Canon EOS R3, regina del sistema R. La recensione

Canon EOS R3, regina del sistema R. La recensione

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“La EOS R3 è la mirrorless che i canonisti attendevano fin dal debutto del sistema R. Ergonomia e prestazioni da ammiraglia, unite a tecnologie di punta, danno vita a un prodotto che sintetizza il meglio del mondo reflex e mirrorless. ”

Ergonomia ed efficacia

Alle precedenti EOS R5 ed R6, come ad altre mirrorless con ambizioni top, abbiamo rimproverato soprattutto il fattore di forma. Siamo dunque felici che la R3 abbia, finalmente, struttura ed ergonomia di una vera ammiraglia

Con la R3 niente più compromessi imposti dal poco spazio: la disposizione dei comandi è ottimale, e non c'è carenza di controlli diretti. Si può in effetti dire che, proprio con la R3, il sistema di comando a 3 ghiere – più in generale, il sistema EOS R – abbia raggiunto piena maturità, e ci auguriamo che questa sia la base di tutti i futuri modelli professionali, R5 Mark II compresa.


EOS R3 e 1D X Mark III a confronto.

Come per R5 ed R6, alle tradizionali ghiere di comando frontale e posteriore si aggiunge quella superiore (Quick Control 2), per default assegnata all'impostazione di sensibilità, che completa la gestione del triangolo di esposizione. Come per R5 e R6, è poi sempre disponibile l'ulteriore ghiera sul corpo obiettivo, caratteristica del sistema EOS R, che aggiunge un ulteriore grado di libertà.

Anche in questo caso troviamo il Multi Controller, cioè il joystick sul dorso per la gestione del punto di messa a fuoco, ma solo sulla EOS R3, tra le mirrorless, troviamo anche lo Smart Controller, cioè quel piccolo PAD integrato nel pulsante AF-On visto finora solo sulla 1D X III. Stessa funzione del Multi Controller, anime diverse: il Multi Controller è molto preciso e sempre affidabile. Lo Smart Controller è molto sensibile, fulmineo nella risposta ma, proprio per questo, un po' meno preciso e quindi meno adatto alle regolazioni fini.


EOS R3 + RF 100-500mm - 500mm, 1/1600s, f/7.1, 2000 ISO.

A questo, solo la R3 aggiunge l'ulteriore metodo di controllo del punto di messa a fuoco con lo sguardo. Ci è piaciuto, anche se esistono sicuramente margini di miglioramento nell'individuazione della direzione dello sguardo e se, in ogni caso, sarà necessario un periodo di adattamento prima di trovarsi a proprio agio. Il giudizio positivo nasce soprattutto considerando la sinergia tra i tre sistemi – Multi Controller, Smart Controller e Eye Control. Anche l'Eye Control, infatti, ha una sua anima ben distinta dagli altri due: davvero istantaneo (basta, letteralmente, pensare al soggetto da inquadrare) ma di contro meno preciso anche dello Smart Control, si adatta a quelle situazioni in cui è sufficiente una selezione grossolana del soggetto.

Per inciso, tali situazioni con la R3 sono più comuni di quanto i fotografi tradizionali possano pensare, perché la selezione automatica della fotocamera svolge sempre un ottimo lavoro; così, basta utilizzare una modalità AF "allargata" (ad esempio la Zona AF #1), tipicamente con inseguimento attivo, per ottenere un metodo di selezione super-veloce ed efficace in presenza di soggetti isolati. In tutta franchezza, se la selezione automatica non fosse così buona, probabilmente l'Eye Control sarebbe risultato troppo acerbo. Così, invece, è una valida opzione extra.


EOS R3 + RF 100-500mm - 270mm, 1/1250s, f/5.6, 800 ISO.

Ovviamente non si adatta a tutte le condizioni di scatto. Scene confuse, con presenza di soggetti multipli, sono fuori dalla sua portata. In generale, chi è abituato a scattare usando l'occhio non dominante tenendo anche l'altro occhio aperto per controllare la scena, non potrà usare l'Eye AF.

Buona l'implementazione. Attivando l'Eye Control, compare nel mirino EVF un "bersaglio" che indica la posizione dello sguardo. Premendo il pulsante a metà corsa, il punto AF si sposta sul bersaglio. Premendo il pulsante SET, cioè quello concentrico alla ghiera posteriore, si abilita/disabilita l'Eye Control, così, quando serve, si può sempre tornare velocemente a un metodo di selezione più tradizionale, Smart o Multi Controller che sia.


