Panasonic Lumix G9, 20 fps e funzioni avanzate per aggredire le reflex APS di fascia alta

Panasonic Lumix G9, 20 fps e funzioni avanzate per aggredire le reflex APS di fascia alta

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Più foto che video. Grande velocità, buon mirino, e tanta elettronica per garantire lo scatto perfetto. Perlopiù eccellente, ma con un firmware da affinare. ”

6K Photo, Post Focus e stabilizzatore

La funzione 6K Photo è senza dubbio uno degli aspetti che maggiormente caratterizzano questa fotocamera, nonché un valido motivo per preferire Panasonic. La funzione in sé, originariamente 4K Photo, è ormai nota: la fotocamera estrae fotogrammi da un piccolo flusso video, raggiungendo così una cadenza di scatto impressionante per una fotocamera. In questa ultima implementazione, comune anche alla GH5, è possibile scegliere un flusso video 6K (4992x3744 pixel) @ 30 fps oppure un flusso video 4K (3328x2496) @ 30/60 fps. 


Con la funzione 6K Photo, è ancora più facile cogliere il culmine dell'azione. Anche quando il fotografo perde l'attimo, grazie alla possibilità di accedere a fotogrammi precedenti la pressione del pulsante di scatto...

Tre i metodi di registrazione. Il primo, che ricorda maggiormente una classica "raffica" fotografica (anche dal punto di vista sonoro), registra fino a che si mantiene premuto il pulsante di scatto. Il secondo, più simile a una ripresa video, avvia la ripresa alla pressione del pulsante di scatto e continua a riprendere fino a che non lo si preme nuovamente. In entrambi i casi, il risultato è un filmato di lunghezza massima pari a 30 minuti meno un secondo di cui la fotocamera mostra una "finestra" di 60 fotogrammi, tra cui l'utente può scegliere quello/i "giusti" da salvare come immagine. Purtroppo il filmato MP4 creato dalla fotocamera non è direttamente leggibile al PC, per cui l'operazione deve essere fatta in-camera, ma a livello software la funzione è ben implementata e tutto risulta, oggettivamente, piuttosto pratico.


Purtroppo, nemmeno la registrazione 6K Photo è esente da sporadici errori di messa a fuoco - in questo caso molto evidente sul fotogramma zero.

Il terzo metodo di registrazione è, a nostro avviso, il migliore. In questo caso, la fotocamera registra ininterrottamente, ma salva solo i 30 fotogrammi precedenti e i 30 successivi alla pressione del pulsante di scatto. È perfetta per cogliere l'attimo di fronte a soggetti imprevedibili, "perdonando" eventuali piccoli ritardi del fotografo senza affollare la sceda di memoria con minuti e minuti di filmati che dovranno poi necessariamente essere esaminati in-camera.

Per completezza, dobbiamo specificare che la registrazione 4K/6K può essere interrotta anticipatamente in caso di surriscaldamento ma, nel corso della prova, abbiamo utilizzato ripetutamente per oltre 90 minuti di match solo la funzione 6K con il terzo metodo di registrazione (il più impegnativo) senza che la fotocamera si bloccasse, e rilevando solo un moderato surriscaldamento complessivo.

L'opzione di salvataggio richiede qualche secondo, ragion per cui non è possibile avviare riprese 6K Photo a brevissima distanza. Ecco perché i professionisti continueranno a utilizzare la raffica tradizionale. Per i dilettanti che possono permettersi di perdere qualche scena, però, questa funzione è impagabile – un singolo click, che non deve nemmeno essere effettuato con tempismo perfetto, e ci si ritrova con 60 immagini scattate al ritmo di 30 fps alla risoluzione di circa 18 Mpixel! Vale la pena ricordare come la risoluzione della EOS 1D X fosse 18 Mpixel, quella delle Nikon D4/D4s circa 16, e come nessuna di loro arrivava alla metà dei frame al secondo della G9…       


Il risultato dell'unione in-camera di più immagini Post Focus.

La stessa tecnologia viene utilizzata in modo diverso nella funzione Post Focus, per svolgere un altro paio di funzioni molto interessanti. In questo caso, la fotocamera salva una sequenza di immagini a diverse distanze di messa a fuoco in rapida successione. Il fotografo potrà poi scegliere se estrarre (registrando su scheda di memoria) una o più immagini singole, oppure se unire più foto della sequenza per un effetto focus stack (singola immagine a elevata profondità di campo).


In alto: una delle immagini parte dell'unione, ripresa (come tutta la serie) a f/4. In basso: Stessa scena ripresa a f/22, con messa a fuoco al centro per ottenere elevata nididezza in tutte le zone - la parte anteriore (scritta DCS 520) è comunque leggermente sfocata.

L'unione può essere automatica o guidata dal fotografo, che può selezionare, semplicemente toccando i punti corrispondenti dello schermo, le zone AF utilizzate durante lo scatto (quindi, di fatto, la porzione di scena che si desidera avere nitida). L'implementazione è, anche in questo caso, ben realizzata – ad esempio la fotocamera esclude automaticamente eventuali zone AF in cui non è riuscita ad agganciare il soggetto, onde evitare errori.

Ciò non di meno, possono insorgere artefatti in particolari circostanze, quando la funzione Post Focus viene spinta al limite (zona nitida richiesta molto ampia, scatti effettuati con diaframma molto aperto). Anche in questo caso, non definiremmo il Post Focus come uno strumento professionale ma, di nuovo, il dilettante che desideri divertirsi con questo genere di ripresa potrà ottenere, senza fatica e con pochi, semplici passaggi, un risultato che in presenza di altre fotocamere richiederebbe ben altre competenze e spreco di tempo.

Per quanto riguarda la stabilizzazione d'immagine, Panasonic utilizza un metodo ibrido, che si serve sia dello stabilizzatore a 5 assi in-camera sia dello stabilizzatore eventualmente integrato in alcuni obiettivi. I due metodi coesistono, con il primo che risulta preponderante alle corte focali (indicativamente fino a 60mm) e il secondo che da un maggior contributo sulle focali tele.

Abbiamo provato l'efficacia dello stabilizzatore scattando 10 foto a mano libera con tempi progressivamente crescenti, e scegliendo il più nitido dei 10 scatti, con entrambe le ottiche a nostra disposizione (entrambe stabilizzate, quindi in grado di sfruttare al massimo i pregi dello stabilizzatore Dual IS 2). A seconda dell'obiettivo, siamo riusciti a ottenere scatti nitidi fino a 1/8 (12-60mm @ 60mm) e 1/15s (42,5mm), rispettivamente. Assumendo 1/125s come tempo di sicurezza per focali fino a 120 mm equivalenti, è chiaro che la specifica di Panasonic (6,5 stop) appare ottimistica, ma è altrettanto chiaro che si tratti in assoluto di uno stabilizzatore estremamente efficace, capace di garantire dai 3,5 ai 4 stop di vantaggio reale