La A9 è stata la prima Sony Alfa ad adottare soluzioni ergonomiche ottimali per la fotografia sportiva, come un pulsante AF-On a sé stante sul dorso, comandi diretti per la scelta della cadenza di scatto, e l'introduzione del "joystick" per il controllo del punto AF (al posto del precedente PAD).
Fatto ciò, non è rimasto molto altro da fare, se non affinare qualche dettaglio. Il sopracitato pulsante AF-On era poco prominente e troppo a sinistra (più a sinistra del joystick), mentre ora è ben in evidenza e posizionato leggermente a destra del joystick, in modo che il fotografo possa azionare entrambi con un più naturale movimento del pollice.
L'impugnatura si è ingrandita, il che ha permesso anche di guadagnare qualche millimetro di appoggio per il palmo. Nel complesso, il tutto si traduce in un minore affaticamento della mano e in un'ergonomia che oggi possiamo definire pressoché ottimale.
Ecco com'è cambiata la A9 dalla prima alla terza generazione.
A titolo personale, per le ammiraglie destinate a utilizzare lunghe focali continuiamo a preferire la soluzione con impugnatura verticale integrata: più spazio per mano e batteria a fronte di un peso sì maggiore, ma utile a bilanciare l'ottica. Si tratta comunque, evidentemente, di preferenze personali. Molti apprezzano maggiormente proprio questa soluzione con battery grip opzionale (a proposito, si tratta del VG-C5, prezzo di listino 450 Euro), che consente di essere più snelli con le ottiche corte e di aggiungere la seconda batteria solo quando serve.
Da parte nostra, quello che possiamo aggiungere dal recente confronto con la EOS R1 è che la Canon offre sì più spazio (misura, in larghezza, una ventina di millimetri in più), ma risulta comunque molto "densa" di comandi e, complice la maggiore attenzione richiesta dallo Smart Controller, non abbiamo trovato la Canon sostanzialmente superiore alla Sony dal punto di vista ergonomico, come invece succedeva regolarmente anni fa nel confronto tra le reflex 1D e le prime Alfa.
L'elemento ergonomico/funzionale realmente nuovo, e che per questo vale la pena esaminare più in dettaglio, è legato alla gestione della raffica veloce. Come visto recentemente anche sulla A1 II, la A9 III offre la funzione Speed Boost che consente di incrementare temporaneamente la cadenza della raffica.
Da dimenticare la posizione scelta per il pulsante dedicato C5, difficilmente raggiungibile per tutti, impossibile da azionare per chi ha mani piccole. Poco male, in realtà; basta assegnare la funzione al pulsante custom sull'ottica. La funzione è poi anche ben implementata, grazie tra l'altro alla possibilità di scegliere tra la modalità "raffica veloce finché il pulsante è premuto" e modalità "on/off". Però non è facilissima da sfruttare.
La raffica da 120 fps dura "solo" 1,6 secondi (per inciso, in caso contrario ci si troverebbe letteralmente sommersi da fotogrammi inutili), e c'è un piccolo ritardo tra raffica lenta e avvio della raffica veloce che fa perdere qualche fotogramma (il che, ovviamente, può facilmente coincidere con il culmine dell'azione). In definitiva, si tratta di una funzione molto importante, che è certamente consigliato imparare a padroneggiare, ma che richiede comunque tempismo e un certo "mestiere" da parte del fotografo. Noi, ad esempio, nel corso della prima uscita abbiamo azionato regolarmente in ritardo, per trovarci poi con svariate decine di fotogrammi che ritraevano un'azione ormai esaurita.
Nell'immagine qui sopra si nota il piccolo ritardo introdotto dal passaggio alla raffica rapida.
La funzione di pre-scatto può in effetti essere utile non solo per non perdere l'attimo, ma anche per contenere il numero di scatti inutili, ma richiede un cambio di abitudine del fotografo (click al culmine dell'azione) e, mantenendo di fatto la fotocamera sempre in registrazione, consuma maggiormente la batteria.
Il sistema AF si è comportato complessivamente bene. Come anticipato nella pagina dedicata, l'avvento delle mirrorless prima, e dell'iA più recentemente, ha un po' livellato le prestazioni AF dei maggiori player, perlomeno quando si utilizza l'AF nella sua modalità più avanzata e automatica.
Con una raffica fino a 120 fps, ovviamente cogliere il momento desiderato non è più un problema.
Abbiamo avuto modo di provare, contemporaneamente e approfonditamente, questa A9 III e la EOS R1 di Canon e, a conti fatti, non possiamo che mettere i due sistemi sullo stesso piano per risposta e percentuale di successi ottenuti. In sintesi: il riconoscimento avanzato dei soggetti porta oggi a ottenere risultati impossibili per i sistemi di precedente generazione. Bellissimo, ma… il riconoscimento automatico del soggetto a volte (raramente, a onor del vero) sbaglia. La percentuale di focus miss con questi nuovi sistemi è, a conti fatti, mediamente un poco superiore rispetto ai sistema AF "pro" di generazione precedente. Certo, la facilità con cui si ottiene il risultato è inarrivabile…
Posto che, come detto sopra, Sony A9 III ed EOS R1 hanno sistemi AF del tutto confrontabili "ad iA attivata", la Canon mantiene a nostro avviso un piccolo margine di vantaggio grazie al suo retaggio storico. Margine di vantaggio che però, attenzione, consiste semplicemente nel riproporre, pressoché invariato, il modo d'uso delle reflex 1D X e successive. Un metodo di lavoro più "stupido" (passateci il termine, in contrapposizione con l'iA) e manuale che, in alcune condizioni, può rivelarsi la scelta migliore.
Va da sé che una tale opzione può essere apprezzata e percepita come valore aggiunto solo dai fotografi di vecchia data già abituati al sistema AF delle reflex pro. Chi non ha quel bagaglio, viceversa, difficilmente si adatterà ad apprendere oggi quell'antiquato metodo di lavoro.