Cortona On The Move 2021: torna il festival nella sua forma tradizionale. È come sempre imperdibile

Cortona On The Move 2021: torna il festival nella sua forma tradizionale. È come sempre imperdibile

di Roberto Colombo, pubblicata il

“In questo 2021 Cortona On The Move è tornato a un'edizione più usuale, anche se rafforzata dal lavoro di trasformazione dell'anno scorso. Dopo un anno di pandemia c'è la necessità di tornare a essere capaci di pensarci come un'unica grande comunità, quella degli esseri umani. We Are Humans è così il tema centrale del festival”

L'anno scorso era stato uno dei pochi appuntamenti che era riuscito a sfruttare la 'finestra' per gli eventi in presenza: parliamo di Cortona On The Move, festival internazionale di visual narrative. Nato 11 anni fa come festival di fotografia COTM ha saputo trasformarsi in questi anni e rispondere alle mutate esigenze della comunicazione visiva. L'edizione dell'anno scorso aveva dovuto fare i conti con la pandemia: dapprima era stata pensata come 'solo online', dando vita al progetto Covid-19 Visual Project, una piattaforma multimediale pensata per diventare un archivio permanente sulla pandemia del coronavirus. Il materiale raccolto è stato poi la base per le mostre che in fretta e furia erano state allestite all'inizio dell'autunno, creando un festival dal grande impatto emotivo, proprio grazie alla potenza delle immagini che raccontavano la pandemia, il suo dolore e il lungo periodo di confinamento e lockdown.

In questo 2021 Cortona On The Move è tornato a un'edizione più usuale, anche se rafforzata dal lavoro di trasformazione dell'anno prima. La cornice è tornata a essere quella di luglio per la sua apertura, anche se i primi giorni sono stati accompagnati dalla pioggia e da temperature autunnali, quasi che il meteo volesse fare anch'esso da trait d'union con il 2020.

La scelta è stata quella di ridurre le location, principalmente 2+1, sfruttando gli spazi della Fortezza del Girifalco, di Palazzo Baldelli e quelli all'aperto dei Giardini del Parterre.

Dopo un anno di pandemia, che ha messo a nudo le criticità della società moderna, uno dei temi che attraversa il nostro tempo è la necessità di tornare a essere capaci di pensarci come un'unica grande comunità, quella degli esseri umani. We Are Humans è così il tema centrale di Cortona On The Move 2021. “Siamo tutti protagonisti di questa edizione, l’essere umano torna al centro nella sua quotidianità, con le sue relazioni, gli affetti e la condivisione di esperienze, un omaggio all’ordinario e allo straordinario della nostra condizione umana” ha spiegato Arianna Rinaldo, storica direttrice artistica del festival e che chiude con questa edizione la sua partecipazione in questo ruolo. Sul palco della premiazione è stata data la notizia che questa undicesima edizione sarà l'ultima anche per uno dei fondatori - e storico direttore del festival -, Antonio Carloni.

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La contrazione del numero di location, da un lato aiuta nel trovare tutte le mostre in modo semplice, dall'altro - soprattutto a Palazzo Baldelli - vede un sussegguirsi di immagini, anche molto potenti, che può lasciare quasi sopraffatti i visitatori. Nel caso delle mostre esposte a Palazzo Baldelli il consiglio è quello di prendersi un po' di tempo, magari per tornare a più intervalli, per godersi a pieno tutte le immagini. Tra le mostre esposte qui ve ne segnaliamo alcune in particolare.

Disclosure - Rwandan Children Born of Rape di Jonathan Torgovnik è forse quella più difficile dal punto di vista emotivo. Il fotografo ha indagato la realtà delle donne violentate durante il genocidio del Ruanda. Torgovnik ha incontrato a distanza di anni le madri e figlie e figli nati dalla violenza. Ogni coppia di scatti è accompagnata da un pannello che riporta le parole dei protagonisti, che portano l'osservatore dentro la vicenda e in mezzo alle difficoltà, psicologiche e sociali, che madri e figli hanno dovuto affrontare. Toccante anche l'installazione multimediale con le interviste video.

Anche nel caso del lavoro Unperson - Portraits of North Korean Defectors di Tim Franco, le interviste video gettano una luce ancora più forte sulla vita dei fuggitivi, scappati dal regime della Corea del Nord, tra mille difficoltà, in cerca di una nuova vita.

Decisamente particolare è il progetto video I Am Not Seen, che affronta la questione della disumanizzazione e della dematerializzazione del mondo di Aurore Dal Mas, con cui ho avuto l'occasione di scambiare quattro chiacchiere. Il video è un collage di immagini riprese da telecamere di sorveglianza (pubblicamente accessibili) in giro per il mondo, unite da una colonna sonora ad hoc. Il video gioca sull'assenza della presenza umana nelle immagini e ci restituisce il lato distopico della nostra società attuale.

