Panasonic Lumix G9, 20 fps e funzioni avanzate per aggredire le reflex APS di fascia alta

Panasonic Lumix G9, 20 fps e funzioni avanzate per aggredire le reflex APS di fascia alta

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Più foto che video. Grande velocità, buon mirino, e tanta elettronica per garantire lo scatto perfetto. Perlopiù eccellente, ma con un firmware da affinare. ”

Ergonomia ed efficacia

La Lumix G9 è una fotocamera estremamente maneggevole. Non tra le più compatte a livello di corpo macchina, ma come sempre il sistema MQT beneficia del fattore di moltiplicazione 2x, che sostanzialmente dimezza gli ingombri delle ottiche. Il risultato è un insieme corpo-obiettivo snello ma con baricentro arretrato, l'ideale per ottenere stabilità in fase di scatto.   

Abbiamo già lodato la buona impugnatura e la disposizione generale dei comandi, sostanzialmente ben studiati ed efficaci. A livello ergonomico Panasonic ha però commesso due piccole ingenuità: ghiera di comando principale leggermente arretrata e, soprattutto, posizione del joystick troppo decentrata (difetto peraltro condiviso con la GH5). Durante l'uso, quest'ultimo risulta quasi "soffocato" tra mirino e pulsante AE/AF Lock, risultando difficilmente raggiungibile senza staccare leggermente gli occhi dal mirino.

Ciò non di meno, quello della G9 è il corpo macchina Panasonic che, finora, ci ha soddisfatto maggiormente. Pur senza abbandonare il suo stile e il suo approccio caratteristico, ricco di funzioni anche molto sofisticate, ci è infatti parso che questa macchina abbia raggiunto un miglior equilibrio tra elettronica e tradizione, e che sia per questo in grado di conquistare un pubblico più ampio di quello finora raggiunto da prodotti come la GH5.


Molto ampie come sempre le possibilità di personalizzazione, e il menu ha oggi raggiunto, dopo alcuni piccoli ma importanti affinamenti, un'ottima efficacia. Validissima, ad esempio, l'idea di dividere in due il menu di impostazione, lasciando nel primo i controlli relativi alle cinque categorie più importanti (esposizione, fuoco, pulsanti e ghiere, display e obiettivi). 

Il primo impatto con il mirino elettronico è estremamente gratificante, principalmente per la sua ampiezza e l'ottimo rapporto di ingrandimento. Da notare che, se si desidera, è anche possibile ridurre leggermente l'ingrandimento, in due step successivi che lasciano intorno all'area attiva un piccolo margine (utile per chi, portando gli occhiali, è costretto a mantenere l'occhio leggermente più arretrato). La commutazione è rapida e la possibilità di scegliere il reflesh tra 60 o 120 fps assicura stabilità d'immagine in ogni circostanza.

Come per la Sony A9, la fluidità in fase di scatto continuo dipende però sostanzialmente dalla cadenza di scatto stessa, e la Panasonic è comprensibilmente meno versatile della Sony. Quando si utilizza la raffica da 20 fps, tutto funziona a meraviglia: l'immagine non è Live View (cioè in tempo reale), ma la cadenza di scatto è tanto elevata da rendere il fatto ininfluente; inseguire il soggetto in queste condizioni è facile come si inquadrasse attraverso un mirino ottico. Ovviamente, però, 20 fps sono più di quanto serva in molte circostanze, e la durata della raffica è in questo caso limitata a 2,5 secondi. 


Passando alla raffica da 12 fps (non disponibile con AF continuo), la visione non è ancora Live, e l'effetto slide-show è chiaramente percepibile, così come la differenza con un mirino ottico; inseguire è un poco più difficile, senza considerare il fatto che soggetti in movimento e AF singolo mal si accordano tra loro. Quando si passa all'AF continuo, e la cadenza di scatto si riduce a 9 fps, la visione diventa Live ma sopraggiunge un marcato effetto black-out tra fotogrammi successivi.

Nel complesso, il mirino della G9 è di eccellente livello e l'esperienza d'uso in scatto continuo è buona, ma non equivalente a quella di una reflex o della Sony A9 che, garantendo visione e inseguimento dei soggetti ottimali a 12 fps o 20 fps, e forte di una durata della raffica quadrupla a 20 fps, è oggi l'unica mirrorless da noi provata a poter competere con le reflex top di gamma in ambito sportivo. Ovviamente i costi dei due prodotti sono molto diversi; queste considerazioni non sottintendono pertanto alcun confronto tra le due, ma hanno il solo scopo di trasmettere la sensazione ricavata durante l'uso.

Sempre inferiore all'ottimo l'autonomia di scatto, che nel caso di fotografia classica si attesta tra i 380 e i 400 scatti per carica – un risultato sufficiente per assicurare un pomeriggio di lavoro a buon ritmo, ma la presenza di una seconda batteria, o l'utilizzo del battery grip con seconda batteria integrata, rimane una soluzione consigliata.