Quando è stata presentata la nuova fotocamera mirrorless Canon EOS R5 si è fatto un gran parlare del problema legato al surriscaldamento durante la registrazione video. La società ha già risposto che è stato fatto tutto il possibile per permettere di avere un raffreddamento adeguato senza perdere però le resistenza agli agenti atmosferici. Inoltre sono stati rilasciati alcuni firmware per attenuare il problema.
Raffreddamento a liquido per una Canon EOS R5
Ma era solo questione di tempo perché qualcuno provasse a fare di più! Ovviamente nessuna delle procedure descritte è consigliata da Canon e quindi l'utente deve procedere a suo rischio e pericolo. Si sta parlando infatti di installare un raffreddamento a liquido per permettere di dissipare il calore in maniera più efficace di quanto previsto di fabbrica.
La prova è stata fatta dal creatore di contenuti DIY Perks che ha apportato alcune modifiche. Le prime prove si sono svolte con il firmware 1.0.0 che ha mostrato l'avviso di surriscaldamento dopo 20 minuti di registrazione con raffreddamento standard.
Successivamente DIY Perks ha installato un sistema di raffreddamento a liquido (con due waterblock di Alphacool) nella zona del processore mostrando come la fotocamera si spegnesse ugualmente. Questo è dovuto al timer integrato nel firmware 1.0.0 che dopo 19/20 minuti spegne la fotocamera (visibile al minuto 7:36 del video) anche senza che questa raggiunga temperature allarmanti.
La prova successiva è stata aggiornare la Canon EOS R5 alla versione 1.1.1 (da poco è disponibile l'1.2.0). Con raffreddamento a liquido e firmware 1.1.1 non ci sono stati blocchi tanto che la fotocamera ha registrato per oltre 4 ore (minuto 9:20), ma è ovviamente ben poco utilizzabile in termini pratici. È stata poi fatta la prova con raffreddamento standard e nuovo firmware la fotocamera ha resistito per 25 minuti (minuto 9:51).
Passando invece a un raffreddamento passivo in rame (una lastra da 2 mm di spessore), una pasta termica migliore oltre a del pad termico per trasferire il calore alla zona posteriore invece si sono raggiunti i 39 minuti di registrazione 8K (minuto 14:59).
Si è poi proceduto a installare un sistema di raffreddamento attivo con dissipatore in rame che si fissa all'attacco cavalletto migliorando il trasferimento del calore con un pad termico (minuto 16:23). La fotocamera in questo caso non ha mostrato segni di cedimento e la modifica oltretutto è reversibile.
In ultimo è stata pensata una base attiva che si fissa sempre all'attacco cavalletto. Si tratta di una soluzione compatta, stampata in 3D (almeno una parte) e che non richiede modifiche esterne anche se rimane consigliato utilizzare un dissipatore passivo in rame internamente. Una soluzione per permettere di avere un tempo di registrazione superiore con Canon EOS R5 senza però inficiarne la struttura. Un compromesso tra usabilità e raffreddamento.