Hasselblad X1D II 50C, medio formato agile ed elegante – la recensione

Hasselblad X1D II 50C, medio formato agile ed elegante – la recensione

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Hasselblad ha creato, con la X1D II 50C, uno splendido oggetto di design che, guarda caso, produce anche immagini di grandissima qualità. È snella, e può facilmente uscire dallo studio, ma i contesti dinamici non le sono congeniali. ”

Corpo macchina

Non si può dire che il corpo macchina della Hasselblad X1D II 50C manchi di stile! Sottile ed essenziale, tanto nelle linee quanto nei comandi, si discosta visibilmente dalla struttura del sistema H, mantenendo comunque alcuni tratti estetici caratteristici – il corpo centrale squadrato, il pulsante di scatto, la stessa impugnatura leggermente curva. Misura 148x125x97mm e pesa 766g con batteria e scheda SD.
La carenza di controlli diretti (manca, in particolare, un efficace metodo di selezione del punto AF) va però a scapito dell'efficacia nell'utilizzo sul campo, soprattutto nelle situazioni in cui il tempismo è cruciale.

1 – L'impugnatura è ampia e molto confortevole. Buona posizione del pulsante di scatto e delle ghiere di comando.
2 – Il solo pulsante anteriore, personalizzabile, è assegnato per default al controllo della profondità di campo.
3 – L'ampio sensore 44x33mm fa bella mostra di sé appena dietro la flangia di attacco obiettivo. Non è purtroppo prevista alcuna chiusura a protezione durante il cambio obiettivi.

1 – A livello di flash, la X1D II 50C è compatibile con il sistema Nikon (SB-300, SB-500, SB-5000, SB-700, SB-900, SB-910). Possono inoltre essere utilizzati, anch'essi in modalità TTL, anche i flash Profoto A1, B1 e B2 con interfaccia Nikon.
2 – In prossimità del pulsante di scatto troviamo la ghiera di selezione del programma, il pulsante di accensione e i due pulsanti AF/MF e ISO/WB. Entrambi, così come il pulsante anteriore, possono essere riassegnati a un'altra funzione a scelta tra un totale di 27. 

1 – Il display posteriore, touch, è cresciuto da 3" a 3,6", ed è passato da 640x480 a 1024x768 pixel. Inoltre, rispetto al primo modello è migliorata la reattività, aspetto tutt'altro che secondario in questo modello dato che, analogamente ai dorsi digitali, molte impostazioni sono demandate proprio all'interfaccia touch.
2 – Il mirino EVF utilizza uno schermo OLED da 3,69 milioni di punti (1280x960 pixel) e offre un ottimo rapporto di ingrandimento (0,87x). A differenza del primo modello, menu e impostazioni rapide sono ora visibili anche dentro il mirino.
3 – A lato del display si trovano i pulsanti di impostazione. Dall'alto: Play, Modalità display, Selezione/Zoom, "X", Menu/Exit. Il pulsante "X", come altri, è sensibile al contesto. La sua peculiarità è però quella di avere anche un'importante funzione operativa: in modalità Live View, ma solo quando non è attiva la livella, riporta il punto AF al centro. Tralasciando la bizzarria per cui a livella attiva lo stesso pulsante seleziona la modalità livella, in fase di scatto non è facile individuare questo pulsante al tatto, essendo privo di segni di riconoscimento. Uno dei tanti dettagli che fa capire come questo corpo macchina non abbia l'azione nel suo DNA.
4 – Due i pulsanti operativi previsti sul dorso: blocco esposimetrico e avvio autofocus.