Adobe MAX, ecco le novità delle App Creative Cloud

Adobe MAX, ecco le novità delle App Creative Cloud

di Alberto De Bernardi, pubblicata il

“La conferenza annuale Adobe svela le novità in arrivo sulla piattaforma CC. Focus sulla produttiva e uso più massiccio dell'AI Sensei, ma poche le innovazioni davvero eclatanti. La notizia principale è, probabilmente, l'arrivo nel 2019 di una versione iPAD di Photoshop, primo passo di una transizione verso un'architettura multi-piattaforma come già visto con Lightroom. ”

In occasione della conferenza annuale Adobe MAX, la software house californiana ha presentato le ultime novità riguardanti le App Creative Cloud e anticipato alcune delle novità prossime venture, tra cui la versione per iPAD di Photoshop CC, prevista nel 2019.

Gli sforzi di Adobe sono stati rivolti principalmente all'aumento di produttività individuale, che ha tentato di incrementare attraverso due fattori-chiave, trasversali a tutte le applicazioni: più aiuti in-app e nuove funzioni basate su Sensei, il proprio framework di intelligenza artificiale e machine learning.

Per quanto attiene specificatamente alla fotografia (Lightroom), le novità non sono eclatanti, anche a causa dell'ormai consolidata politica degli aggiornamenti continui, che di fatto ha eliminato le major release.

Ripercorrendo quanto fatto nel corso dell'ultimo anno, ricordiamo in dicembre l'aggiunta di Curve e Split Tone a Lightroom CC e la nuova funzione Auto guidata da Sensei (a nostro avviso, meno funzionale della versione precedente, dato che si ostina a incrementare Vividezza in modo ingiustificato per rendere la foto più accattivante); in febbraio, un aggiornamento della piattaforma ha migliorato le performance di Lightroom Classic; in aprile, sono stati introdotti i Profili, potenziando e rendendo più accessibile una funzione che Lightroom (prima che si chiamasse Classic) offriva all'interno del pannello Calibrazione; infine, in agosto, sono state potenziate le possibilità di editing off-line di Lightroom CC e sono state introdotte nuove funzioni nelle App mobile, in particolare è stata aggiunta la funzione di correzione obiettivo in Lightroom per Android.


Grazie alla Maschera di profondità (evidenziata in verde), è stato qui possibile isolare facilmente il soggetto in primo piano.

Oggi, la novità più importante, anche se solo in prospettiva futura, riguarda Lightroom Classic e Camera RAW, con l'introduzione delle cosiddette Maschere di profondità. Alcune fotocamere integrate nei recenti smartphone hanno infatti la capacità di catturare informazioni sulla distanza dei soggetti; queste informazioni, usate per elaborazioni in-camera (vedi Portrait mode nei recenti iPhone), da oggi possono essere sfruttate anche da Lightroom per effettuare una veloce e precisa mascheratura dell'immagine, al fine di isolare facilmente i soggetti dallo sfondo.

La nuova funzione si aggiunge alle opzioni di Maschera intervallo (al momento, Colore e Luminanza), che si attiva all'utilizzo degli strumenti di editing locale (Filtro graduato, Filtro radiale e Pennelli). Ovviamente, per sfruttare questa funzione è necessario che l'immagine contenga i dati di distanza, il che al momento ne limita l'impiego a una ristretta quantità di immagini riprese con strumenti fotografici non professionali. Vedremo nell'immediato futuro se questa mossa di Adobe incoraggerà una maggiore diffusione delle mappe di profondità.  

Ancora in Lightroom Classic, è stata aggiunta la funzione HDR Panorama, che sostanzialmente esegue in un solo passaggio ciò che finora poteva essere fatto in due passaggi, sfruttando appunto funzioni Unione HDR e Panorama, e infine è stata migliorata la reattività e la stabilità della funzione tethering, lo scatto gestito da PC, per il momento purtroppo solo a beneficio delle fotocamere Canon. In futuro è atteso un analogo update per fotocamere Nikon, mentre nulla è stato detto riguardo ai modelli Leica, il terzo e ultimo marchio supportato dalla funzione tethering di Lightroom (modelli compatibili: S2, M Typ 240, S Typ 006). 

