Leica M9: ritorno al futuro

Leica M9: ritorno al futuro

di Matteo Cervo , pubblicato il

“Leica torna alle origini della fotografia e lo fa proponendo un sensore digitale 24x36 mm ad equipaggiare il nuovo modello della serie M, una fotocamera che ha fatto la storia della fotografia.”

Prova sul campo

Leica M9 ci è stata fornita con obiettivo 35 mm F/2 ASPH, il compagno ideale per il ritratto ambientato per una fotocamera votata al reportage; M9 conserva quella vena da scatto rubato che la ha contraddistinta con Capa, Bresson e molti altri. Il funzionamento della fotocamera risulta in fin dei conti meno complicato di una moderna DSLR: non ci si perde in menu complicati e combinazioni di molteplici pulsanti posti sul dorso.

I comandi sono essenziali, si sceglie se scattare in esposizione manuale oppure in automatismo spostando il selettore dei tempi in posizione A per lavorare in priorità dei diaframmi. I tempi di otturazione variano da 30 secondi ( manualmente sono impostabili solo 8 secondi dopo di che bisogna ricorrere alla posa Bulb) fino a 1/4000 s.

Il valore di sensibilità può essere gestito automaticamente dalla fotocamera oppure manualmente dal fotografo da 80 a 2500 ISO a passi di 1/2 stop. Tali operazioni vengono effettuate tramite il display posteriore e necessitano di usare entrambe le mani poichè per effettuare una selezione bisogna tenere premuto il tasto corrispondente, posto sulla sinistra, mentre si naviga con il dial, posto sulla destra.

Nel complesso l'operazione è agevole e le voci di menu si riducono a pochi valori come la scelta del formato di registrazione (DNG oppure JPEG), qualità dell'immagine, bilanciamento del bianco, selezione dei preset colore e pochi altri valori di settaggio più generali.

Il display non rende  ragione alla fotografie scattate e spesso presenta immagini sgranate e che cadono velocemente nelle ombre; la filosofia Leica non vuole il display per controllare le foto appena scattate ma principalmente per settare i parametri in macchina, d'altra parte visto che uno schermo da 2,2" è già una dimensione generosa e che per di più gode di 230.000 punti non ci sarebbe dispiaciuto poterne fruire appieno.

Un ulteriore nota dolente è la velocità operativa che risulta estremamente lenta, spesso la fotocamera necessità i alcuni secondi per comunicare con la scheda di memoria e non poche volte ha restituito problemi di inizializzazione allo scatto (prova effettuata con schede di memoria SDHC da 300x), bisogna quindi spegnere e riaccendere l'apparecchio. La raffica è di 2 fps mantenuta per 8 scatti consecutivi ma d'altra parte non ci aspettiamo grandi performance in questo ambito. Sempre in ambito operatività segnaliamo il fatto che non è possibile disattivare la riduzione del rumore per lunghe pose ritrovandosi così ad attendere magari preziosi secondi di elaborazione durante i quali alla fotocamera è negato lo scatto.

Un ultima nota che ci ha lasciato delusi è stata la rumorosità: pur impostando lo scatto dell'otturatore in modalità Soft&Discreto, la ricarica di quest'ultimo risulta "importante" e in un ambiente silenzioso non passa di certo inosservata.