Tamron SP 15-30mm f/2.8 Di VC USD

Tamron SP 15-30mm f/2.8 Di VC USD

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Tamron ha compiuto, con l'SP 15-30mm f/2.8 Di VC USD, un piccolo capolavoro. Prestazioni ottiche insospettabili per uno zoom grandangolare tanto estremo, elevata qualità costruttiva, dotazione al top e prezzo contenuto ne fanno un must per i "seri" paesaggisti. ”

Qualità d'immagine

Il Tamron SP 15-30mm f/2.8 Di VC USD mantiene fede ai suoi intenti e si dimostra, innanzitutto, un obiettivo estremamente nitido e performante.

Osservando i grafici nella pagina seguente, sono tre gli aspetti che colpiscono maggiormente. Innanzitutto, testato su una fotocamera impegnativa come la EOS 5Ds, il Tamron 15-30 ha restituito valori massimi elevatissimi - quasi 4000 LW/PH @ 30mm, vale a dire poco meno di un'ottica fissa come l'EF 100Macro Serie L, considerato uno degli obiettivi più nitidi del corredo Canon (che ha fatto registrare nelle stesse condizioni poco più di 4100 LW/PH @ f/8). Questo zoom è quindi, per nitidezza massima, non lontano da un'ottima ottica fissa ... notevole!


15mm, F/5.6


30mm, F/8

Il secondo aspetto che colpisce, sempre a proposito di nitidezza, è la similitudine tra i due grafici ricavati a 15 e 30mm. I risultati migliori si ottengono a 30mm, ma la curva dei 15mm è quasi sovrapponibile. Ciò significa che la nitidezza di quest'ottica non solo è molto elevata, ma anche quasi costante a qualsiasi focale, quindi estremamente ben sfruttabile. In questo contesto supera abbondantemente ottiche anche molto quotate come il Nikon 14-24mm f/2.8G che, pur complessivamente ottimo, soffre di un evidente calo di nitidezza a 14mm.


15mm, F/2.8


30mm, F/2.8

Il terzo aspetto che si apprezza è l'elevata nitidezza che si ottiene già a alla massima apertura. I diaframmi migliori sono f/5,6 e f/8, praticamente a pari merito (piccolo margine a favore del primo a corte focali, del secondo a lunghe focali). Anche alla massima apertura, però, l'immagine è molto incisa, e da f/4 il livello è di assoluta eccellenza.

Quanto a nitidezza, insomma, non c'è che da applaudire. Ottiche similari come il già citato Nikon 14-24mm f/2.8G, il Canon EF 16-35mm f/4L e il 16-35 f/2.8L II raggiungono tutte un'analoga nitidezza massima, ma il Nikon soffre a corte focali, il Canon f/4 (analogo street-price) soffre nell'intorno dei 35mm e il più costoso Canon f/2.8 (street price superiore del 40%) performa piuttosto male tra f/2.8 e f/4. Solo il Tamron, tra questi, si comporta molto bene in ogni circostanza.


15mm, F2.8 (CORNER)


15mm, F/8 (CORNER)

Spostandosi ai margini del fotogramma, la nitidezza ovviamente si riduce in modo marcato. Inoltre, tra 15mm e 30mm emergono differenze più sostanziali a favore della focale maggiore, che mantiene un'elevata nitidezza tra f/5.6 e f/22. A 15mm, viceversa, la nitidezza è solo sufficiente. Il che, per inciso, basta per superare di poco il Nikon e per surclassare letteralmente entrambi i Canon sopra citati.  


15mm, F2.8 (CORNER)


15mm, F/8 (CORNER)

Buoni anche i risultati dei test di aberrazione cromatica, con una precisazione: l'elevata risoluzione della 5Ds rende il difetto molto più visibile (si veda la pagina Metodologia di prova per maggiori dettagli sul significato dei valori). Al grafico che esprime il valore in pixel, molto elevati, è quindi doveroso in questo caso aggiungere un secondo grafico che esprime lo stesso dato in percentuale, facilitando il confronto di ottiche testate su fotocamere diverse.

Premesso questo, l'aberrazione cromatica esibita dal Tamron 15-30mm f/2.8 è insignificante al centro (compresa aberrazione cromatica assiale, del tutto invisibile) e media ai bordi. Data l'enorme risoluzione della fotocamera, il difetto risulta sempre visibile all'interno dei target di prova esaminati al 100% di ingrandimento, ma non è mai tale da impattare sostanzialmente sulla qualità d'immagine percepita e, all'interno di immagini reali, si nota solo in casi sfavorevoli (soggetti ad alto contrasto ai bordi del fotogramma).


In alto: aberrazione cromatca ai bordi dell'immagine @ 15mm, F/8 - 2,91 pixel, 0.088%. Ingrandimento 100%. L'aberrazione è visibile, ma tutt'altro che drammatica, come invece il dato in pixel lascerebbe supporre.
In basso: stessa immagine, minore ingrandimento; questa vista è maggiormente rappresentativa di un'immagine osservata a pieno schermo, e mostra bene come anche 3 pixel su un sensore da 50Mpixel siano sostanzialmente insignificanti.

Le distorsioni geometriche passano da -5.80% @ 15mm, equivalente a una distorsione a barilotto molto evidente, a +1.4% @ 30mm, equivalente a una moderata distorsione a cuscinetto. Il punto di pareggio è nell'intorno dei 20mm, così, come anticipato nella pagina di guida all'acquisto, l'uso del 15-30mm è, per gran parte della sua gamma focale, estremamente vantaggioso rispetto all'uso di un classico zoom standard per full frame quale il 24-70mm al suo estremo grandangolare.


Qualche esempio di utilizzo di un grandangolare estremo nella fotografia di interni. Oltre all'ovvia necessità di avere un elevato angolo di campo, la prospettiva esasperata dei grandangolari ha il vantaggio di "amplificare" gli ambienti.

In corrispondenza del ritaglio APS-C, la distorsione è trascurabile (poco più dell'1% in valore assoluto) anche alla minima focale.
Valutazioni analoghe valgono a proposito della vignettatura. A 15mm e f/2.8 (caso peggiore) si registra un -1.80 EV ai bordi, che è una caduta di luce evidente. Un obiettivo come il 16-35mm f/4 Canon, però, fa leggermente peggio nonostante l'apertura massima inferiore di uno stop, quindi anche in questo caso bisogna riconoscere la bontà del progetto ottico Tamron. Il difetto si riduce a -1EV a f/4, per diventare trascurabile a diaframmi più chiusi, specie se si utilizza l'obiettivo a focali superiori.

Ghost e flare, infine, sono un problema per quest'ottica, come per qualsiasi obiettivo con schema ottico complesso e lente frontale molto ampia - in questo caso, per di più estremamente convessa. I diretti concorrenti non fanno meglio.