Luminar, terza versione con (finalmente) la libreria

Luminar, terza versione con (finalmente) la libreria

di Alberto De Bernardi, pubblicata il

“Si è fatto attendere quasi un anno, ma il modulo libreria di Luminar è infine arrivato, rendendo realmente competitivo un prodotto le cui ambizioni si sono rivelate inizialmente infondate. ”

A inizio anno abbiamo recensito Luminar 2018, un interessante software di editing che si proponeva come alternativa a Lightroom. Accanto ad alcune innegabili doti, il prodotto soffriva però di due gravi lacune: la mancanza di un modulo libreria e di un metodo di elaborazione batch che, uniti, sono la chiave per l'elaborazione rapida di serie di immagini scattate in medesime condizioni.

Citando dalla recensione: "[la mancanza di libreria e funzioni batch]… rende il lavoro estremamente inefficiente. Su questo punto saremo lapidari: fino a che tali funzioni non verranno implementate, Luminar non può minimamente essere considerato un'alternativa a Lightroom."

Ebbene, questi due importanti tasselli sono stati finalmente aggiunti con la terza major release del software (ufficialmente disponibile da oggi), che ha abbandonato la dicitura basata sull'anno di introduzione e si chiama ora Luminar 3 (Luminar with Libraries).

Senza inventarsi nulla di sconvolgente, il modulo libreria svolge efficacemente il suo lavoro. Dal punto di vista grafico è chiaramente ispirato a Lightroom CC (la nuova versione mobile cross-platform), ma offre un maggiore controllo e un approccio più "smart" che lo rende in effetti superiore alla controparte Adobe.

Per fare un paio di esempi, pur richiedendo una sorta di importazione delle immagini, la libreria si basa sulle cartelle (quando i "vecchi metodi" sono ancora i migliori…), così il tutto si riduce all'aggiunta di un percorso locale o di rete. Da sottolineare che la libreria può puntare anche a servizi cloud come Dropbox.  

Inoltre, cosa che Lightroom fa solo per una singola cartella da definire a priori (la cartella monitorata dall'importazione automatica), le cartelle comprese nella libreria di Luminar 3 risultano tutte automaticamente monitorate, così l'aggiunta di nuove immagini a percorsi esistenti (magari organizzando il tutto in sottocartelle) è possibile e pratico.  

Non mancano le consuete opzioni di catalogazione (etichetta colore, stelle, immagini preferite), né gli album o i classici link / filtri automatici (aggiunte di recente, modificate di recente, preferite, scartate, non catalogate, per data…) che aiutano il fotografo a ritrovare le proprie immagini ma, cosa che apprezziamo, queste si aggiungono, non sostituiscono la classica navigazione per cartelle.

Inoltre, come già accennato, è ora finalmente possibile copiare le impostazioni di sviluppo di un'immagine e sincronizzarle con altre immagini scattate in identiche condizioni. Per i professionisti che lavorano prevalentemente in studio, scattando centinaia di foto per sessione in pochissimi "set" predefiniti, il risparmio di tempo è davvero enorme, ma in effetti il vantaggio esiste per qualunque fotografo.

Luminar rimane un programma fortemente basato su preset (che ora si chiamano Look) e sull'approccio 1-click. Disponibili molti effetti predefiniti, tra cui il peculiare filtro Sunray già sottolineato all'interno della recensione precedente. Ora, però, è stata aggiunta una funzione di analisi "intelligente" della scena che migliora l'efficacia dei filtri predefiniti (rispondendo per inciso a un'altra critica mossa alla precedente versione). La sua incarnazione più efficace è il filtro Sky Enhancer, visibile qui sopra.

Il lavoro non è ancora ultimato. Basta osservare la roadmap di sviluppo per scorgere all'orizzonte (nel 2019) altri importanti tasselli, come una gestione evoluta del doppio formato RAW/JPEG, copie virtuali e altro ancora. Certo ora un confronto con Lightroom non è più improponibile come era 12 mesi fa, e il prezzo interessante (69 Euro) con politica di licenza perpetua potrebbe interessare più di qualcuno.  


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