Iniziamo con una premessa. Il sistema AF delle Sony, da sempre molto valido nel riconoscimento dei soggetti, negli ultimi anni si è mosso in direzione dei sistemi AF tipici delle reflex professionali. Nella recensione della A1, ad esempio, lamentavamo il minore livello di personalizzazione di quel sistema autofocus, con particolare riferimento a parametri di fine tunig per movimento (accelerazione) del soggetto e ancoraggio al punto AF iniziale. Entrambi questi parametri, oggi, sono presenti.
Parallelamente, i produttori di reflex professionali – parliamo ovviamente di Canon e Nikon – sono passati alle mirrorless, e i loro sistemi AF si sono inevitabilmente avvicinati (ispirati?!?) a quelli delle mirrorless di riferimento, cioè Sony. Il risultato? Oggi, mirrorless contro mirrorless, i sistemi AF dei tre player principali non sono drasticamente diversi tra loro, né per funzionalità offerte né per efficacia.
Mappa dei punti AF della A9 III. Fonte: Sony.
La A9 III, ma il seguito di questa pagina vale anche A1 II e, in buona misura, per altre Sony recenti, permette di scegliere tra 6 tipologie di area di messa a fuoco: Ampia (intero fotogramma), Zona, Centro, Spot, Spot espanso, Personalizzato. Le opzioni Spot e Spot espanso si differenziano per l'uso, nel secondo caso, di un'area di assistenza ausiliaria intorno all'area Spot originale, che interviene nel caso in cui la fotocamera non riesca a focheggiare entro l'area interna.
Il termine Spot, va precisato, è in qualche modo fuorviante, dato che l'ampiezza delle zone prevede 5 "taglie", da XS (effettivamente un punto spot) a XL, con quest'ultima che copre in effetti una porzione significativa del fotogramma. Oltre a queste, esistono poi tre aree AF custom (C1-C2-C3) liberamente personalizzabili.
La modalità inseguimento, utilizzabile ovviamente solo in modalità AF continuo, è gestita da Sony come un'ulteriore zona AF, e la dimensione del punto iniziale di inseguimento può essere scelto tra tutte le opzioni precedenti, ad esclusione di Ampia. L'inseguimento soggetto può essere assegnato a (quindi avviato da) un pulsante custom.
Qualche esempio di funzionamento corretto (e non banale) del sistema AF. In alto: Il volto (testa) viene individuato con sicurezza e precisione, anche quando l'atleta è quasi o completamente di spalle. Qui sopra: stesse valutazioni, anche in presenza di casco e quando il soggetto è molto lontano (primo fotogramma a sinistra).
La risposta della messa a fuoco tradizionale può essere personalizzata in base ai sopracitati due parametri di accelerazione e ancoraggio al punto AF iniziale. Ne esplicitiamo il nome completo perché non sono semplicissimi da individuare, sia per ampiezza del menu sia a causa di traduzioni e/o abbreviazioni un po' criptiche: MENU > AF/MF > Inseg. AF per cb. Vel. e MENU > AF/MF > Livello AF per attrav.
Il primo prevede 3 opzioni (Stabile, Standard, Risponde bene), da utilizzare via via che il movimento del soggetto si fa più frammentario. Stabile facilita l'aggancio del soggetto in condizioni di luce precaria, ed è quindi una buona opzione per soggetti statici / lenti nelle riprese indoor e notturne.
Livello AF per attrav., dal canto suo, determina la propensione al cambio soggetto quando il soggetto originario non è più in vista, perché fuori dall'area di ripresa o "impallato" da altri soggetti. In questo caso si va da 5 (Risp. Bene) a 1 (Bloccato), con il valore 1 che mantiene il punto AF nella zona in cui il soggetto originario è stato perso, senza cercare di acquisire un nuovo soggetto.
Priorità di volti all'opera: la fotocamera individua a colpo sicuro i soggetti memorizzati, e li predilige anche se parzialmente nascosti da altri soggetti più prominenti.
La A9 III offre però, ovviamente, anche numerose opzioni di riconoscimento automatico del soggetto. Le opzioni per tipologia di soggetto sono: Umano, Anim./Volatile, solo Animale, solo Volatile, Insetto, Auto/Treno, Aereo. In caso di esseri umani, è possibile registrare e dare priorità a un massimo di 7 volti.
In caso di riconoscimento soggetto, il livello di personalizzazione di fa più complesso. In termini generali, sono disponibili (ma non per tutte le tipologie di soggetto) i seguenti parametri:
G. ton. cambio ins.
Da 1 a 5, determina quanto può "spaziare" la fotocamera. Scegliendo 1 verranno agganciati solo i soggetti vicini al riquadro di inseguimento.
Liv. persist. inseg.
Da 1 a 5, determina la propensione al cambio soggetto. Scegliendo 1, il soggetto verrà cambiato più facilmente, in favore di un soggetto più vicino. Questo parametro non è disponibile per soggetti umani.
Sens. riconoscim.
Da 1 a 5, determina la corrispondenza richiesta tra soggetto inquadrato e modello interno. Scegliendo 1, i soggetti verranno agganciati più facilmente, ma saranno più frequenti i "falsi positivi". Questo parametro non è disponibile per soggetti umani.
Imp. prior. riconosc.
Solo per Anim./Volatile, permette di scegliere a quale dei due dare precedenza nel caso in cui siano presenti nel fotogramma sia animali sia volatili.
Parte da riconoscere
Per Animali, Volatili e Anim./Volatili, imposta la parte da privilegiare tra occhi, testa e corpo.
Imp. sel. parte da ric.
Citiamo dal manuale, non sapendo come meglio spiegare: Quando la funzione [Sel. parte da ricon.] è assegnata a un tasto personalizzato, questa imposta la parte riconosciuta che può essere cambiata con il tasto personalizzato. ([Occ./Tes./Cor.]/[Occhi/Testa]/[Occhi]/[Segui imp. indiv.]).
Un paio di esempi in cui il sistema AF ha fallito. Non ne servono molti, dato che si tratta sempre di varianti della stessa tipologia di errore: la fotocamera sceglie un soggetto che considera migliore, tipicamenente perché il volto è più visibile. A volte comprensibilmente (a sinistra), altre volte meno...
Sony ci perdonerà questa piccola licenza, utile a dare idea della complessità del sistema. Ci troviamo ad effettuare, anche se per motivi diversi, un copia-incolla dalla recensione della EOS R1. In sintesi: i parametri sono quelli che servono, e funzionano, questo nessuno lo mette in dubbio. Ciò non toglie che padroneggiare questi sistemi richieda un certo tempo di apprendimento e una certa dedizione.
Inoltre, per quanto si possa entrare in sintonia con la fotocamera, l'indipendenza necessaria al corretto funzionamento degli automatismi porterà sempre a una non totale prevedibilità della risposta che (soprattutto) i professionisti potrebbero non gradire.
Nel caso specifico di Sony, a nostro avviso andrebbe fatta anche un'ulteriore revisione del menu, che con il sistema a livelli ha sì fatto un passo avanti, rimanendo però al vertice della classifica di complessità. Separare i menu foto e video, in modo da ridurre il numero di parametri, potrebbe essere un buon inizio.