Fujifilm X100VI: con le 'ricette' è la fotocamera più divertente del momento

Fujifilm X100VI: con le 'ricette' è la fotocamera più divertente del momento

di Roberto Colombo, pubblicata il

“Fujifilm X100VI è la fotocamera perfetta per divertirsi con la street photography: è tascabile, offre grande qualità, ma soprattutto permette di giocare molto con la resa delle immagini. Non solo con le Simulazioni Pellicola di Fujifilm, ma anche con le 'ricette' create dalla folta community dei Fujilovers, che mimano la resa di alcune vecchie pellicole che hanno fatto la storia della fotografia e della cinematografia”

Le compatte con sensore di grandi dimensioni e ottica fissa rappresentano una categoria che non passa mai di moda e tutto l'hype attorno al lancio della nuova Fujifilm X100VI non ha fatto che confermarlo.

Fujifilm X100VI: qualità tascabile

Fujifilm X100VI Roberto Colombo Hardware Upgrade www.fotografidigitali.it

Tutto questo hype è giustificato? Ho voluto provare la macchina per qualche giorno per cercare di dare una risposta a questa domanda e... mi sono davvero divertito. In particolare il fatto di avere un sensore APS-C e non full frame rende X100 Mark VI davvero tascabile e i tecnici Fujifilm hanno fatto un lavoro di cesello per inserire su quest'ultimo modello anche la stabilizzazione sul sensore, senza modificarne di fatto gli ingombri. Non è tanto una questione di dimensioni del sensore stesso, ma dell'ottica che serve per proiettare su esso un'immagine in grado di coprirlo tutto.

Rispetto a una fotocamera (che amo altrettanto) come Leica Q3, Fujifilm X100 VI è davvero piccola, in grado di entrare in tasca e di essere sempre pronta allo scatto, quasi come uno smartphone.

Fujifilm X100VI ripresa da Fujifilm X100VI con simulazione da ricetta

In più il passaggio al più recente sensore di casa Fujifilm ha portato diversi vantaggi: maggiore risoluzione, raffica più veloce e video fino al formato 4K/60p e 6,2K/30p. X100VI rimane fedele alla compattissima ottica 23mm F2, da 35mm equivalenti.

Come dicevamo il sensore è il nuovo X-Trans CMOS 5 HR da 40 megapixel, che ha debuttato su X-H2 e che al momento fa registrare i più elevati valori di dettaglio tra le APS-C (per tutti i dati trovare l'analisi tecnica sulle pagine di fotografidigitali.it).

La maggiore risoluzione rende anche davvero utilizzabile la funzione teleconverter, che effettua un crop (1,4x o 2x) e rende la focale equivalente pari a 50mm e 70mm, con risoluzione rispettivamente di circa 20 e 10 megapixel. Soprattutto nel caso del 50mm la riduzione di risoluzione è più che accettabile. La risoluzione finale è, infatti, maggiore di quella ottenibile delle vecchie Fujifilm da 16 megapixel e in più scattando in JPEG+RAW si ha sempre a disposizione lo scatto originale a 40 megapixel non croppato.

La parte più divertente di X100VI, che in realtà è comune a tutte le altre Fujifilm X Series e GFX, solo in formato maggiormente tascabile, è la possibilità di giocare molto con la personalizzazione dei profili colore.

Non solo simulazioni Fuji: con le ricette si può ricreare praticamente qualsiasi pellicola

Fujifilm X100VI scatto con simulazione Kodak Ektachrome

Tutti conoscete certamente le simulazioni pellicola di casa Fujifilm (nel link trovate un corposo articolo in cui le spieghiamo una per una con esempi fotografici e analisi cromatica per ognuna di esse), marchio di fabbrica fin dai primi modelli e che personalmente ai tempi di X-E2 mi avevano convinto a passare a Fuji per la mia macchina personale. Negli anni il numero delle simulazioni è cresciuto e oggi sono ben 12, a cui si aggiungono i profili bianco e nero e seppia.

Non si è costretti però ad accontentarsi della resa delle simulazioni pellicola come pensate da Fujifilm, in quanto le fotocamere mettono a disposizione la personalizzazione di molti parametri. Esistono in rete diverse 'ricette' che - a partire da una certa simulazione pellicola Fuji - imitano la resa di pellicole storiche. Ne trovate una serie molto interessante su 'Fuji X Weekly'.