EOS R3 + RF 100-500mm - 300mm, 1/1250s, f/5.6, 320 ISO. Sopra: Immagine originale. Sotto: ritaglio 100%.

Anche lo Smart Control risulta "troppo" per i propri gusti? Può essere, perché la sua sensibilità (personalizzabile, ma sempre piuttosto elevata) può portare a muovere inavvertitamente il punto AF… Ebbene, nessun problema, anche lo Smart Controller può essere disattivato, tornando a un layout e a una funzionalità stile 1D X Mark I. Funzionalità che, in ogni caso, beneficia di un pulsante AF-On in posizione e di dimensione giusta. Già nel suo utilizzo base, cioè, la R3 è migliore di R5 e R6. Chi è disposto a dedicare un po' di tempo a familiarizzare con gli ulteriori due controlli, può fare significativi balzi avanti in termini di operatività.

Il sistema autofocus è stato ulteriormente affinato rispetto a quanto visto sulla top di gamma reflex. Ripetiamo brevemente, per praticità, quanto già detto in passato prima di passare alle novità.

La copertura è pressoché totale, la granularità (quindi la precisione) è eccellente, e doti di inseguimento allo stato dell'arte si sommano a possibilità di personalizzazione estremamente ampie, per assicurare al fotografo un mix vincente tra controllo e automatismo. Ottima anche la capacità di lavoro in basse luci.


EOS R3 + RF 70-200mm - 1/1000s, f/2.8, 4000 ISO. La EOS R3 tende (se si attiva automatismo) a cercare l'occhio anche con soggetti mediamente lontani. Spesso ha successo, e il risultato è impeccabile, anche in caso di ostruzioni parziali e soggetti non frontali...

L'ulteriore affinamento introdotto dalla R3 è un cambio di paradigma nell'approccio all'inseguimento. Con la R3, infatti, non esiste più una rigida separazione tra punti AF per posizionamento manuale e Zone automatiche. Esiste invece la già citata voce Inseguimento soggetto (menu AF-1), che attiva l'inseguimento anche partendo da un punto singolo, o da un'espansione Area AF a 5 o 9 punti. Ancora maggiore libertà d'azione dunque, e maggior facilità nell'acquisire soggetti difficili affidandosi ad aree AF iniziali di maggiori dimensioni.

Serve maggior precisione?!? Nessun problema: si disabilita l'inseguimento (operazione veloce, con combinazione di pulsanti studiata ad-hoc) e il punto singolo torna a essere fisso, dove lo posiziona il fotografo. Lo stesso vale per le Zone: con inseguimento disattivato, la fotocamera sceglie autonomamente il punto AF entro la zona, ma la zona stessa resta dove l'ha posizionata il fotografo. Attivando l'inseguimento, viceversa, anche la zona si sposta.


...altre volte, no. Anche quando non aggancia immediatamente, o perde temporanemante il soggetto, però, la reattività complessiva è tale da consentire alla macchina un recupero nel giro di pochissimi frame. Anche uno solo, come in questo caso. I tre fotogrammi mostrati sono parte di una raffica a 15 fps.

Dobbiamo dire che con la EOS R3 (ma lo stesso ci era appena capitato con la Nikon Z9) abbiamo scelto di affidarci all'intelligenza della macchina più di quanto fatto in precedenza, usando molto di più zone AF a selezione automatica (in questo caso, quasi sempre la Zona #1 di default) e ottenendo così una maggiore facilità nell'agganciare il soggetto e una maggiore percentuale di successi con, allo stesso tempo, maggiore precisione nell'agganciare zone rilevanti (occhi/testa del soggetto). In sintesi: la R3 ha fatto quello che volevamo facesse, meglio di quanto avremmo potuto fare manualmente.     


Un altro esempio della reattività del sistema, in questo caso con RF 70-200mm: primo fotogramma sfocato, ma la R3 acquisisce il fuoco prima che l'azione arrivi al culmine. Scatti consecutivi di una raffica da 30 fps.

