Panasonic S1R, debutto perfetto. La nostra recensione

Panasonic S1R, debutto perfetto. La nostra recensione

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Un corpo macchina Full Frame efficace e piacevole da utilizzare, che restituisce immagini di eccellente qualità. Considerando anche le potenzialità dell'alleanza L-Mount, si tratta probabilmente del miglior debutto visto finora. La nostra recensione”

Ergonomia ed efficacia

Con le S1/S1R, Panasonic ha voluto creare dei corpi macchina professionali capaci di soddisfare anche i fotografi provenienti dal mondo reflex, ed è riuscita perfettamente nel suo intento.

Il cambio di marcia rispetto ai corpi macchina Lumix G è evidente. Pur percependosi chiaramente la presenza di un'elettronica sofisticata sotto la superficie, infatti, la sensazione irrazionale è quella avere tra le mani uno strumento più meccanico rispetto alle controparti MQT.

Difficile dire dove nasca esattamente questa sensazione, a cui concorrono certamente diversi fattori. Uno di questi è sicuramente il mirino che, come già accennato nella pagina precedente, è probabilmente il migliore oggi disponibile su una mirrorless: il refresh-rate da 120Hz e l'altissima risoluzione danno l'impressione di osservare una scena reale come mai prima d'ora.

Il tempo di commutazione, pur percepibile in alcuni frangenti, è sufficientemente ridotto da non infastidire, e sembra che alcuni dettagli siano stati appositamente studiati per riprodurre il comportamento di una reflex – ad esempio, il tempo di black-out in scatto singolo (già sottolineato nel corso dell'anteprima e confermato con firmware 1.1) avrebbe probabilmente potuto essere più ridotto, considerata la reattività che il display esibisce in scatto continuo…

Purtroppo, questo mirino è anche, con tutta probabilità, uno dei principali responsabili di un'autonomia di scatto risicata per un modello con ambizioni professionali – circa 350 scatti, nonostante una capacità della batteria da ben 3050 mAh (vedi Dettagli tecnici e prestazioni).

Panasonic ha in effetti implementato una particolare modalità risparmio (Scatto LVF risp. energ.) che spegne la fotocamera non appena si allontana l'occhio dal mirino (con ritardo impostabile da 1 a 10 secondi), consentendo di triplicare l'autonomia di scatto – nientemeno che 1100-1150 scatti con il 24-105mm, in funzione della memory card utilizzata.

Tale modalità, oltre che essere efficace, è anche piuttosto comoda, per due motivi: innanzitutto, il tempo di wake-up inferiore al secondo (di fatto, basta premere il pulsante di scatto mentre si solleva la fotocamera e, una volta avvicinato all'occhio, il mirino è già acceso). Il secondo motivo è un'intelligente gestione che consente di attivare questa modalità sempre, oppure solo quando il display posteriore visualizza il pannello di controllo; il tasto Disp funge così anche da On/Off per la modalità risparmio.

Per un utilizzo amatoriale, la consigliamo caldamente. Impensabile, però, utilizzare una modalità del genere in un contesto professionale, se non in ambiti statici come il paesaggio o lo still-life. Panasonic dovrà quindi lavorare sull'autonomia.  

Per quanto riguarda la messa a fuoco, l'utente ha a disposizione 225 zone AF selezionabili e diverse modalità di raggruppamento, molte delle quali comuni anche ai modelli Panasonic MQT come la GH5 (che, in effetti, utilizza anch'essa 225 zone AF in griglia 15x15).

Si va dalla selezione automatica su tutte le 225 zone (in modalità AF-C, è possibile scegliere il punto iniziale) alla singola zona di dimensione personalizzabile, con l'interessante variante della modalità "1 area+" che, alla zona centrale preferenziale, aggiunge una seconda zona circostante "di assistenza" – l'equivalente cioè dell'espansione area AF di altri marchi, utile in caso di soggetti in movimento difficili da tracciare con area singola.

È possibile selezionare due diverse modalità macro-zona: una di forma ovale, che parte da 5 zone (la centrale e altre 4 nelle direzioni cardinali) per arrivare a coprire oltre metà dell'area utile, e la peculiare zona lineare di Panasonic, che attiva una sola striscia, orizzontale o verticale, di ampiezza personalizzabile tra 1 e 7 zone. 

