Nikon Z7, big megapixel in versione mirrorless

Nikon Z7, big megapixel in versione mirrorless

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Nikon debutta nel mondo mirrorless con la Z7. Un debutto riuscito, considerata qualità delle immagini, ergonomia e funzionalità complessive. Non è però versatile quanto la D850, e il parco ottiche native Z-Mount è ancora da sviluppare. ”

Qualità d'immagine

Come ci si aspetta da un sensore da 45 Mpixel, le immagini prodotte dalla Z7 mostrano un eccellente livello di dettaglio. In termini assoluti, la Z7 con 24-70mm f/4 S ha fatto registrare poco meno di 3900 LW/PH, risultato analogo, anche se leggermente inferiore, a quello della rivale Sony A7R III (oltre 4000 LW/PH); lo scarto rispetto alla D850 (circa 4300 LW/PH) è più evidente, ma in entrambi i casi la differenza è imputabile principalmente all'ottica.


In alto: Z7. In basso: D850.

Nel caso della A7R III, testata anch'essa con analogo zoom 24-70mm f/4, il risultato MTF in C/P, vale a dire 0,38 per Sony e 0,35 circa per Nikon, racconta proprio questo: il sensore della rivale è stato sfruttato leggermente meglio.

Nel caso della D850, sicuramente l'ottica (50mm f/1.4G) ha contribuito a darle un margine di vantaggio; inoltre può aver giocato un ruolo l'assenza di pixel dedicati alla messa a fuoco. Impossibile discriminare il peso di questi due fattori, per cui la nostra è solo una speculazione, ma il vantaggio non trascurabile della reflex unito all'eccellente risultato fatto registrare recentemente dalla Panasonic S1R (testata anch'essa con zoom standard), il cui sensore non integra punti di messa a fuoco a rilevazione di fase, ci fa sospettare che, almeno a questi livelli di risoluzione, il sensore ibrido possa impattare negativamente.     

Ovviamente si tratta di un'analisi fine a sé stessa, che nulla toglie all'incisività delle immagini ottenute. Aggiungiamo, per chi è sempre in cerca della massima nitidezza, che per questo formato e questa risoluzione, che porta ad avere una dimensione del singolo pixel di circa 4,35 micron, la diffrazione inizia a giocare un ruolo importante a partire da f/11.

Non si registrano fenomeni di aliasing entro le 4000 LW/PH (vale a dire oltre 80 coppie di linee per millimetro), dato che conferma ancora una volta come, soprattutto per sensori di altissima risoluzione, la scelta di fare a meno del filtro AA abbia perfettamente senso – la probabilità di imbattersi in pattern di interferenza / effetti moiré nel lavoro quotidiano è davvero minima.

100 ISO
100 ISO

3200 ISO
3200 ISO

100 ISO, 0EV
100 ISO, 0EV

100 ISO, +5EV
100 ISO, +5EV

100 ISO, 0EV
100 ISO, 0EV

100 ISO, +6EV
100 ISO, +65EV

Come nel caso della D850, il RAW della Z7 tollera elaborazioni anche molto aggressive in termini di nitidezza, anzi si può dire che le richieda, essendo il file, di suo, piuttosto "morbido" con le impostazioni di default di Lightroom. Ed è esattamente ciò che fa il motore di conversione interno che, con un pizzico di oversharpening al centro (solo +1,3%), garantisce immagini molto nitide da angolo ad angolo – uno sviluppo in-camera pressoché perfetto. Nessuna fatica nel gestire l'aberrazione cromatica laterale, che per quest'ottica è praticamente inesistente già nel RAW, e anche a diaframmi chiusi l'algoritmo di sviluppo che tiene conto della diffrazione "mette una pezza" a quello che è in effetti un limite fisico invalicabile.

Il comportamento cromatico con il Picture Control Standard non è il migliore mai visto: saturazione un poco oltre la media (circa 119%) e scarti anch'essi superiori alla media, dovuti principalmente ai toni blu-viola molto "carichi" e a un punto di bianco non eccezionale. La Z7 offre però una selezione di Picture Control particolarmente ampia (vedi galleria), tra cui non manca il "Neutro" che, viceversa, offre una saturazione pressoché perfetta (100,9%) ed errori cromatici più contenuti, sebbene anch'essi un pizzico sopra la media.

Un aspetto che abbiamo molto apprezzato di questa fotocamera è il comportamento cromatico pressoché costante (anche in termini di saturazione) fino a 6400 ISO inclusi, il che lascia al fotografo molta libertà d'azione essendo anche il rumore molto contenuto fino a quel limite.  

A proposito di rapporto segnale/rumore, il RAW sviluppato con impostazioni standard fa registrare un eccezionale 34,3 dB @ 6400 ISO, valore che fa impallidire persino la D5. Questo dato è però figlio della morbidezza intrinseca del RAW – se sviluppato con i parametri ottimali per massimizzare la risoluzione, il rapporto segnale/rumore scende a un più mite 26,1 dB, comunque sufficiente ad eguagliare la rivale A7R III che, lo ricordiamo, finora ha rappresentato un punto di riferimento tra le "big megapixel".

100 ISO
100 ISO

1600 ISO
1600 ISO

3200 ISO
3200 ISO

6400 ISO
6400 ISO

12800 ISO
12800 ISO

25600 ISO
25600 ISO

51200 ISO
51200 ISO

102400 ISO
102400 ISO

In pratica, il comportamento ad alti ISO della Z7 è analogo, seppur leggermente superiore, a quello della D850: tra 100 e 800 ISO, difficile scorgere qualsiasi differenza; a 6400 ISO, la grana inizia a degradare leggermente il livello di dettaglio, ma ancora a 12.800 ISO l'immagine è, a nostro avviso, perfettamente utilizzabile se non si richiedono elevati ingrandimenti.

Decisamente buona, infine, la malleabilità del RAW, che sopporta molto bene sovraesposizioni fino a 4 stop. L'esame a +5 EV mostra un livello di rumore cromatico (tutt'altro drammatico, ma visibile) che non avevamo osservato nella prova della D850, ragion per cui riteniamo quest'ultima un pizzico superiore, anche se in linea di massima largamente sovrapponibile. Nessuna traccia di banding, segnalato in alcune recensioni/prime impressioni reperibili online (firmware corpo macchina: 2.00).