Primo servizio fotografico con Lytro: la fotocamera senza messa a fuoco

Primo servizio fotografico con Lytro: la fotocamera senza messa a fuoco

di Roberto Colombo, pubblicata il

“Lytro, la fotocamera che permette di decidere a posteriori dove posizionare la messa a fuoco, alla prova con il suo primo servizio fotografico di moda”


Commenti (29)

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Commento # 21 di: utentenonvalido pubblicato il 26 Luglio 2011, 14:37
Concettualmente sembra molto interessante e gli utilizzi potrebbero essere molteplici, soprattutto nei sistemi di sicurezza direi. La risoluzione cosi bassa forse potrebbe anche dipendere dalla potenza di calcolo che c'è dietro a questa funzionalità. Immagino che gestire in tempo reale una tale mole di parametri di scatto richieda una certa elaborazione da parte del processore, magari è per questo che la risoluzione è cosi' piccola?
Commento # 22 di: AGENT47 pubblicato il 26 Luglio 2011, 14:40
Anche questa è una buona ipotesi!!
Magari essendo solo il primo modello il processore non è in grado di elaborare calcoli più complessi!!
Commento # 23 di: eeetc pubblicato il 26 Luglio 2011, 14:50
Originariamente inviato da: uncletoma
Potrebbero come no.
La tecnologia del topic potrebbe avere un futuro od essere superata da altre tecnologie.
Nessuno possiede la capacità di preveggenza, è come discutere se il 12 settembre 2011 a Dubrovnik sarà soleggiato o piovoso.

Non perdiamoci in s...lalom mentali.
La tecnologia è un processo lineare in continua accelerazione, se ti dico che tra 10 anni il computer che userai avrà una potenza n volte superiore a quella attuale non sono un mago.
Già con le nanotecnologie di oggi sarebbe possibile creare un prototipo di sensore con letteralmente miliardi di pixel per superare il limite attuale della tecnologia light field, figuriamoci tra 10 anni.
Che sia tecnologia di Lytro o di qualche altro poco importa.
Commento # 24 di: Mercuri0 pubblicato il 26 Luglio 2011, 21:26
Originariamente inviato da: filippo1980
Scusate la niubbiaggine ma 496x496 pixel al giorno d'oggi non è una qualità molto bassa?

Per le stampe certamente sì, ma per foto "interattive" fatte per essere postate su web magari no.

Questo puoi giudicarlo tu guardando i demo, no?

Originariamente inviato da: eeetc
Non perdiamoci in s...lalom mentali.
La tecnologia è un processo lineare in continua accelerazione, se ti dico che tra 10 anni il computer che userai avrà una potenza n volte superiore a quella attuale non sono un mago.

Eh, sopratutto se n parte da 1, ci azzecchi di sicuro

Già con le nanotecnologie di oggi sarebbe possibile creare un prototipo di sensore con letteralmente miliardi di pixel per superare il limite attuale della tecnologia light field, figuriamoci tra 10 anni.
Che sia tecnologia di Lytro o di qualche altro poco importa.

Io voterei per shutter elettronico + focus bracketing + focus stacking.

A volte mi chiedo cosa può fare il "lightfield" che non si possa fare con il focus bracketing + un readout veloce del sensore. Ma magari sono tecnicismi fuori dalla mia portata.
Commento # 25 di: djfix13 pubblicato il 26 Luglio 2011, 22:21
personalmente penso che questa tecnica integrata nelle videocamere per uso cinematografico potrebbero rendere + facile la vita post produzione e la resa del 3D... decidere il punto di messa a fuoco in post produzione evita molte rogne e può far emergere 2 punti di vista diversi insieme, insomma un "sempre a fuoco" è un toccasana...non credo che nemmeno a medio termine la vedremo su prodotti consumer.
Commento # 26 di: fracrist pubblicato il 26 Luglio 2011, 23:40
Leggendo questo articolo e il precedente il primo istinto è stato commentare: a che mi serve? tutti buoni a far foto, bla bla bla .

Riflettendo un po' su possibili usi creativi di sto coso, potrebbe essere interessante non in sostituzione alla tradizionale messa a fuoco, ma in affiancamento. Ad es, in un ritratto sai che cosa vuoi a fuoco e per quanto (come profondità e come vuoi sfocato ciò che hai dietro/davanti, per cui se i futuri nipoti di questo prototipo mi permetteranno di fare la stessa cosa e in postproduzione aggiungere singoli punti di messa a fuoco differenti[*], allora sarei interessato a metterci le mani sopra.

[*](penso a un ritratto in un campo di girasoli in cui metti a posto il fuoco sul soggetto e dopo "tiri su" un girasole da una parte, potrebbe essere carino).
Commento # 27 di: eeetc pubblicato il 27 Luglio 2011, 09:15
Originariamente inviato da: Mercuri0

Io voterei per shutter elettronico + focus bracketing + focus stacking.
A volte mi chiedo cosa può fare il "lightfield" che non si possa fare con il focus bracketing + un readout veloce del sensore. Ma magari sono tecnicismi fuori dalla mia portata.

E' una buona tecnica per simulare il light field e in alcuni casi può andar bene, ad esempio nelle foto di architettura o ritratti, dove sei sicuro che tutto è fermo, ma tornando all'esempio del campo di girasoli, se in condizioni di luce ottimali, diciamo 1/125 o 1/250 di secondo di esposizione, devi mettere a fuoco un minimo di 10 campi di fuoco significa che a ogni campo di fuoco puoi dedicare 1/1250 o 1/2500 di secondo, senza considerare il movimento dovuto al vento che nel frattempo muove in modo irregolare i soggetti.. tutti problemi che con i "campi di luce" non esistono in quanto l'immagine viene catturata in un'unica passata.
Commento # 28 di: Baboo85 pubblicato il 27 Luglio 2011, 10:08
La tecnologia in se' e' una figata pazzesca......ma in pratica e' "la fotografia per impediti"...
Commento # 29 di: LMCH pubblicato il 27 Luglio 2011, 16:12
Originariamente inviato da: Baboo85
La tecnologia in se' e' una figata pazzesca......ma in pratica e' "la fotografia per impediti"...


No, ci sono enormi vantaggi anche per gli "esperti".
Tra una macchina fotografica "normale" ed una "light field" c'è una differenza analoga a quella che c'è tra una macchina per i raggi X di quelle vecchie ed una per la TAC (che può fare molte più cose, incluse parecchie impossibili o troppo complicate con una macchina RX "normale", basta sapere cosa ci si può fare con i dati "grezzi" ed i software adatti di post-elaborazione.
Qui
ci sono alcuni esempi "banali" ottenuti con i prototipi realizzati a Stanford (inclusa l'enorme Multi Camera Array con una matrice di 100 sensori vga).
Ricordate che gli esempi mostrati sono ultra-banali, a partire da essi si può fare roba molto più interessante in parecchi settori.
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