Lightroom CC, dal canto suo è stato oggetto di attenzione soprattutto per quanto riguarda l'accessibilità delle proprie immagini. La novità più vistosa è l'introduzione della People View, una modalità di catalogazione automatica che si aggiunge a Tutte le foto, Aggiunte di recente e Per data, mostrando un raggruppamento per persone ritratte; questo è ad esempio uno dei casi in cui è stato fatto uso della tecnologia Sensei.

Arriva poi la nuova scheda Condivisione, che oltre alla già attiva integrazione con Adobe Portfolio dovrebbe evolvere, nelle intenzioni di Adobe, a contenitore per servizi di terze parti (essenzialmente, servizi di stampa). Anche in questo caso, solo in futuro potremo giudicare il successo di questa iniziativa. Simpatica comunque la vista Visualizzazione aggiunta all'App web, già disponibile, che fornisce un'anteprima esatta di ciò che verrà visto dal destinatario dell'eventuale condivisione.

Infine, per facilitare la migrazione dalla concorrenza, Adobe ha introdotto l'utility Apple Photos Migrator, dall'ovvio scopo.

Passando al fotoritocco, quindi a Photoshop, per quanto riguarda l'App desktop – per inciso, l'unica attualmente esistente – valgono considerazioni analoghe a quelle fatte per Lightroom: la politica dell'aggiornamento continuo lascia poco da annunciare all'interno della conferenza annuale, così, anno dopo anno, l'impressione è invariabilmente quella di piccoli tweek che non spostano il punto.   

Le due innovazioni che meritano a nostro avviso di essere segnalate sono il riempimento sensibile al contesto (Content Aware Fill), altro esempio di utilizzo di Sensei, che svolge un egregio lavoro nel ricostruire in modo credibile anche grosse porzioni di scena mancanti, e la funzione Symmetry che, come suggerisce il nome, facilita la creazione di grafica con elementi di simmetria (un esempio qui sopra) – per chi utilizza i CAD, si tratta di qualcosa di analogo alle funzioni di ripetizione circolare.


Photoshop su iPAD.

La vera novità, però, è quel Photoshop per iPAD, per ora solo anticipato, il cui arrivo è previsto nel 2019. Nei piani di Adobe, si tratterà solo del primo passo verso l'apertura ad altri formati e OS, all'interno di un ecosistema destinato a diventare, come Lightroom insegna, sempre più multi-piattaforma.    

Esattamente come Lightroom CC, il nuovo Photoshop per iPAD non sarà una versione ridotta, ma una versione funzionalmente equivalente a quella desktop, basata su identico codice e algoritmi, con cui aprire ed editare i file .PSD con gli stessi strumenti tradizionalmente messi a disposizione da questo software.   

La nostra primissima impressione, basata a onor del vero solo su poche schermate mostrate in anteprima (qui sopra), è che il risultato finale sarà molto simile a quello già visto proprio con Lightroom CC: gli strumenti saranno anche gli stessi, ma l'interfaccia, dovendo adattarsi all'operatività touch, subirà una inevitabile semplificazione che potrebbe scontare più di qualcuno. Tutto dipenderà, ovviamente, da quanto drastica sarà questa semplificazione. La nostra speranza è che non sia altrettanto drastica di quella subita da Lightroom CC, con cui a nostro avviso Adobe è andata oltre le necessità oggettive, cogliendo l'occasione del cambio di piattaforma per rendere il software più "abbordabile" e indirizzarlo verso un pubblico amatoriale.


Adobe Rush CC.

L'evoluzione verso strumenti multi-piattaforma non esclude il video, con il debutto di Premiere Rush CC che si propone come strumento semplificato di creazione e condivisione filmati. In questo caso non parliamo dunque di un equivalente mobile di Premiere Pro, che rimane il punto di riferimento in casa Adobe per l'editing video professionale, ma di un editor volutamente "facile" e con uno sbocco immediato verso i social network e TouTube, che può però rappresentare anche il primo passo di un workflow da proseguire e finalizzare all'interno di Premiere.

