Nikon Z7, big megapixel in versione mirrorless

Nikon Z7, big megapixel in versione mirrorless

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Nikon debutta nel mondo mirrorless con la Z7. Un debutto riuscito, considerata qualità delle immagini, ergonomia e funzionalità complessive. Non è però versatile quanto la D850, e il parco ottiche native Z-Mount è ancora da sviluppare. ”

Ergonomia ed efficacia

La Nikon Z7 restituisce immediatamente la piacevole sensazione di robustezza che caratterizza anche le reflex del marchio. Piuttosto incredibilmente, date le minori dimensioni, l'ergonomia complessiva non solo più che buona in assoluto, ma anche molto vicina a quella di reflex decisamente più massicce come la D850.

Rispetto a quest'ultima, è possibile lamentare solo un paio di rinunce. La prima è la mancanza del selettore AF/MF con pulsante AF Mode concentrico, che sulle reflex Pro si trova nella parte anteriore del corpo macchina; si tratta di una soluzione talmente pratica che ce ne si innamora subito, dopodiché spiace farne a meno. La seconda "rinuncia" è data dall'affollamento del quadrante inferiore destro del dorso, con PAD leggermente sacrificato; ricordiamo che il pulsante OK al centro del PAD ha, secondo tradizione Nikon, la funzione di ritorno del punto AF al centro, così sulla Z7 il PAD gioca un ruolo anche in fase di scatto.


L'esperienza d'uso è comunque molto piacevole, perché la disposizione dei comandi principali è ottimale e la disponibilità di pulsanti personalizzabili copre le mancanze appena descritte. Anche il menu rapido "i" è ovviamente personalizzabile, il che contribuisce a limitare al minimo l'accesso al menu in fase di scatto, come ci si aspetta da un corpo macchina pensato per un pubblico avanzato.   

Abbiamo già parlato di come le prestazioni del sistema AF non eguaglino quelle della "sorella" con specchio D850. In effetti, se il divario si limitasse al tempo di aggancio, pochi percepirebbero la differenza – in modalità AF-S, la risposta è infatti sempre rapida e affidabile. Il quadro peggiora leggermente passando in modalità AF-C, in particolare quando si attiva il tracking (possibile con Area AF Auto) che, purtroppo per Nikon, non eguaglia in efficacia né quello delle sue reflex professionali né quello delle rivali Sony A7 di terza generazione.

Inoltre, Nikon ha qui commesso qualche ingenuità a livello ergonomico, come la scelta di richiedere la pressione del tasto OK per interrompere l'inseguimento, che rende macchinoso "abbandonare" un soggetto magari già perso per ripartire da capo. 


Un paio di scatti eseguiti nel corso del test AF in basse luci. Le immagini non sono delle più pulite, ma (effettuando magari uno sviluppo un po' particolare), risultano tranquillamente utilizzabili in bassa risoluzione. Per entrambe: 25.600ISO, f/4, 1/250s.

Buona la modalità AF ad area dinamica (solo modalità AF-C), come apprezzabile è la presenza di una modalità Pinpoint in modalità AF-C, ma la sensazione è che la Z7 sia complessivamente meno adatta della D850 a contesti dinamici, quindi in definitiva meno versatile.

Questo, è quasi inutile sottolinearlo, anche a causa della già citata ridotta profondità di raffica in scatto continuo e del mirino che, come accade in molti recenti casi, assicura una piacevole e fluida visione in tempo reale solo fino a una certa cadenza di scatto – in questo caso specifico, 5/5,5 fps – dopo di che passa alla visualizzazione dell'ultimo fotogramma registrato, dando origine al tipico effetto slide-show che non è certo ideale per mantenere l'inquadratura su soggetti in movimento.

Presente anche sulla Z7 la funzione anti-flickering e l'evoluto bilanciamento automatico del bianco che consente di ridurre i toni caldi (Auto 0), di preservarli (Auto 2), o di mantenere l'atmosfera complessiva, così come l'ampia scelta di modalità di ritaglio dell'immagine tipica di Nikon.
Simpatica, e azzeccata in ottica di utilizzo da parte di un pubblico non professionale, la scelta di offrire un lunghissimo elenco di personalizzazioni Picture Control – una trentina di opzioni, tutte ben studiate e caratterizzate da una precisa identità.

1s
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1/2s
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1/4s
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1/8s
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1/15s
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1/30s
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1/60s
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1/125s
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La lettura esposimetrica è piuttosto coerente e precisa. Nei nostri test, abbiamo rilevato scarti massimi di 1/3 EV, comunque non casuali ma frutto di ottimizzazioni studiate dal costruttore. A questo proposito, la rilevazione viso/occhi è disabilitabile proprio per assicurare una maggior coerenza tra scatti successivi a livello di esposizione.

Quanto all'efficacia dello stabilizzatore, mostriamo alcuni scatti di prova (con 24-70mm impostato a 70mm) ottenuti scegliendo il migliore per ciascun tempo di posa tra 10 scatti successivi. Come si può vedere, fino a 1/15s lo scatto è di una nitidezza esemplare. A partire da 1/8 di secondo si inizia a notare un pizzico di micromosso, ma i risultati sono sorprendentemente buoni fino a 1/2s compreso. Ribadiamo che si tratta del miglior risultato ottenuto, non del risultato medio – oltre 1/15s, è necessario effettuare diversi tentativi per ottenere un'immagine nitida. Ciò non di meno, poter scattare con buona percentuale di successo e minimo degrado ancora a 1/8s con un 70mm è certamente un risultato degno di nota.