Sigma ha recentemente ampliato la sua gamma di obiettivi Art a focale fissa con questo 24mm F1.4 DG HSM, che si aggiunge ai già noti e apprezzati 35mm e 50mm della stessa famiglia.
Un 24mm è un obiettivo dai molti usi. Nella fotografia di paesaggio, dove trova la sua più naturale applicazione, offre un angolo di campo generoso ma non tanto ampio da rendere la composizione problematica, o deformare eccessivamente la scena, e assicura allo stesso tempo una profondità di campo elevata che consente di avere nitida gran parte della scena.
Valutazioni analoghe valgono per la fotografia di architettura; anche in questo caso un 24mm può risultare prezioso, a meno di non voler optare per un'ottica più specializzata ma anche, tipicamente, più costosa come un obiettivo decentrabile. La fotografia di interni e un certo tipo di reportage possono essere altri due esempi di utilizzo di un 24mm.
Infine, la prospettiva esasperata che contraddistingue questa focale può essere a volte utilmente sfruttata per cogliere un punto di vista insolito e originale in generi fotografici tipicamente dominati da altre focali.
Arrivando, più in particolare, al 24mm F1.4 DG HSM, i motivi di interesse non mancano: la grande apertura, la potenziale qualità che ormai tutti si aspettano da un Sigma Art e il prezzo concorrenziale possono farne un best-seller.
In questo articolo recensiremo la versione Canon, utilizzando principalmente un corpo macchina EOS 5D Mark III. Considerazioni analoghe valgono, naturalmente, anche per la versione Nikon - ricordiamo, a proposito, che Sigma offre un apposito servizio di conversione innesto, che consente di adattare l'obiettivo in proprio possesso a un diverso corredo tra quelli supportati (al momento, Canon, Nikon e Sigma).
