Leica SL: pronta a mandare in pensione le reflex?

Leica SL: pronta a mandare in pensione le reflex?

di Alberto De Bernardi , Roberto Colombo , pubblicato il

“Leica SL è il nuovo sistema presentato dallo storico marchio tedesco. A Wetzlar ha profuso tutto il loro impegno per mettere in campo una fotocamera in grado di rivaleggiare a viso aperto con le reflex full frame professionali di Canon e Nikon. Ma qui lo specchio non c'è, le ottiche sono quelle Leica e ci sono i video 4K a 30fps e Full HD a 120fps. La reflex si avvicina al pensionamento definitivo?”

Impressioni d'uso

La Leica SL si presenta con un corpo macchina apparentemente massiccio ma in effetti piuttosto leggero se paragonato a quelle delle reflex Full Frame. Rumors nelle scorse settimane parlavano di un corpo simile alle reflex Leicaflex, ma la verità è che di quella linea è stata presa solo la sigla SL - il corpo macchina prende ampiamente spunto dalla sorella maggiore S Typ 007. Comandi sul dorso e menu sono in effetti strettamente imparentati, così la SL può essere, e probabilmente uno degli obiettivi di Leica è proprio questo, un primo passo vero il sistema medio formato, o un corpo più snello e ad alte prestazioni, adatto anche alla fotografia sportiva, da affiancare a un corpo macchina S.

La prima impressione suscitata dal mirino è in effetti molto buona. Oltre che ampio, confortevole e molto nitido, portando la fotocamera all'occhio la sua accensione è istantanea (anche partendo dalla modalità risparmio energetico), e non si osserva oscuramento tra uno scatto e il successivo qualunque sia la cadenza della raffica. Può sembrare un dettaglio, ma in prospettiva di utilizzo professionale è in effetti questa la vera differenza che abbiamo finora riscontrato tra i mirini ottici e molti mirini elettronici: il mirino ottico è immediatamente disponibile, quindi appena solleva la macchina, il fotografo vede la scena e inizia subito a "lavorare" sull'inquadratura; viceversa, in molti mirini elettronici si vede uno schermo nero, e quei pochi istanti di buio "pesano" molto più del decimo di secondo in più o in meno che il sistema AF impiega ad agganciare il soggetto. Per questo siamo concordi con Leica nel definire la SL una mirrorless professionale: non si tratta di blasone o di specifiche, ma di efficacia sul campo e della ragionevole certezza di riuscire a ottenere lo scatto desiderato.

Acquisita dimestichezza con il corpo macchina ci siamo dedicati all'altra grande "incognita" del nuovo sistema, vale a dire il sistema AF evoluto supportato da una cadenza di scatto analoga a quella delle reflex prosumer. Potenzialmente, la SL è una fotocamera adatta alla fotografia dinamica. Iniziamo dalle buone notizie: il vantaggio della messa a fuoco sul piano del sensore, con la possibilità di spostare il punto AF in quasi qualunque punto del fotogramma, è un vantaggio oggettivo delle mirrorless, che la Leica SL ha saputo ben sfruttare. Due modalità con diverso numero e disposizione dei punti AF si adattano perfettamente a ogni genere fotografico, dal paesaggio / still life alla fotografia d'azione.

Il sistema AF è reattivo e la messa a fuoco con l'ottica in prova (24-90mm) praticamente istantanea. Tralasciando alcuni peccati di gioventù sicuramente dovuti al firmware preliminare (saltuari focus-miss), abbiamo però immediatamente rilevato una tendenza al cambio di soggetto in modalità focus-tracking eccessiva per la situazione di scatto in cui ci siamo trovati. Ci siamo quindi subito addentrati nel menu per personalizzare la sensibilità di inseguimento, trovando l'amara sorpresa: questa funzione, ormai irrinunciabile per le ammiraglie reflex, sulla Leica SL non è disponibile. Un vero peccato dato che, per quanto il costruttore possa ottimizzare questa sensibilità, la fotocamera non potrà mai comportarsi ugualmente bene in scenari diversi come - solo per fare un esempio - calcio e motocross.

