Brendan Barry: il fotografo che ha trasformato un grattacielo in una fotocamera

Brendan Barry: il fotografo che ha trasformato un grattacielo in una fotocamera

di Mattia Speroni, pubblicata il

“Brendan Barry è noto per aver trasformato in fotocamere ortaggi, manichini, LEGO, roulotte e altri oggetti stravaganti. Ma un grattacielo di New York è stata una nuova impresa, realizzata con successo grazie a un gruppo di studenti di fotografia.”

Brendan Barry non è nuovo a trovate stravaganti nel campo della fotografia. Del resto, come spiegato dal fotografo, cercare di diventare un fotografo per impressionare chi gli era stato d'esempio non lo aveva mai reso soddisfatto dei suoi lavori. Così ha iniziato a sperimentare creando fotocamere uniche nel suo genere utilizzando manichini, LEGO, container, ortaggi e roulotte per immortalare i soggetti. Il tutto per cercare l'imprevisto creativo e realizzare qualcosa di unico.

Questa volta però Brendan Barry è andato oltre. Grazie alla proposta di Favorite Child Creative ha radunato un gruppo di 20 studenti di fotografia dei Red Hook Labs e Aperture Foundation ha trasformato il 46° piano del grattacielo 101 Park Avenue a New York (nella zona di Manhattan) in una gigantesca fotocamera. Un'impresa unica nel suo genere e adatta proprio allo spirito di Barry.

brendan barry

Il risultato è stato ottenuto nei sei giorni che erano stati messi a disposizione del fotografo tra preparazione e scatti. Questo grazie al fatto che l'intero piano del grattacielo risultava libero permettendo così di realizzare l'opera. New York era quindi pronta per essere catturata da una prospettiva e con una risoluzione unica. L'esecuzione era semplice (in apparenza): trasformare gli enormi spazi (2400 metri quadrati) in camere oscure.

brendan barry new york

Così Brendan Barry e gli studenti di fotografia hanno preso delle spesse tavole nere e hanno coperto le 160 grandi finestre del piano riuscendo a non far penetrare più un raggio di luce dall'esterno. Una volta completata l'opera, all'interno non si vedeva più nulla. L'operazione di scatto poteva quindi essere messa in atto.

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A questo punto, attraverso alcune aperture in cui era posizionati diversi obiettivi di grandi dimensioni (per esempio un Nikon APO NIKKOR 1210mm f/12.5) è stato possibile far fluire all'interno delle stanze la luce e le immagini di New York che si trovavano oltre le pareti. Ma ovviamente non poteva concludersi lì l'avventura.

Per catturare l'immagine in grandissimo formato il fotografo ha scelto di utilizzare carta Ilford Multigrade Pearl con fogli da 127 x 183 cm (circa). Dopo le prove di scatto e composizione e avendo impressionato la carta fotografica con le immagini scelte è stato tutto portato in camera oscura che, come ricorda Brendan Barry, è integrata nella fotocamera stessa.

brendan barry new york

Sono stati così ottenuti diversi negativi che sono poi stati sviluppati a loro volta grazie alla luce fornita dai flash di alcuni smartphone degli studenti che erano lì presenti. Si è così arrivati a realizzare stampe di dimensioni pari a 2,4 x 2,2 metri dello skyline di New York. Ancora più importante è stata l'idea che è passata dall'essere il progetto di un fotografo che "dirigeva" alcuni studenti a un'opera collettiva di cui tutti erano orgogliosi, come ricordato sempre da Brendan Barry.


Commenti (2)

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Commento # 1 di: nathan01 pubblicato il 20 Settembre 2019, 10:28
Meno male che, in un mondo dove praticamente tutti con uno smartphone e due filtri credono di essere Cartier Bresson, esiste ancora qualche fotografo vero che si forza di essere originale.
Commento # 2 di: ilbrunge pubblicato il 21 Settembre 2019, 17:27
Studiare la storia

Ma perchè dire che è una cosa mai vista? Mai studiata la storia della fotografia? Abelardo Morell.
Sarebbe utile documentarsi prima di redigere articoli.