Nikon Z f, anima vintage e cuore di ultima generazione. La recensione

Nikon Z f, anima vintage e cuore di ultima generazione. La recensione

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Nikon propone anche una versione full frame della sua mirrorless vintage. Qualitativamente superiore alla sorella DX, non solo per il formato del sensore, è oggi una delle mirrorless più interessanti della gamma Nikon. ”

Dettagli tecnici e prestazioni

 SPECIFICHE
 Z f
Z8
SENSORE CMOS 35mm
RISOLUZIONE 24,5 Mpixel - 6048x4032 45,7 Mpixel - 8256x5504
FORMATO FILE RAW 14 bit, JPEG, HEIF
SENSIBILITA' (ESTENSIONE) 100-64.000 ISO (50-204.800 ISO) 64-25.600 ISO (32-102.400 ISO)
MIRINO OLED 0,5" - 3.69M punti (1280x960) - 0,80x, Eye-point 21-23mm
DISPLAY TFT Touch 3,2" (8 cm) / 2.1M punti
TEMPI DI POSA Da 30s a 1/8000s (MS) Da 30s a 1/32000s (ES)
SYNCRO FLASH 1/200s
SCATTO CONTINUO 11fps / 200 RAW
14fps JPEG
20fps / 1000+ RAW
30fps JPEG
ESPOSIMETRO Sensore principale
AUTOFOCUS AF Ibrido
N° PUNTI (ZONE) AF 273 493
SENSIBILITA' AF Da -10 a +19 EV Da -9 a +19 EV (3)
VIDEO 4K UHD (3840x2160) max 60p
Full HD (1920x1080) max 120p
8K UHD (7680x4320) max 30p
4K UHD (3840x2160) max 120p
Full HD (1920x1080) max 120p
OBIETTIVI COMPATIBILI Nikkor Z (F-Mount con adattatore FTZ)
 I/O    
MEMORY CARD 1x SD, 1x MicroSD (UHS-I) 1x CFe/XQD Type B, 1x SD
INTERFACCE

USB Type C, HDMI Type D, Mic-in, Cuffie, Wi-Fi, Bluetooth

2x USB Type C (1PD), HDMI Type A, Mic-in, Cuffie, Remote 10pin, Wi-Fi, Bluetooth

 BODY    
FLASH

-

BATTERIA EN-EL15c (15a, 15b) / 380-360 scatti (CIPA) EN-EL15c (15a, 15b) / 330-340 scatti (CIPA)
DIMENSIONI (LxAxP)

144x103x49mm

144x119x83mm

PESO

710g

910g

Sebbene i due prodotti appartengano a categoria diverse e non siano direttamente confrontabili, riportiamo in tabella anche i dati di Z8, rappresentativa dello stato dell’arte attualmente disponibile. La maggiore differenza riguarda ovviamente il sensore, di minor risoluzione e non stacked.

Va però sottolineato che, al contrario di Z8 e Z9, per le quali l’otturatore meccanico è ormai considerato obsoleto, la Z f non solo è dotata di otturatore meccanico da 1/8000s, ma non prevede nemmeno l’utilizzo del solo otturatore elettronico (disponibili otturatore meccanico fino a 1/8000s e otturatore a prima tendina elettronica fino a 1/2000s); pertanto, anche a fronte di un readout più lento, ci pensano le tendine ad annullare effetti indesiderati come rolling-shutter e banding/sfarfallio.


Basta la prima tendina elettronica (sotto) ad annullare di fatto l’effetto rolling-shutter. L’otturatore meccanico “completo” mantiene un piccolo vantaggio grazie alla possibilità di arrivare a 1/8000s contro 1/2000s dell’otturatore a prima tendina elettronica.

La cadenza di scatto continuo, come ormai consuetudine per Nikon, è piuttosto articolata e richiede qualche nota oltre il dato sintetico riportato in tabella. Gli 11 fps in formato RAW sono sempre garantiti, con otturatore meccanico o a prima tendina elettronica, mentre la durata della raffica si riferisce al numero massimo di scatti registrabili imposto da menu. Il numero di scatti effettivamente ottenibili dipende dal formato scelto, dalla compressione e dalla velocità della SD card, ma è normalmente sempre inferiore.