Nessuno è perfetto, sia chiaro. Anche la R3 saltuariamente perde il soggetto, a volte in modo inspiegabile per il fotografo, come ad esempio nei fotogrammi centrali di una raffica. L'impressione che abbiamo avuto è che rispetto ad altre macchine, la R3 cerchi maggiormente il risultato perfetto, cioè non si accontenti mai del corpo e della testa dell'atleta ma vada regolarmente a cercare l'occhio, e che forse anche per questo a volte lo perda. Può giocare un ruolo anche il fatto che il Dual Pixel AF corrisponda a punti AF a singolo segmento, come evidenziato nella recensione della EOS R. In ogni caso, la reattività complessiva del sistema è tale che la macchina è in grado di recuperare l'errore anche nello spazio di un singolo fotogramma (vedi esempio qui sopra). 

A livello di comandi, tutto si gestisce con la combinazione di pulsanti Selezione punto AF + M.Fn1 (scelta della modalità AF) e Selezione punto AF + M.Fn2 (attivazione /disattivazione inseguimento). Questo dettaglio operativo è rilevante in quanto esiste in effetti un ulteriore… come definirlo?!? Approccio?!?

Beh, proviamo a spiegarci in questo modo: quanto descritto finora somiglia molto all'operatività della 1D X III; chiamiamolo quindi "approccio reflex". Ma la R3 può funzionare anche con un approccio più tipico delle mirrorless non professionali. Come? Premendo il pulsante M.Fn2 si attiva il riquadro di inseguimento, un'entità più autonoma e costantemente attiva (non serve premere AF-On o il pulsante di scatto a metà corsa), nonché libera di espandersi o contrarsi per adattarsi a quello che ritiene il soggetto principale. L'inseguimento è altrettanto buono, ma il livello di controllo è, in questo caso, ovviamente quasi nullo.    


Buone capacità di tracking e buona "tenacità" al soggetto anche in caso di impallamenti temporanei, ma solo previa personalizzazione fine del sistema, che richiede un minimo di dedizione.

Anche per questo, la EOS R3 sembra potersi adattare bene tanto a un pubblico professionale quanto amatoriale e più orientato all'automatismo (vidi anche programma di scatto flessibile Fv). Questa enorme flessibilità, però, può anche generare confusione. Noi stessi ci abbiamo messo qualche istante a "mettere a fuoco" (scusate il gioco di parole) la differenza tra attivazione/disattivazione dell'inseguimento (Selezione punto AF + M.Fn2) e attivazione del riquadro di inseguimento (solo M.Fn2).

Più in generale, esulando dalla specifica questione, di questo sistema AF possiamo certamente dire che le sfumature sono tante e tali che anche il professionista esperto dovrà prendersi tempo per sperimentare prima di trovare la via maestra, anche se proviene da altra fotocamera EOS.  

Il mirino EVF assicura una fluida e non penalizzante visione in tempo reale, del tutto priva di oscuramento con otturatore elettronico. Con otturatore meccanico a 6 fps si percepisce il classico "oscuramento reflex", assolutamente non fastidioso per quanto ci riguarda, mentre con otturatore meccanico a 12 fps il lag di fa più evidente, e l'esperienza visiva si fa più simile alla visione differita. Ancora non penalizzante in termini di scatto, ma sgradevole.

Inoltre, la reattività all'accensione è complessivamente buona ma, a questi livelli, è lecito pretendere ancora di più. Nella nostra esperienza sul campo, in qualche occasione ci è capitato di sollevare la R3 e vedere il mirino nero (pur avendo impostato tutto in funzione delle massime performance). Di nuovo: non penalizzante, dato che non abbiamo perso lo scatto, ma poco piacevole.


Missione (quasi) impossibile: scattare sotto canestro con il 50mm f/1.2 a tutta apertura. Prima di questa generazione di fotocamere sarebbe stato impensabile. Ora è difficile, e ovviamente i focus miss sono diversi, ma non impossibile.

Va riconosciuto a Canon lo sforzo nella ricerca di soluzioni familiari ai suoi utenti reflex. Il mirino della R3 è infatti in grado non solo di mostrare (a richiesta) un'anteprima anche della profondità di campo, ma offre in aggiunta una peculiare modalità chiamata Vista mirino ottico (menu Fotocamera-9) che si propone – con successo – di simulare la visione del mirino reflex. In pratica, viene creata una visione HDR per simulare la maggior gamma dinamica dei nostri occhi, e l'effetto è convincente.

