Quando si parla di fotocamere bridge ci si trova più o meno d'accordo sull'effettivo compromesso tra qualità e portabilità offerto. A metà strada tra una fotocamera reflex ed una compatta punta e scatta, il mondo bridge offre molteplici sfaccettature che trovano i propri punti di forza nella possibilità di impostazione manuale dei parametri di scatto oppure nel migliore contenimento del rumore rispetto ad una compatta o ancora nella comodità data dalle dimensioni e pesi contenuti che una reflex ad ottiche intercambiabili non è ancora riuscita ad offrire.
Osservando l'andamento del mercato delle ultime stagioni ci si rende ben conto che anche il mondo bridge gioca buona parte del proprio marketing su determinati punti caldi: caratteristiche o funzionalità che vengono esagerate al punto di far spiccare il nuovo modello fra i tanti prodotti dai concorrenti, basti pensare all'aumento incessante della risoluzione su sensori che mantengono la stessa superficie.
L'ultimo specchietto è stato la produzione di obiettivi superzoom che da una focale grandangolare di 24 o 28 mm equivalenti raggiungono valori di ingrandimento che costerebbero anni di sacrificio e stipendi per poter essere adottati dall'amante reflex. Alcune case come Fujifilm, Sigma e Ricoh hanno privilegiato per prime un aspetto che stona con queste scelte marketing ma punta ad aumentare la qualità fotografica attraverso l'ampliamento della gamma dinamica e sistemi di riduzione del rumore. Anche Sony è riuscita ad emergere dalla massa con delle scelte tecniche che hanno incuriosito tutti.
All'ultimo PMA ci si apettava da Sony un nuovo modello reflex, la casa Giapponese ha presentato al contrario una fotocamera bridge che nessuno attendeva, la Sony DSC HX1. All'apparenza una compatta superzoom equipaggiata dal sensore Exmor capace di girare filmati in alta qualità, nella sostanza un apparecchio che ha spiazzato la sala gremita di giornalisti per le capacità dimostrate. Sony ha chiarito come il processo di acquisizione immagine possa essere qualcosa di dinamico che si svincola dal vecchio concetto di registrazione ed editing ma, possa essere favorito dalle capacità e velocità di calcolo offerto dagli odierni processori e dall'elettronica ad essi associati.
Sony DSC HX1 è ora la punta di diamante della serie Cyber-shot, una fotocamera bridge della risoluzione di 9 Mp che monta il noto sensore Exmor derivato dal mondo DSLR. HX1 è a tutti gli effetti una compatta superzoom, monta infatti un obiettivo Sony serie G capace di 20x di ingrandimento; il range di focali coperto è equivalente a 28-560 mm del formato 35 mm, per prevenire mosso nelle immagini viene adottato un duplice sistema di stabilizzazione sia ottico che digitale.
La fotocamera è equipaggiata con un microfono stereo proprio sulla calotta del mirino digitale, dietro al flash integrato a scomparsa. Grazie allo standard Mpeg4 H.264, è possibile registrare filmati in qualità HD. Oltre al mirino digitale è presente sul dorso della fotocamera anche uno schermo LCD TFT da 3" e 230.000 punti con funzionalità tilt.
Un innovativo sistema di riduzione delle vibrazioni e del rumore in bassa luce, la possibilità di effettuare scatti panoramici a mano libera e la gestione intelligente delle scene sono solo i punti salienti che si celano dentro il corpo di questa bridge. Analizziamo più in dettaglio la Sony DSC HX1 e mettiamola sotto sforzo in questa recensione.