A titolo di esempio, registrando in formato RAW-JPEG Fine (condizione peggiore) con compressione RAW ad alta efficienza (Nikon Efficienza elevata*), abbiamo ottenuto un’ottantina di scatti consecutivi con una Sandisk Extreme Pro da 170 MB/s e una sessantina con una SD UHS-I da 30 MB/s.

La SD UHS-I è stata citata non a caso perché, dei due slot di memoria, il Micro SD è proprio di questo tipo. Sessanta scatti non sono certo malaccio, ma il vero collo di bottiglia dell’UHS-I è il tempo di scrittura elevato, che all’esaurimento del buffer “impalla” la fotocamera per un tempo significativo. Nella nostra prova, sono serviti ben 135 secondi per lo svuotamento completo del buffer, e 20-25 secondi per avere di nuovo a disposizione una decina di scatti consecutivi. Chiaro dunque che, volendo fare un uso frequente della raffica, è vivamente consigliato utilizzare il formato SD.

Scattando in formato JPEG, la cadenza di scatto sale a 14 fps, e può arrivare a 15 attivando lo scatto silenzioso. Stranamente, lo scatto silenzioso incrementa la cadenza JPEG (da 14 a 15 fps) ma diminuisce la cadenza RAW (da 11 a 8,3 fps).

In modalità scatto continuo H, cioè lo step appena inferiore al massimo, la cadenza varia con formato, tipo di otturatore e attivazione o meno dello scatto silenzioso, secondo uno schema complesso che non vale la pena esaminare in dettaglio – sinteticamente, si va da 6,5 a 10 fps.

Alcuni particolari costruttivi della Zf. Sopra: il classico mirino circolare Nikon e il sensore, coperto anch'esso - come per le ottiche pregiate - da uno strato alla fluorite che ne facilita la pulizia. Sotto: lo chassis in lega di magnesio e la tropicalizzazione effettuata. Purtroppo, per ragioni di spazio, uno dei due slot di memoria è Micro SD.

Più interessante citare invece la funzione C30, scatto continuo da ben 30 fps ma con le seguenti limitazioni principali: formato solo JPEG, sensibilità ISO solo nativa, durata massima della raffica pari a circa 4 secondi, equivalenti a circa 120 scatti consecutivi. Interessante la possibilità di includere nella raffica il buffer fino a un secondo prima dello scatto (opzioni: 0,3s – 0,5s – 1s), che fa piuttosto comodo nella fotografia sportiva amatoriale. È la stessa funzione Pre-recording che si trova anche sulla Z8, e che anche in questo caso si gestisce con la voce di menu d3.

La dotazione di schermi – posteriore e mirino – è sostanzialmente equivalente a quella della Z8, fatta salva una distanza di accomodamento dell’occhio dichiarata leggermente inferiore. Ovviamente, causa diversa tipologia di sensore, la visione in scatto continuo ad alta velocità non è real-time come per Z8 e Z9, ma l’esperienza d’uso in scatto singolo è molto simile.

Molto simile anche il sistema AF, che include, al pari di Z8 e Z9, l’evoluto 3D Tracking (modalità AF-C). Nella sua modalità “base”, mette a disposizione del fotografo un punto singolo con cui agganciare inizialmente il soggetto, che in seguito verrà inseguito con tenacità e precisione per l’intero fotogramma. Attivando il riconoscimento dei soggetti (scelta convenientemente posta nella stessa pagina di menu rapido (i) dedicata alla scelta dell’area AF), la fotocamera affinerà la scelta del punto AF in base al soggetto riconosciuto, mostrando un secondo quadratino che si aggiunge a quello selezionabile dal fotografo – ad esempio, puntando sommariamente all’occhio del soggetto, la fotocamera lo individuerà e punterà con maggiore precisione.

Per quanto riguarda la selezione area AF, in modalità AF-S abbiamo a disposizione il punto singolo standard, il punto singolo pinpoint (davvero minuscolo, per selezioni estremamente precise nello still life) e ben 5 “wide area”: 3 fisse (small, medium, large) e due personalizzabili (C1 e C2) che, prendendo come unità di misura base il singolo punto, possono coprire un’area da 1x1 (punto singolo, appunto) a 21x13 (praticamente l’intero fotogramma) con la massima libertà. È stata questa una delle novità della Z8, che siamo stati felici di ritrovare sulla Z f.