Sono disponibili le modalità Tracking e Precisa (solo AF-S) con quest'ultima che, oltre a offrire una selezione molto puntuale, mostra automaticamente un ingrandimento dell'area interessata alla pressione a mezza corsa del pulsante di scatto.


Il riconoscimento viso/occhi all'opera. Vedi videorecensione per il relativo filmato.

La vera novità delle S1/S1R è la modalità Rilevamento viso / occhi / animali, che riconosce persone (viso, mezzobusto o figura intera) e animali (volatili, canidi e felini) per ottimizzare messa a fuoco ed esposizione. La fotocamera riconosce fino a 3 soggetti sulla scena, e permette di passare dall'uno all'altro (e/o da un occhio all'altro) in modo molto pratico, tramite schermo touch o, per chi preferisce usare il mirino, semplicemente premendo ripetutamente il joystick.

La bontà di questo sistema ci ha positivamente colpiti. Soggetti umani e animali domestici vengono in effetti riconosciuti puntualmente già quando occupano piccole aree del fotogramma (al di sotto di una certa soglia, l'AF passa in modalità Tracking), e non appena raggiungono dimensioni "accettabili" in termini compositivi, la S1R non sbaglia un colpo. Per gli scatti quotidiani, in particolar modo per il ritratto, è una soluzione davvero eccellente!


L'eye-tracking non si lascia ingannare dagli occhiali.

In caso di scatto sportivo, quando generalmente si desidera avere più controllo sul punto AF, lavorando in modalità a zona singola o zona espansa, vengono in aiuto i parametri di personalizzazione. Il primo è AF Sensitivity, che permette di ignorare i cambi di distanza AF repentini (ignora ostacolo temporaneo) o di tenerne immediatamente conto (fuoco immediato su nuovi soggetti).

Il secondo è AF Area Switching Sensitivity, che gestisce la strategia di cambio punto AF in modalità tracking: da risposta immediata a risposta più graduale, con quest'ultima che minimizza gli effetti di piccoli movimenti del soggetto e ostacoli temporanei.


Buono anche il riconoscimento animali. Nel riquadro: personalizzazione parametri AF.

Infine, Moving Object Prediction influenza il peso della funzione di previsione del movimento. Il valore minimo, 0, è indicato per soggetti in movimento regolare, con minime accelerazioni; il valore massimo, +2, per soggetti che accelerano repentinamente, al costo di un AF più "nervoso" e dalla risposta meno prevedibile.

Nel complesso, ci è parso che questi tre parametri (che si ritrovano peraltro, con minime variazioni, anche nei modelli "Pro" di altri marchi), svolgano bene il loro lavoro – potremo però dire l'ultimissima parola su questo argomento solo quando avremo la possibilità di utilizzare ottiche di focale più lunga.

Il maggior punto debole della S1R in contesti dinamici è, a nostro avviso, la modalità Tracking, la cui efficacia è in assoluto più che discreta, ma non pari a quella delle rivali Sony. Nel complesso, non c'è comunque di che lamentarsi per una fotocamera che non nasce per la fotografia dinamica.


Test AF in basse luci. Vedi videorecensione per il relativo filmato.

Sempre a proposito di messa a fuoco, nel corso dell'anteprima abbiamo espresso qualche riserva sull'efficacia in basse luci, rimandando a questa recensione per un'analisi più completa. Ebbene, complice anche il passaggio al firmware 1.1, dobbiamo dire che il problema è stato probabilmente creato da Panasonic stessa, e dalle aspettative troppo elevate che ha suscitato parlando di messa a fuoco a -6 EV.

La realtà dei fatti è che in condizioni già al limite per ottenere un buono scatto a mano libera con luce naturale (10 EV, corrispondenti ad esempio a 1/60s, f/4, 100 ISO) la risposta è sicura e fulminea. Scendendo a 5 EV (corrispondenti ad esempio a 1/60s, f/4, 3200 ISO), il degrado prestazionale è impercettibile.

A 2-3 EV (corrispondenti ad esempio a 1/60s, f/4, 25600-12800 ISO), vale a dire penombra, la messa a fuoco rallenta visibilmente – vedi filmato – ma il soggetto viene ancora agganciato in modo sicuro. Scendendo ancora di uno stop, a 1 EV, si arriva a nostro avviso al limite di utilizzabilità pratica; il soggetto viene ancora agganciato, ma con molto ritardo e possibili errori.

