Nuovi filtri fotografici da Manfrotto

Nuovi filtri fotografici da Manfrotto

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Manfrotto ha lanciato una nuova linea di filtri fotografici, che comprende per ora VU e protettivi, ND e polarizzatori circolari. Li abbiamo messi alla prova. ”

Polarizzatore circolare

La funzione del filtro polarizzatore è smorzare o bloccare le componenti della luce (fisicamente, un'onda elettromagnetica) che oscillano in una certa direzione perpendicolare alla direzione delle lamelle di cui è composto. In termini fotografici, è possibile separare la luce proveniente da un certo soggetto da quella proveniente da altre superfici, cioè separare il soggetto principale dai riflessi.

Può essere utilizzato esattamente per questo scopo, ad esempio per "leggere" bene il cruscotto di un'autovettura dietro il classico rivestimento in plastica, o per ridurre i riflessi quando si fotografa da dietro un vetro. Il polarizzatore è molto usato, però, anche nella fotografia di paesaggio, perché anche il cielo è un enorme diffusore - in questo caso, si ottiene maggior contrasto è un cielo più saturo.   


Anche il polarizzatore deve essere quanto più possibile "invisibile", evitando - compatibilmente con le leggi della fisica - di ridurre la luce trasmessa e introdurre dominanti cromatiche. Di fatto, per un polarizzatore è impossibile non bloccare una parte significativa di luce trasmessa se vuole svolgere efficacemente la sua funzione di "blocco".

Come per il filtro protettivo, Manfrotto considera questo filtro idrorepellente, antigraffio e resistente agli oli, e lo accredita di una trasmissività pari al 90%. La sua struttura in metallo pesa 30g e si distingue per due motivi: la ghiera di rotazione anteriore è molto fluida, e lo spessore è ridotto (solo 6mm complessivi) - questa è la chiave per ottenere prestazioni accettabili anche in presenza di obiettivi grandangolari.


Nessun filtro


Manfrotto PRO CPL


Hoya HD CIR-PL

Nel complesso, il suo utilizzo risulta pratico, cosa non sempre scontata per questo tipo di prodotto. Nonostante il ridotto spessore, infatti, la zigrinatura e la fluidità della ghiera consentono di intervenire agevolmente sulla  parte rotante.
Per quanto riguarda la copertura protettiva e antiriflesso, vale quanto detto a proposito del filtro neutro.

Per testare invece l'efficacia della funzione antiriflesso, abbiamo scattato una serie di immagini di un soggetto posto dietro a un vetro inclinato, in condizione di luce controllata e costante. In questo caso, come termine di paragone abbiamo utilizzato non un filtro "no brand", ma un Hoya HD, coerentemente con il tipico criterio di acquisto - se del filtro protettivo / UV spesso "ci si accontenta", per il più costoso polarizzatore si bada maggiormente alla qualità.


Nessun filtro


Manfrotto PRO CPL


Hoya HD CIR-PL

Il confronto con le immagini scattate senza filtro mostrano piuttosto bene l'importanza del polarizzatore. Rispetto a un buon concorrente come l'Hoya, però, la differenza è meno evidente. A nostro avviso il Manfrotto mantiene un piccolo margine di vantaggio, ma si tratta di inezie.

  ESPOSIZIONE W.Bal dC94 dC94 (med) dE94 (med)
Manfrotto PRO CPL -1.15EV 2.0 1.24 4.53
Hoya CIR-PL -1.16EV 2.8 1.05 4.32

Assolutamente identiche anche le differenze di esposizione - la perdita massima di entrambi i filtri è stata misurata in poco più di 1 EV, che è anche la perdita "tipica" tenuta in conto da tutti i fotografi quando utilizzano il polarizzatore. Il Manfrotto mostra poi di avere un piccolo margine nel rispettare la neutralità del bianco, mentre l'Hoya ha un (ancora più piccolo) margine sullo scarto cromatico medio.

Le differenze di esposizione risultano assolutamente invisibili a occhio nudo, così come i piccoli scarti cromatici relativi tra i due filtri (la soglia di visibilità è considerata essere di 5 punti); risulta invece più visibile lo scarto sul punto di bianco (in questo caso la soglia di visibilità è considerata essere 1 punto); pertanto, riteniamo il Manfrotto in leggero vantaggio. Sicuramente, si tratta di un ottimo filtro in termini assoluti. L'errore dE, che tiene conto anche della componente luminanza, è elevato per entrambi a causa della inevitabile perdita di circa 1 EV.