Fujifilm GFX 50S II, ora stabilizzata e (più) accessibile

Fujifilm GFX 50S II, ora stabilizzata e (più) accessibile

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Fujifilm aggiorna la sua capostipite medio formato aggiungendo lo stabilizzatore in-camera e riducendo sostanzialmente il prezzo – risulta così una buona scelta per chi vuole, per la prima volta, andare oltre il formato 35mm. ”

Qualità d'immagine

Adottando la medesima pipeline grafica, per la GFX 50S II vale ovviamente tutto quanto detto nella recensione del primo modello, che riassumiamo brevemente: il principale punto di forza di questo sensore è il livello di dettaglio assicurato. In funzione dell'ottica utilizzata, si possono raggiungere, e persino superare, le 5000 LW/PH, che è un risultato davvero eccezionale – questo non è cambiato.


Scatto standard. Clicca per ingrandire.


Scatto Pixel Shift. Clicca per ingrandire.

È però leggermente cambiato il panorama circostante. Al momento della sua introduzione, nessuna 35mm riusciva a reggere il passo. Tre anni dopo, Sony ha invece introdotto la A7R IV che, a fronte di una maggior risoluzione, riesce a garantire un equivalente livello di dettaglio in formato 35mm.


Livello di dettaglio, esempio pratico: negli occhi di Alice è chiaramente distinguibile il softbank ottagonale che la illumina.

A favore di Fujifilm rimane il comportamento ad alti ISO, dato che la maggior dimensione dei fotodiodi le consente mantenere un invidiabile livello di dettaglio fino a 12800 ISO compresi; questo è quantificabile in un vantaggio di 1 EV "abbondante" sul prodotto Sony (un vantaggio cioè compreso tra 1 e 2 EV).


Ancora il dettaglio protagonista, in questo confronto tra scatto standard e Pixel Shift.

Ancora a proposito di dettaglio, abbiamo approfittato dell'occasione per testare il nuovo zoom 35-70mm F4.5-5.6 WR. Disponibile in kit, design collassabile, privo di ghiera dei diaframmi, focale equivalente a 28-55mm, può facilmente essere scambiato per un'ottica di poco valore. L'equivalente del 18-55mm APS-C, per essere chiari.

Non è però assolutamente questo il caso! Una veloce occhiata ai punteggi ottenuti con quest'ottica @63mm (focale standard) mostrano 2 dati eccezionali: punteggi massimi ai vertici e "tenuta" ai bordi non comune. Non riportato, ma ugualmente eccellente, l'aberrazione cromatica ai bordi. Insomma, uno zoom standard da non sottovalutare, soprattutto considerato il prezzo d'acquisto in kit.      

Per gli incontentabili, mostriamo poco sopra, con un esempio pratico, il risultato della funzione Pixel Shift: risoluzione quadruplicata e conseguente capacità della macchina di "leggere", entro il nostro still-life, persino la retinatura del processo di stampa a mezzitoni. Ovviamente, questa funzione è utilizzabile solo con macchina posta su cavalletto e in presenza di soggetti assolutamente immobili.


Attenzione inoltre allo shift cromatico che questa tecnica comporta, costringendo a un ritocco ad hoc in post produzione quando, con un RAW tradizionale, il comportamento cromatico della GFX 50S II è assolutamente stabile.

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Velvia
Velvia

Pro Negative Hi
Pro Negative Hi

Classic Chrome
Classic Chrome

A proposito di risposta cromatica, questa è assolutamente in linea con quelli che sono i canoni Fujifilm da diverso tempo a questa parte: consistente, caratteristica e assolutamente piacevole, ma continua a mancare una Simulazione pellicola espressamente votata alla fedeltà cromatica.

Un buon compromesso è oggi dato dalla Simulazione pellicola Classic Chrome, che pur essendo nata per il fotogiornalismo più che per la fedeltà assoluta (ad esempio, toglie volutamente la componente magenta dal blu del cielo), con la sua saturazione moderata e l'ampia gamma tonale è un buon punto di partenza per la creazione del proprio stile personale. Tutte le foto in studio visibili in queste pagine sono state sviluppate partendo da Classic Chrome. 


Sopra: scatto originale. Sotto: sovraesposizione 5 EV.

Concludiamo con un esempio pratico di malleabilità del file, prendendo come esempio l'inevitabile scatto in cui, lavorando con luce artificiale, i flash hanno fatto cilecca. Il JPEG originale rende l'idea di quanta poca luce ci fosse sulla scena, e quanto ampia sia la correzione di 5 EV applicata.

Nello scatto corretto si nota ovviamente molto rumore nelle zone in ombra e un accenno di banding sullo sfondo nero. Inoltre, 5 EV è in questo caso un limite invalicabile, perché correggere anche solo di un ulteriore mezzo stop renderebbe il banding troppo visibile. Ciò non di meno, possiamo definire la risposta della GFX 50S II, se non esattamente allo stato dell'arte, perlomeno molto, molto buona.