Fujifilm X100VI: con le ricette il divertimento è assicurato

Si trovano così le simulazioni Fujifilm Superia, Ektachrome, Kodak Portra, Kodachrome, Kodak Gold 200, T-Max 3200, che restituiscono immagini molto caratterizzate sul fronte della resa cromatica e del contrasto.

Fujifilm X100VI scatto con simulazione Kodak Ektachrome

In alcuni casi la ricetta fa bloccare su un certo valore anche il bilanciamento del bianco, una cosa a cui non avevo - francamente - mai pensato, ma che effettivamente avvicina molto di più l'esperienza di scatto a quella a pellicola, quando non si poteva intervenire così facilmente sul bilanciamento del bianco in fase di scatto come avviene oggi. La 'tinta' delle foto rimane quindi sempre la stessa, con il risultato di avere molta più continuità - ad esempio - tra notte e giorno, senza quell'esperienza di bianco sempre neutralizzato a cui ci hanno abituato le fotocamere digitali.

Le ricette possono essere memorizzate nei profili personalizzati, che su X100VI sono ben sette. I profili personalizzati possono essere modificati anche nel nome, per avere subito al colpo d'occhio quello che si cerca nella lista.

Fujifilm X100VI menu simulazione Kodak Ektachrome

Inoltre un piccolo trucco è quello di cambiare la destinazione d'uso di uno dei pulsanti per mettere a rapida portata di mano la lista dei profili. Combinando a questa la possibilità di avere la modifica della simulazione pellicola veloce con la ghiera frontale, le possibilità creative sono davvero tante.

C'è poi un particolare interessante: utilizzando il software proprietario X RAW Studio è possibile sfruttare le ricette anche nello sviluppo da PC, ritrovando le impostazioni di base così come personalizzate sulla fotocamera. Il software sviluppa esattamente come la fotocamera, visto che sfrutta il suo processore per l'elaborazione delle immagini. Rispetto a soluzioni in cui a volte è difficile ricreare in fase di sviluppo esattamente lo stesso profilo che si è impostato in macchina, questo è un vantaggio interessante.

Fujifilm X100VI

Le ricette, unite alla tascabilità di X100VI, mi hanno fatto riscoprire il piacere della street photography e questa piccola compatta con sensore di grandi dimensioni è davvero una delle fotocamere che più mi ha fatto divertire in questi ultimi mesi.


Commenti (4)

Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - Info
Per contattare l'autore del pezzo, così da avere una risposta rapida, si prega di utilizzare l'email personale (vedere in alto sotto il titolo). Non è detto che una domanda diretta inserita nei commenti venga verificata in tempi rapidi. In alternativa contattare la redazione a questo indirizzo email.
Commento # 1 di: Paganetor pubblicato il 12 Aprile 2024, 17:32
va bene l'uso creativo, ma son sempre 2.000 euro di fotocamera... a quel punto uso i filtri del telefonino

PS: le pubblicità "annidate" nelle foto delle news sono sempre più invasive, soprattutto quando la X per chiuderle risulta invisibile a causa dell'immagine sottostante...
Commento # 2 di: les2 pubblicato il 12 Aprile 2024, 19:31
Non capisco, le posso fare in post, perché avere le ricette in camera? Dxo, captureone, le han già… peraltro 2000€ mi prendo una sony a7cii. Magari mi perdo qualcosa, ci sta, ormai sono anni che uso sony mi ci sarò abituato…
Commento # 3 di: Podz pubblicato il 13 Aprile 2024, 02:50
Ok la compattezza, ma l'ottica fissa è troppo limitante per i miei gusti, tuttavia se il modello esiste vuol dire che molti non la pensano così e ha senso produrla.
Il nuovo sensore mi convince poco da quello che ho visto sulle altre apsc: praticamente rispetto alla generazione precedente ci sono zero progressi ad alti iso (un po' me lo aspettavo), e in generale le immagini risultano troppo morbide, forse questo anche per via dei limiti delle lenti.
p.s. apprezzo sempre lo stile classico Fuji
Commento # 4 di: tuttodigitale pubblicato il 15 Aprile 2024, 23:53
come dimensioni mica ci siamo...128mm sono tanti...
L'olympus Pen F è più piccola con il pancake 20mm Panasonice gran parte della differenza di PDC e resa viene annullata tra i due formati dal 1/2 stop in più della lente..e pure una DP2 merrill che "piccola compatta" (cit) NON è, è discretamente più piccola (circa 1,5cm per lato...). Qui siamo quasi alle dimensioni delle reflex dei tempi che furono.....