In modalità AF-C non è disponibile il punto singolo pinpoint ma si aggiungono le “dynamic area” (punto/zona centrale principale contornato da punti AF di assistenza), anche in questo caso nelle varianti small, medium e large, e il già citato 3D Tracking. Sempre disponibile, sia in AF-S sia in AF-C, la selezione completamente automatica sull’intera area.  

Il riconoscimento soggetti è anch’esso quello più avanzato visto con la Z8 (persone, animali, veicoli e aeroplani), mentre è stato semplificato il menù di risposta AF a3, che in questo caso include il parametro Risposta scatto AF bloccata (tenacità di aggancio soggetto in caso di ostacoli) ma non il parametro Movimento soggetto (Regolare / Irregolare). Considerata la tipologia di fotocamera, non si tratta di una enorme rinuncia.  

Supportata la funzione pixel shift, con modalità avanzate: 4 o 16 scatti consecutivi per le consuete immagini senza interpolazione colore e a risoluzione quadruplicata, e in aggiunta due ulteriori modalità da 8 e 32 scatti, che raddoppiano gli scatti delle precedenti per mediare l’informazione di ciascun pixel e migliorare così rumore e riproduzione tonale. Purtroppo, come accade anche per Z6 II, gli scatti devono necessariamente essere uniti via PC.   

Standard
Standard

Piatto
Piatto

Alta Intensità
Alta Intensità

Più frivola, ma simpatica e in linea con lo stile vintage della fotocamera, l’introduzione di due Picture Control dedicati al bianco e nero: “uniforme” e “toni profondi”. Non mancano, anche in questo caso, la funzione ammorbidimento pelle vista su Z8 e la funzione anti-flickering.

Ulteriormente migliorata la sensibilità AF, che ha ormai raggiunto valori di luce ambiente in cui non ha alcun senso scattare fotografie (sfidiamo chiunque a raggiungere i -10 EV senza una camera oscura molto ben fatta), così come migliorata è la stabilizzazione, in questo caso grazie a un cambio di algoritmo che ora considera il punto AF come “centro immagine” da neutralizzare. Ecco allora ben 8 EV di vantaggio dichiarato, secondo lo standard CIPA.

Come sempre, a differenza delle stime sull’autonomia, tipicamente pessimistiche, gli stop di vantaggio garantiti dallo stabilizzatore sono sensibilmente ottimistici. Nella nostra prova empirica con il 40mm abbiamo ottenuto i risultati visibili qui sotto.

In assenza di stabilizzatore, con attenzione e un po’ di fortuna, siamo riusciti a ottenere qualche scatto nitido fino a 1/30s, mentre a partire da 1/15s non siamo stati più in grado di farlo. Con stabilizzatore, siamo invece arrivati a 1/8s, con lo scatto a 1/4s che non è perfettamente nitido ma si può considerare utilizzabile.

Considerando allora bonariamente 1/125s come tempo di sicurezza (in realtà, in ossequio alla regola dell’inverso della focale, abbiamo ottenuto scatti nitidi anche a 1/60s), possiamo parlare di 4-5 stop rispetto a un tempo di sicurezza molto prudente, 3 stop rispetto a una “buona mano”. Risultati comunque sufficienti a porre la Z f in cima alla piramide.      

Il video non può ovviamente essere 8K, data la risoluzione del sensore, ma le specifiche sono comunque di tutto rispetto. Citiamo, oltre a quanto riportato in tabella, la registrazione H.265 a 10-bit in-camera e la possibilità di registrare fino a 125 minuti consecutivi un 4K. Certo un drastico cambio di rotta rispetto alla reflex D f, che scelse di fare a meno della registrazione video (e fu per questo molto criticata). 

La batteria è la stessa EN-EL15c utilizzata da molti altri corpi macchina Nikon, Z8 compresa, ma in questo caso il sensore meno energivoro le consente di fare qualche scatto extra: 360 utilizzando il mirino EVF, 380 su cavalletto inquadrando con il display posteriore.
Obbligata per ragioni di spazio, ma molto poco pratica, la già anticipata soluzione di adottare un secondo slot di memoria Micro SD.