Sony Alpha A77 è stato un passaggio epocale per Sony: la presentazione delle fotocamere Alpha A77 e A65 ha sancito per il produttore nipponico il definitivo abbandono del sistema a specchio reflex a favore di un sistema privo di mirino ottico e basato su uno specchio che divide il flusso luminoso in due, inviandone una parte al sistema autofocus - sempre in 'presa' quindi - e una parte al sensore. Entrambi quindi non sono mai 'ciechi', come avviene invece in modo alternato nel sistema reflex.
Il grande vantaggio del sistema SLT Transulcent Mirror è quello di avere l'autofocus a rilevazione di fase sempre attivo, anche durante la fase di scatto, al contrario di quanto avviene sulle reflex. La prima uscita Sony Alpha A77 ha centrato l'obiettivo di spiccare nel campo della messa a fuoco, ma forse non così bene come invece ci si sarebbe aspettati. In ambito video il funzionamento della messa a fuoco in modalità continua era fin da subito decisamente un passo avanti rispetto alla concorrenza reflex e mirrorless, rendendo A77 e A65 le prime "reflex" (apposistamente tra virgolette) a poter essere utilizzate con la messa a fuoco automoatica in modalità continua senza alcune patema e senza vedere nel filmato tentennamenti, errori e messe a fuoco per approssimazioni successive.
In ambito fotografico invece il modulo autofocus ha dimostrato di non sfruttare a pieno le potenzialità dello specchio fisso, sia per copertura del fotogramma, ma soprattutto per qualche incertezza di troppo nelle fasi di inseguimento. Per la nuova Sony Alpha A77 Mark II il marchio nipponico è partito proprio da qui, aggiornando il modulo autofocus, il processore e gli algoritmi di messa a fuoco, per mettere totalmente a frutto gli sforzi profusi nella costruzione del sistema SLT a specchio semi-trasparente.
