Le dimissioni dell'ex-CEO di Olympus, Michael Woodford, hanno aperto uno squarcio nel velo che copriva le operazioni del produttore giapponese dagli anni '90 a questa parte. Le dichiarazioni di Woodford hanno cominciato a scavare tra le operazioni finanziarie degli ultimi anni, portando alla luce una situazione poco rosea, fatta di spostamenti di denaro, acquisizioni e consulenze utilizzati per coprire ingenti perdite.
Già nelle sue prime dichiarazioni Woodford aveva paventato la possibilità che dietro alcune operazioni potesse nascondersi la lunga mano della criminalità organizzata. Settimana scorsa la tesi era stata ripresa dal New York Times, che riportava di indagini su Olympus per scoprire legami con le organizzazioni raccolte sotto l'appellativo di Yakuza, la mafia giapponese, in particolare in merito a ben 4,9 miliardi di dollari sospetti.
Olympus è subito intervenuta per chiarire come non ci siano prove per fare affermazioni così forti e per sottolineare come le indagini, affidate dal lei stessa a terzi per togliere il velo agli ultimi anni di poco trasparente gestione, non abbiano fatto riscontrare nessun legame con i cartelli del crimine organizzato.