Canon EOS R1, avveniristica e tradizionale allo stesso tempo. La prova

Canon EOS R1, avveniristica e tradizionale allo stesso tempo. La prova

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Risoluzione "classica" da sportiva. Otturatore elettronico e meccanico. Sistema AF da fantascienza, ma che può essere utilizzato anche escludendo l'iA… La EOS R1 è una meraviglia. Non è, però, semplicissima da padroneggiare, e costa il 30% più della rivale Z9. ”

Ergonomia ed efficacia

La EOS R1 offre un efficace sistema di comando a 3 ghiere (oltre all'eventuale ghiera sull'ottica RF) e una grande abbondanza di pulsanti (ampiamente personalizzabili) che garantiscono al fotografo tutto il controllo che desidera.

Lo spazio ovviamente non manca, ma va sottolineato come lo Smart Controller, che cade esattamente sotto il pollice, possa portare a movimenti accidentali del punto AF. La buona notizia è che la già citata possibilità di regolarne la sensibilità, unita alla possibilità di abilitarlo solo durante la lettura, consente di trovare il proprio compromesso, ma un minimo di pratica sarà comunque necessario.

Nulla vieta di utilizzare lo Smart Controller come solo pulsante AF-On, tornando a una funzionalità stile 1D X, ma consigliamo di non essere frettolosi nell'abbandonare il nuovo comando, perché su questa R1 funziona meglio rispetto a R3 e, con un minimo di pratica, può diventare prezioso. Noi, ad esempio, dopo un inizio tiepido, siamo finiti con l'utilizzare quasi esclusivamente lo Smart Controller come controllo unico per posizione punto AF, AF-On e attivazione inseguimento.

La messa a fuoco controllata con lo sguardo è un'appendice ancora un poco acerba. Come già anticipato nell'analisi tecnica, la sua ragione di esistere è la selezione grossolana della posizione di un'ampia area AF, entro cui lasciare alla fotocamera la selezione esatta del soggetto. La migliorata funzionalità dello Smart Controller e, di contro, la mancata evoluzione dell'Eye AF rispetto a R3, hanno però spostato la nostra preferenza in direzione del primo.

La fotocamera è eccezionalmente reattiva, davvero alla pari con le reflex EOS 1, e non aggiungiamo altro. Questo include, ebbene sì, anche il mirino EVF. Commutazione istantanea e generosità di ingrandimento (superiore, per inciso, a quello delle reflex) ne fanno ormai la nostra scelta riferimento, anche rispetto al mirino ottico. Da questo punto di vista, il vantaggio di EOS R1 su EOS R3 è non enorme (anche la R3 godeva, dopotutto, di un buon EVF) ma è chiaramente percepibile, al punto da poter costituire, di per sé, motivo di preferenza.  


In alto: immagine intera. Qui sopra: particolare 100%.

Il sistema AF è indubbiamente un punto di riferimento. Come illustrato nel paragrafo dedicato, può essere usato in modo "classico", stile 1D X per così dire, e su questo punto è inutile spendere troppe parole: oggi può sembrare un sistema superato, ma garantisce una percentuale di successo prossima al 100%, risultando tutt'ora il metodo di messa a fuoco più affidabile.

Le modalità d'uso più automatiche, basate su iA e riconoscimento automatico di viso, occhi e postura, dal canto loro, consentono ottenere risultati altrimenti irraggiungibili. Ad esempio, già con R3, abbiamo potuto usare il 50 f/1.2 a tutta apertura in contesti sportivi, ottenendo nella maggioranza dei casi messe a fuoco precise sull'occhio dell'atleta.

Come sempre, però, nell'affidarsi maggiormente agli automatismi si perde un po' di controllo, e gli automatismi non sono infallibili… Inoltre, sono tanto sofisticati che è di fatto impossibile prevederne il comportamento a priori. Ci si può solo affidare a loro, ed eventualmente maledire la cattiva sorte a posteriori.

Arrivato il momento di tirare le somme, un dato ci è apparso incontrovertibile: nella maggioranza dei casi il sistema AF si è comportato come da attese, consentendoci di ottenere con facilità anche risultati che non saremmo stati in grado di ottenere con le nostre sole capacità; allo stesso tempo, però, la percentuale di errori – indicativamente nell'ordine del 5% – è  risultata superiore a quella tradizionalmente da noi registrata con le EOS 1 precedenti.


Sviluppo in camera. In alto: lo sviluppo tradizionale porta a immagini già molto incise. Qui sopra: La funzione di upscaling basata su iA svolge bene il suo compito, non limitandosi a ingrandire il file (la risoluzione viene quadruplicata) ma interpolando in modo convincente dettagli mancanti. Ingrandimento: 200%.


Ancora l'iA al lavoro, questa volta sulla riduzione rumore. Sopra: immagine intera (1/1250s, 8000 ISO). Sotto: particolari con e senza de-noise applicato.

No de-noise
Nessun de-noise applicato

In-camera
De-noise applicato con sviluppo in-camera

Post-produzione
De-noise applicato con sviluppo in Lightroom (iA)

L'iA, insomma, mostra molte luci ma anche qualche ombra, e siamo lieti che, almeno sull'ammiraglia, Canon abbia mantenuto anche l'approccio precedente. 

Per fortuna, almeno su R1 è stata abbandonata la follia della cadenza di scatto fissa su due valori (cosa che dovrebbe fare anche la R3), mentre è stata mantenuta la scelta fastidiosa di non consentire il passaggio da Auto ISO a ISO manuale ruotando la ghiera – l'Auto ISO deve essere impostato di proposito, eventualmente utilizzando un comando personalizzato.

Chiudiamo con una conferma che farà piacere a chi proviene dal mondo EOS: anche per questa R1 possiamo ribadire la perfetta compatibilità con le ottiche EF tramite adattatore, che si comportano in effetti in modo indistinguibile dalle ottiche native.