Inoltre, i punti AF, che in effetti dovremmo chiamare "zone AF" essendo, come per molte mirrorless con AF a contrasto, dei quadratini, sono piuttosto grandi. Sperimentando un poco di ritratto, abbiamo avuto difficoltà nel selezionare esattamente gli occhi in un mezzobusto, e la stessa difficoltà si riproporrà sicuramente ogni qualvolta si desideri focheggiare con precisione su un particolare. Ci piacerebbe, insomma, poter contare anche su "punti AF spot" di minori dimensioni. Infine, ma questo è il minore dei problemi, la logica di funzionamento di questo sistema AF è diversa da quelle delle reflex di riferimento (EOS 1D X e D4/D4s), richiede impostazioni di menu differenti, e mancano ancora alcune "finezze" come il ritorno rapido al punto centrale. In alcuni casi si tratta di problemi di gioventù che Leica potrà facilmente sistemare con un aggiornamento firmware qualora dovesse ricevere dai suoi clienti i nostri stessi feedback; non siamo però certi che un aggiornamento firmware possa introdurre tutte le funzioni da noi desiderate e, in caso contrario, il sistema AF si posizionerebbe un gradino sotto a quello delle già citate reflex con cui, a livello economico, la SL si va a confrontare.

Tornando alle buone notizie, poco dopo il lancio verrà introdotto un adattatore per obiettivi EF, che a detta di Leica funzioneranno egregiamente sul suo corpo macchina. Un'ottima notizia dato che, come per ogni nuovo sistema fotografico le ottiche inizialmente scarseggeranno, e sviluppare super-tele richiede tempo. Veniamo ora alla resa fotografica che, a costo di rovinare la sorpresa, è semplicemente fantastica. Abbiamo avuto modo di esaminare alcune immagini scattate con la SL da due noti professionisti nel settore sport e moda e, se non ci fosse stato detto che si trattava di una nuova fotocamera, avremmo scommesso si trattasse di foto scattate con la Leica S (della quale pubblicheremo presto un approfondito hands-on).


Le immagini hanno la stessa plasticità (o tridimensionalità, che dir si voglia), nonché un livello di dettaglio e una nitidezza estremamente elevate che rendono alla perfezione la "materia" degli oggetti rappresentati. Sembra di poterli toccare. Inoltre, altro elemento in comune con la S, la resa cromatica è impeccabile anche su soggetti molto difficili (colori fluo, luci artificiali ...) e la gamma dinamica è sufficientemente ampia da rendere alla perfezione, senza "bruciare" nulla, i toni bianchi di un abito e persino delle paillettes. Non sarà una prova scientifica, ma è certamente significativa. L'impressione, in definitiva, è quella di una fotocamera che, al pari della S, può produrre splendide e fedeli immagini con minima necessità di intervento in post-produzione. Considerato il tempo speso dopo lo scatto da tutti i fotografi professionisti, si tratta di un vantaggio non da poco che la SL può vantare su Canon e Nikon.

Rispetto ad altre mirrorless? Beh, in effetti l'unico sistema che oggi può essere vagamente paragonato alla Leica SL è quello di Sony. La A7 II, in particolare, è quella che presenta le maggiori similitudini - sensore Full Frame da circa 24 Mpixel, AF ibrido, stabilizzatore e la possibilità di installare pregiate ottiche Zeiss. Tra le mani, però, si tratta di due modelli estremamente diversi. La Sony è molto "elettronica", ricca di funzioni che spesso risultano divertenti ma che possono anche creare confusione (chi ha provato ad attivare la visualizzazione completa sul display posteriore sa di cosa parliamo: compaiono così tante icone che quasi non c'è più spazio per il soggetto!). Non che la A7 II sia una cattiva macchina, al contrario - la consideriamo un punto di riferimento nel suo settore e lo abbiamo già più volte ribadito.
Impugnando la più "seriosa" SL, si capisce però perché Leica sottolinea l'ambizione professionale del suo modello: più essenziale e per questo più efficace, con prestazioni superiori, un mirino più "affidabile" e un sistema AF che, nonostante i problemi di gioventù evidenziati, appare già più valido. In altri termini, non considereremmo mai una Sony A7 come concorrente di una EOS 1D X o di una D4, mentre la Leica SL ... beh, forse in futuro potrebbe arrivare davvero a impensierire i due mostri sacri della fotografia sportiva.