le telemetro compatte degli anni 70 erano larghe 2 cm meno e con lente equivalente ad un f1,1 su APS-c (ho fatto la conversione inversa )...se l'obiettivo era la compattezza hanno fallito miseramente.


PS abbiamo un concetto di tascabile un poco differente...Non so voi che Tasche abbiate.

Parlare di resa cormatica e contrasto (e aggiungo pure grana e acutanza) di una pellicola negativa BN come se fossero scritte nella pietra, è come dire che non c'è differenza se abbasso il contrasto in camera raw e in fase di ripresa espongo a 100 o 12800 iso e compenso... Non esiste UN aspetto della P3200 essendo l'immagine latente l'equivalente chimico di un file digitale raw.

In alcuni casi la ricetta fa bloccare su un certo valore anche il bilanciamento del bianco, una cosa a cui non avevo - francamente - mai pensato, ma che effettivamente avvicina molto di più l'esperienza di scatto a quella a pellicola, quandonon si poteva intervenire così facilmente sul bilanciamento del bianco in fase di scatto come avviene oggi. La 'tinta' delle foto rimane quindi sempre la stessa, con il risultato di avere molta più continuità - ad esempio - tra notte e giorno, senza quell'esperienza di bianco sempre neutralizzato IN AUTOMATICO a cui ci hanno abituato le fotocamere digitali.

*fixed

Non è sicuramente una delle cose che fa il fotografo moderno...vuoi perchè ha perso ogni capacità di valutare la temperatura colore dell'ambiente (meno importante oggi con le mirrorless), vuoi perchè si può correggere in post (superando i limiti di un SINGOLO bilanciamento del bianco ) , vuoi perchè la macchina fa tutto sufficientemente bene, tanto che ce ne accorgiamo quando non lo fa in automatico

Ovviamente in analogico il filtraggio in ripresa è doveroso per risultati di qualità: i filtri di correzione erano diffusi e disponibili in un numero abnorme di gradazioni diverse, si poteva certamente cambiare facilmente il bilanciamento del bianco in fase di ripresa, con la stessa facilità con cui si cambia un filtro (più difficile è correggere il bilanciamento)

invece in certi casi era proprio impossibile cambiarlo dopo (come cambi il bilanciamento del bianco per una dia da proiettare?) o comunque compromette drasticamente il risultato: una dia ha una gamma dinamica così ridotta che i forti sbilanciamenti dei canali, penso ad una scena con illuminazione a incandescenza, è impossibile correggerla anche se scansionata (luci del "canale" rosso bruciate e ombre del "canale" blu inesistenti/chiuse). E quando si tratta di negativi, la correzione in fase di stampa è possibile, ma deve comunque tener conto del fatto che se si espone normalmente un canale rischia di essere PESANTEMENTE sottoesposto....se si sovraespone si corre il rischio di avere toni pastellati su un canale, e di avere dominati non correggibili (se correggi per le luci, ha mezzi toni sballati ecc....)...quindi proprio no....molto più facile correggere in ripresa....in stampa è un incubo (persino digitale non è banale, ma in analogico, o attraverso ingranditore o minilab dei tempi che furono è IMPOSSIBILE)....

PS Chi scattava in diapositiva non di rado effettuava un bracketing per il bilanciamento del bianco.


usa il processore della fotocamera connessa USB per l'elaborazione dell'immagine

è da spiegare meglio, sembrerebbe quasi che l'elaborazione avvenga con il processore della fotocamera e non con la CPU del computer.....

dove sta la novità....da sempre (mettiamo un quasi giusto per le eccezioni) l'elaborazione del software proprietario ha profili compatibili con quelli della fotocamera....penso ad esempio a Nikon NX....che replica (va) esattamente i menù delle fotocamere....Parliamo di 20 anni fa....certe uscite sono davvero difficili da non leggere come pubblicità...