La specifica di Panasonic è dunque abbondantemente ottimistica, ma in assoluto la S1R si confronta sostanzialmente alla pari con tutte le dirette concorrenti dotate di AF ibrido o a rilevazione di fase.

1s
1s

1/2s
1/2s

1/4s
1/4s

1/8s
1/8s

1/15s
1/15s

1/30s
1/30s

1/60s
1/60s

1/125s
1/125s

Valutazioni analoghe valgono per lo stabilizzatore: Panasonic dichiara (secondo lo standard CIPA) ben 6 stop con il 24-105mm @ 105mm. Considerata lunghezza focale e risoluzione del sensore, e posto di conseguenza 1/250s come ragionevole tempo di sicurezza per lo scatto a mano libera, fino a 1/15s (4 stop) abbiamo ottenuto regolarmente ottimi risultati.

Ancora a 1/8s (5 stop), forte anche della notevole nitidezza complessiva, il risultato qui pubblicato è a nostro avviso pressoché impeccabile, ma va detto che con questo tempo di scatto la variabilità aumenta molto, e ottenere uno scatto pulito richiede diversi tentativi.

A 1/4s (6 stop) non siamo riusciti a ottenere uno scatto perfettamente nitido. Non possiamo per questo che ripetere quanto detto poco sopra: 6 stop sono ottimistici, ma 5 stop ci sono tutti e, a 1/8s, il risultato da noi ottenuto è migliore di quello ottenuto con la Sony A7R III, che in effetti dichiara 5 stop di vantaggio. Per la cronaca, nelle nostre condizioni di scatto, la S1R ha mostrato l'avviso "pericolo mosso" a partire da 1/15s, coerente con le reali prestazioni della camera.

Completamente rivisto il menu, molto ordinato ed efficace grazie alla struttura a due livelli. Nella prima colonna, si sceglie la macro-categoria (foto, video, preferenze, setup, menu personalizzato e playback). Nella seconda, la sottocategoria (ad esempio, dal menu foto, le prime sottocategorie sono relative a qualità immagine e messa a fuoco). La parte destra del menu mostra a questo punto le voci interessate. Ogni pagina corrisponde a un'icona di sottocategoria, ed essendo entrambe le colonne di icone sempre in vista, risulta sempre molto chiaro come muoversi.

Qualità-1
Qualità-1

Qualità-2
Qualità-2

MAF
MAF

Altro-1
Altro-1

Altro-2
Altro-2

4K/6K
4K/6K

Non è poco, se si considera che la ricchezza di funzioni di questa fotocamera è davvero impressionante. Solo per citare le più significative: scatto HLG (Hybrid Log Gamma, alta gamma dinamica su televisori e altri dispositivi compatibili), modalità Hi-Res, compensazione per diffrazione in-camera, modalità silenziosa, time lapse, 4K/6K Photo e Post focus, riduzione effetto flickering in caso di scatto in luce artificiale, esposizioni multiple, stabilizzatore in-camera,  punto di messa a fuoco separato per orientamento orizzontale e verticale, livella, modalità notturna, avviso alte luci e zebra pattern…

Alcune funzioni possono far sorridere, come il monitoraggio dello stabilizzatore (Visualizzatore stato IS), che mostra un punto centrale mobile entro una sorta di bersaglio – maggiore l'oscillazione del punto, maggiore il movimento della camera. O ancora, la visione in bianco e nero.

Prendendosi il tempo di esaminarle, però, si matura la convinzione che nessuna di queste è funzioni sia fine a sé stessa. Ad esempio, alcuni fotografi utilizzano regolarmente lo Stile BN della propria fotocamera al solo scopo di interpretare meglio composizione e messa a fuoco sul display posteriore. Ci pare quindi di poter affermare che la ricchezza di opzioni non nasca da una volontà di fare sfoggio di tecnologia, ma che sia piuttosto frutto di un dialogo con fotografi di ogni tipo.      

Oltre a tutto ciò, troviamo la possibilità di personalizzare nel dettaglio ogni vista e pressoché ogni pulsante o leva del corpo macchina, così come il Quick Menu. Insomma, usare la S1R è stato un piacere fin dal primo istante, e il divertimento è cresciuto ulteriormente nei giorni successivi, allo scoprire di tante piccole funzionalità nascoste. Il rovescio della medaglia è un tempo di apprendimento sensibilmente superiore a quello, per restare in casa SL Mount, delle "sorelle" Leica, caratterizzate al contrario da un approccio super-essenziale.