Ovviamente, come per le reflex, il risultato fotografico sarà diverso da quanto visto nel mirino. Ad esempio, facendo un ritratto in forte controluce senza compensazione, con Vista mirino ottico avremmo il soggetto ben illuminato e distingueremmo ogni dettaglio del viso, mentre senza Vista mirino ottico vedremmo il volto scuro, che è poi quello che otterremmo dall'eventuale scatto. Se, viceversa, facessimo lo stesso ritratto con compensazione, con Vista mirino ottico avremmo ancora il soggetto ben illuminato, esattamente come nel caso precedente, mentre senza Vista mirino ottico vedremmo il volto chiaro o scuro a seconda che sia stata attivata o meno la simulazione di esposizione (normale comportamento dei mirini EVF).

A titolo personale, avremmo barattato questa funzione con una maggiore reattività ma, come già detto, l'attività fotografica non è penalizzata dal mirino, e tanto basta.
Quello che più ci ha infastidito a livello di esperienza d'uso, sia perché ha un maggiore impatto sull'attività fotografica sia perché la troviamo una limitazione gratuita, è la già citata scelta di rendere non personalizzabile la cadenza di scatto. Soprattutto per quanto riguarda l'otturatore elettronico, che è la soluzione più naturale per una mirrorless.


EOS R3 + RF 100-500mm - 100mm, 1/1250s, f/5.6, 1000 ISO.

Parliamo chiaro: 30 fps sono una bellissima specifica, e in alcune situazioni fanno davvero comodo, ma nella maggioranza dei casi sono eccessivi, e produrrebbero solo una montagna di fotogrammi identici. In molti casi, anche 15 fps sono più del necessario. Perché dunque non consentire di scendere sotto questo limite?!?

La R6 aveva un problema analogo, ancora più grave: con otturatore elettronico poteva lavorare solo a 20 fps. La R3 perlomeno offre 2 velocità tra cui scegliere, ma non basta. Speriamo davvero che nuove versioni firmware possano correggere questa pecca.       

In tema di usabilità, segnaliamo anche un'ultima piccola pecca, seppur non paragonabile alla precedente: ci piacerebbe poter attivare la funzione Auto ISO semplicemente continuando a ruotare la ghiera superiore (che già è deputata alla scelta della sensibilità) oltre la posizione L, come già si fa normalmente entro i menu.

La R3 è molto ricca di accessori e funzioni avanzate. Si va dalla classica esposizione multipla all'HDR, dal time lapse alla funzone focus stack. È inclusa una sofisticata funzione anti-flicker, ora disponibile anche con otturatore elettronico. È incluso il GPS, oltre agli ormai irrinunciabili Wi-Fi (Dual Band) e Bluetooth e, come per le EOS 1, oltre alla rete wireless è qui prendente anche una porta LAN.

OFF 1/4s
OFF 1/4s

OFF 1/8s
OFF 1/8s

OFF 1/15s
OFF 1/15s

OFF 1/30s
OFF 1/30s

ON 1/4s
ON 1/4s

ON 1/8s
ON 1/8s

ON 1/15s
ON 1/15s

ON 1/30s
ON 1/30s

Efficace lo stabilizzatore che, con focale 100mm, ci ha garantito scatti nitidi fino a 1/8s. Considerando come sempre 1/125s il tempo di sicurezza per questa focale, siamo portati ad assegnare a questo stabilizzatore 4 stop di vantaggio.  

Riguardo all'autonomia, abbiamo ricavato la stessa sensazione avuta con la Nikon Z9. Lo standard CIPA riconosce alla EOS qualcosa in meno rispetto alla rivale Nikon (620 scatti contro 700), ma gli scatti reali, sul campo, sono molti più di quelli dichiarati, specie se si utilizza regolarmente lo scatto continuo. A titolo di esempio, da una sessione di scatto siamo tornati con circa 3500 e ancora il 36% carica residua.

Al di là dei numeri, quello che voglia riportare è soprattutto la sensazione, quella liberatoria assenza di "ansia da batteria" che ha finora sempre caratterizzato le nostre uscite con una mirrorless. A proposito di batteria, segnaliamo anche la R3 non solo utilizza la stessa batteria LP-E19 della 1D X Mark III, ma è in effetti compatibile anche con le LP-E4N utilizzate delle precedenti EOS 1D a partire dalla 1D / 1Ds Mark III. Abbiamo provato per curiosità a inserirne una da una 1D X Mark I e, nonostante le piccole differenze elettriche, la R3 ha funzionato correttamente. Il manuale d'uso vieta però espressamente di usare il caricabatteria LC-E4N delle precedenti batterie per caricare le nuove LP-E19.