In mostra a Palazzo Baldelli anche il progetto vincitore del premio internazionale Happiness ONTHEMOVE 2019, Circus Love - The Magical Life of Europe’s Family Circuses di Stephanie Gengotti: un reportage sull’arte circense e sul senso di condivisione, di famiglia e il bisogno di riscoprire il rapporto con la natura. Come spesso accade, gli scatti della Gengotti vanno ben al di là dello scontato e riescono a raccontare una storia in grado di portarci dentro la vita delle persone che vivono dell'arte circense.

Azzeccata è anche la presentazione del lavoro di Hannah Reyes Morales, Living Lullabies, una ricerca a livello globale delle ninne nanna tradizionali, impreziosita dal supporto multimediale delle registrazioni delle stesse, in grado veramente di dare vita a ogni scatto.

Nel giro tra le mostre ho incontrato anche Marco Garofalo autore di Energy Portraits, progetto fotografico promosso da Fondazione AEM – Gruppo A2A e WAME (World Access to Modern Energy), che affronta un tema contemporaneo molto delicato: la sfida globale dell’accesso all’energia. Frutto di un lavoro di ricerca nel sud del mondo, si tratta della prima parte di un progetto che vorrà poi raccontare anche l'altra faccia della medaglia, ossia l'utilizzo e lo spreco di energia che caratterizza i paesi più industrializzati. In questa prima porzione di scatti Marco ha incontrato molte famiglie nelle loro case, documentando quanto l'energia elettrica sia fondamentale oggi.

Gli scatti di Garofalo mettono anche in luce alcune delle contraddizioni del nostro tempo, con la rete cellulare ormai pervasiva, ma magari non accompagnata dalla stessa pervasività della rete elettrica. Il cellulare è oggi fondamentale, ad esempio in molti paesi africani, e prende ovunque, il problema spesso è avere l'energia per farlo funzionare. Dalle parole di Marco abbiamo scoperto che oggi il vestito tradizionale dei Masai, oltre alla cintura per portare il bastone, offre anche la tasca per il telefonino: consultare le previsioni meteo per sapere dove ha piovuto o pioverà è oggi fondamentale per i pastori per trovare i pascoli per il bestiame e i sistemi di pagamento ormai passano in gran parte proprio dal telefonino.

Come sempre alcune delle mostre più importanti sono esposte nella bellissima cornice della Fortezza del Girifalco. Tra i protagonisti dell’undicesima edizione, Paolo Pellegrin, fotografo italiano di fama mondiale dell’agenzia Magnum Photos e Canon Ambassador, ha accolto la proposta di Cortona On The Move e Intesa Sanpaolo, Main Partner del festival, di realizzare un progetto fotografico sugli effetti della pandemia da COVID-19 nei rapporti tra le persone. L’Altro, titolo della mostra di Pellegrin, è un progetto fotografico che cattura la quotidianità in un periodo storico atipico segnato dal distanziamento sociale. Forti contrasti di luce e lunghe esposizioni rendono le persone irriconoscibili dietro le mascherine e raccontano il vuoto di relazioni che la pandemia ha creato.

Da qualche anno uno dei pezzi forti dell'esposizione alla fortezza sono le mostre estratte dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo. Come saremo – L’Italia che ricostruisce è anche quest'anno la conferma della ricchezza dell'archivio, con una selezione che vuole creare un parallelismo tra l'Italia in bianco e nero in grado di ripartire nel secondo dopoguerra e il paese che oggi si trova in una situazione simile.

La fortezza si arricchisce di una nuova location, il bastione. Consigliamo vivamente la visita a questa porzione appena recuperata (o per meglio dire ancora in via di recupero definitivo), non solo per le due mostre che troverete all'interno, ma soprattutto per gli scatti del progetto Leaving and Waving di Deanna Dikeman che incontrerete lungo il muro di cinta. Come tutti i progetti di lungo corso, questa serie di immagini dei genitori, riprese ogni volta che la fotografa andava a trovarli, sono in grado di raccontarci il passare del tempo, l'invecchiamento e l'ineluttabile addio. Sempre in esterna, questa volta nel cortile della fortezza, il progetto No Memory Is Ever Alone di Catherine Panebianco: l'autrice ha recuperato le diapositive scattate dal padre ai tempi della sua infanzia e ritrovandone i luoghi le ha inserite, in modo del tutto analogico, all'interno della realtà attuale.

Cortona On The Move animerà lo storico borgo toscano fino al 3 ottobre 2021 e consigliamo vivamente di fare una deviazione se passate in zona, ma anche di prevedere una gita ad hoc per fare questa immersione nella fotografia contemporanea. Per tutte le infomazioni: Cortona On The Move - festival internazionale di visual narrative

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