Leica M9: ritorno al futuro

Leica M9: ritorno al futuro

di Matteo Cervo , pubblicato il

“Leica torna alle origini della fotografia e lo fa proponendo un sensore digitale 24x36 mm ad equipaggiare il nuovo modello della serie M, una fotocamera che ha fatto la storia della fotografia.”

Il sistema a telemetro

Prima di affrontare i test della fotocamera è doveroso spendere alcune parole sul sistema di messa a fuoco a telemetro, sia per capire meglio cosa offre la fotocamera sia per comprendere il funzionamento di una diversa modalità di messa a fuoco rispetto alle più diffuse fotocamere compatte e reflex.

Partiamo dalla considerazione che un sistema fotografico a telemetro evita la presenza dello specchio: la luce non passerà attraverso l'obiettivo per poi essere deviata dallo specchio nel pentaprisma e poi trasferita al mirino, ma entrerà nell'obiettivo per impressionare direttamente il sensore all'apertura delle tendine dell'otturatore.

Se in una fotocamera reflex osserviamo nel mirino quello che stiamo inquadrando con un obiettivo di una determinata focale, nelle fotocamere a telemetro il mirino non presenta continuità ottica con l'obiettivo, di conseguenza si osserverà al suo interno sempre e solamente una porzione di campo di vista più o meno grande di quanto l'obiettivo montato sul corpo macchina stia realmente comprendendo. Diverse cornici luminose all'interno del mirino restituiscono l'esatta inquadratura in funzione dell'obiettivo montato.

 

La mancanza dello specchio presenta il primo vantaggio di una fotocamera a telemetro che risiede nella possibilità di scattare con tempi di posa lunghi senza incorrere nel rischio di vibrazioni indotto dalla meccanica dello specchio. Ovviamente entro certi limiti dettati dalla "concentrazione" di ognuno.

Affinchè sia possibile focheggiare correttamente, è necessario che siano presenti due finestre capaci di raccogliere la luce, disposte sulla stessa linea ad una distanza prefissata. La prima finestra proietta l'immagine all'interno del mirino, la seconda finestra proietta l'immagine su di un prisma che devia il fascio luminoso verso uno specchio fisso. l'immagine dallo specchio viene portata al mirino.

Agendo sulla angolazione del prisma è possibile collimare le immagini provenienti dalla prima finestra con quelle della seconda finestra a livello del mirino; nel momento in cui le immagini sono coincidenti la messa a fuoco è raggiunta. Il sistema di regolazione dell'angolazione del prisma è collegato tramite una camma all'elicoide dell'obiettivo che permette di modificare la messa a fuoco; la scala delle distanze presenti sull'obiettivo riflette l'effettiva distanza di messa a fuoco ottenuta attraverso il telemetro a coincidenza.

Simulazione del comportamento del mirino a telemetro

La messa a fuoco a telemetro necessita di un po' di pratica prima di essere utilizzata con disinvoltura ma permette un grande precisione anche in ambiente con luce scarsa dove un sistema reflex fallirebbe. Per fare un esempio pratico riportiamo la seguente immagine notturna, eseguita in luce ambiente proveniente da un piccolo falò.

La messa a fuoco a telemetro ha permesso precisione anche in bassa luce:  1/12 s @ F/2, mano libera;

Questi due aspetti positivi del sistema a telemetro si scontrano con l'impossibilità di vedere nel mirino la scena realmente inquadrata così come non è possibile avere percezione della anteprima di profondità di campo. Pur non essendo un sistema di fuoco capace di inseguire con successo un soggetto in movimento, con un po' di pratica si possono ottenere buoni risultati e al contrario risulta semplice impostare la fotocamera pronta per una foto al volo.