A proposito di Premiere, debutta oggi la versione 13, una delle poche "vere" major release di questa edizione. Tanto che, a dispetto della recente funzione Auto update introdotta per tutte le applicazioni Cloud, la stessa Adobe consiglia di non eseguire l'aggiornamento automatico per le applicazioni Audio e Video. Premiere Pro 13, Che richiede Windows 10 v. 1703 o successive oppure MacOS 10.12 o successive, produrrà infatti file incompatibili con le versioni precedenti.

L'elenco di nuove funzioni è in questo caso piuttosto lungo. Si parte dal Selective color grading (sopra), che offre cinque nuovi strumenti di correzione. Il primo, Hue vs Saturation, consente di scegliere un tono e regolarne la saturazione; il secondo, Hue vs. hue, consente viraggi cromatici mirati; Hue vs luma consente di modificare la luminosità di una particolare tinta, ad esempio per scurire il blu del cielo; Luma vs saturation effettua la regolazione inversa, utile ad esempio per ridurre la saturazione delle aree sovraesposte; infine, Saturation vs saturation consente di regolare la saturazione in base al livello della stessa saturazione del materiale originale.


La funzione Audio cleanup di Premiere Pro CC al lavoro.

Interessante l'introduzione del Display color management, per una gestione più avanzata dei profili colore, che però dovrà essere abilitato manualmente (Preferences > General > Enable Display Color Management) dato che non tutte le GPU offrono la potenza necessaria a questa funzione.

Sarà possibile aggiungere, rinominare e modificare istanze Lumetri, sarà disponibile una funzione di pulizia audio automatica (di nuovo, grazie a Sensei), sarà possibile editare grafica vettoriale, sono state potenziate le funzionalità VR e di collaborazione, è stata semplificata la gestione dei timecode ed è stata modificata la home page.

Tra le altre novità non connesse alla fotografia, segnaliamo l'annuncio di nuova App di disegno, in arrivo nel 2019 inizialmente solo per iPAD, chiamata Project Gemini, e dell'App di realtà aumentata Project Aero.

A volo d'uccello, tra le evoluzioni più significative degli altri pacchetti non fotografici, segnaliamo infine gli effetti di Sensei su InDesign, che si concretizzano nel riempimento intelligente delle immagini all'interno dei frame e nel ridimensionamento automatico dei frame di testo in seguito a un eventuale cambio di layout, i gradienti freeform e le custom toolbar di Illustrator, e la funzione di pulizia audio automatica citata poco sopra a proposito di Premiere che, in effetti, sarà disponibile anche all'interno di After Effects.


Commenti (2)

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Commento # 1 di: Rubberick pubblicato il 15 Ottobre 2018, 15:23
Da quando hanno rimosso l'export dei vari codecs per quicktime su premiere...

Tra semplificazioni, spostamento verso versioni tablet e quant'altro la roba sembra peggiorare anzichè migliorare.

Una cosa sola dovevano fare

SUPPORTO A TUTTI I PROCESSORI MULTITHREAD SPINTI INTEL & AMD PER TUTTO.. ehhh lo so è un bell'impegno a riscrivere un pò di codice.. ma non è che costa poco la cloud mensile..

Salvo rari casi, quasi tutto gira in single thread, ti prudono le mani quando un software potrebbe sfruttare molto di più la macchina sottostante ma perchè i programmatori non hanno voglia di mettercisi un pò trovi un thread attivo e altri 63.. vuoti...

Migliorare le performances in fase di render di after effects pure non sarebbe male per dire.. due testi dentro con una dissolvenza e media encoder si addormenta per risvegliarsi quando c'e' da encodare solamente..

Lo stesso media encoder.. per quale motivo non dare la possibilità di mandare più work in parallelo ? L'unica opzione consentita è quando devi generare da un solo filmato più versioni (es: h264 1080p e h265 720p)..
Commento # 2 di: Wikkle pubblicato il 15 Ottobre 2018, 22:08
La novità è che non ci sono novità.

A no… non è una novità. E' così da sempre.

La tassa adobe, però, incombe con costanza stile mutuo.