, il particolare di Canon risulta complessivamente più leggibile.
Confronto tra Sony A9 III ed EOS R1, a 6400 ISO (in alto) e 12800 ISO (qui sopra). Ingrandimento 100%.
Essendo questo uno dei temi centrali della A9 III, abbiamo voluto indagare meglio, e in queste pagine proponiamo altri esempi, ma il verdetto, in diversi contesti, rimane essenzialmente il medesimo: il Global Shutter "costa" alla A9 III grossomodo uno stop rispetto alle 24 Mpixel tradizionale di ultima generazione.
Ancora un confronto tra Sony A9 III ed EOS R1, su tinte uniformi. Ingrandimento 200%.
Come già detto nella recensione della rivale, però, queste differenze, chiaramente percepibili a fronte di un'analisi "sintetica", possono essere molto meno percepibili sul campo. Riproponiamo, a titolo di esempio, il particolare dei motociclisti già pubblicato nella recensione della R1. In questo caso, con entrambe le macchine fatte lavorare al limite (8000 ISO in una brutta giornata di pioggia), la qualità percepita nei due scatti a confronto è del tutto analoga – difficile trovare elementi di preferenza per l'una o l'altra.
Sony A9 III (a sinistra) - EOS R1 (a destra), 8000 ISO per entrambe.
Anche per questo, riteniamo che quello raggiunto da Sony sia un ottimo risultato: un passo indietro non drammatico in termini di rumore, quantificabile in circa uno stop, a fronte di un vantaggio prestazionale evidente (cadenza massima di scatto triplicata).
Vale la pena ricordare, per chiudere l'argomento, come nella recensione della A9 originale sia stato da noi indicato esattamente lo stesso "limite ISO" di 12.800. In altri termini, Sony è riuscita oggi a garantire, con un sensore Global Shutter, la stessa risposta ad alti ISO di un pari risoluzione di circa 6 anni fa.
Sony A9 III, risposta cromatica per le tinte standard (color checker 24 partch, a sinistra), e per le tinte pastello e i toni dell'incarnato (a destra).
Risposta cromatica al variare della sensibilità.
Ottimo il comportamento cromatico, aspetto in cui Sony è migliorata molto nel corso degli anni. Colori piacevoli, realistici e "stabili" in tutto l'intervallo 125- 25.600 ISO. Come avevamo già riscontrato con la A9 originale, i preset originali Sony portano persino a una sotto-saturazione complessiva (93% circa), ma questo non si traduce in immagini piatte o poco accattivanti. Tutt'altro.
La ricetta colorimetrica Sony prevede blu molto saturi e profondi, in generale colori primari "decisi", e viceversa una certa sotto-saturazione dei toni arancio e dell'incarnato in generale. In sintesi: mondo dai colori vibranti e ritratti con "pelle di porcellana" – un mix che piacerà a molti, grazie anche a un ottimo equilibrio complessivo testimoniato da un errore cromatico medio dC94 inferiore ai 2 punti.
250 ISO
(+4 EV)
(+5 EV)
Concludiamo con la valutazione della malleabilità del RAW. Come si può vedere dagli esempi, la A9 III consente di "tirare", mantenendo ottima qualità complessiva, fino a 4 stop. Oltre questa soglia, emerge un rumore cromatico (falsi colori) piuttosto evidente. Di nuovo: non il risultato migliore ottenibile oggi – la stessa Sony garantisce con altri modelli almeno 1 stop in più. Un risultato comunque buono in termini assoluti, che certamente assicura un abbondante margine di sicurezza nel lavoro sul campo.