Nikon Z 5, biglietto d'ingresso per le mirrorless full-frame Nikon Z. La recensione

Nikon Z 5, biglietto d'ingresso per le mirrorless full-frame Nikon Z. La recensione

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“La piccola full-frame del sistema Nikon Z è una mirrorless versatile e molto interessante. Non si può dire una fotocamera ad alte prestaziomni, ma offre molto di ciò che offrono D750 e D780, e persino qualcosa in più, in chiave più snella e moderna. ”

Ergonomia ed efficacia

Essendo il corpo macchina della Z 5 funzionalmente identico a quello della Z 7, non possiamo che ripetere quanto già scritto a proposito della sorella maggiore.  L'ergonomia è molto buona in assoluto, e l'esperienza d'uso piuttosto simile a quella delle reflex del marchio, fatte salva la rinuncia del selettore AF/MF, che sulle reflex professionali si trova nella parte anteriore del corpo macchina, e, nel caso particolare della Z5, del display superiore.

Su quest'ultimo punto non esprimiamo giudizi, essendo la valutazione molto personale: c'è chi lo trova insostituibile per avere il "colpo d'occhio" sulle impostazioni correnti, e chi utilizza allo stesso scopo la schermata riassuntiva sul display posteriore, e trova quindi il l'LCD superiore sostanzialmente inutile.


Come detto anche a proposito della Z 7, l'unico appunto che si può muovere a queste fotocamere dal punto di vista ergonomico è un certo affollamento di pulsanti nell'angolo inferiore destro, dove si trovano nello spazio di pochi centimetri il PAD direzionale con pulsante OK centrale (piuttosto piccolo), i pulsanti di zoom, il pulsante Drive e il pulsante di accesso al menu.

In linea di massima, questo non è un problema perché, viceversa, spaziatura e disposizione dei comandi principali (ghiere, AF-On, Joystick) sono ottimali, e l'esperienza d'uso quotidiana è quindi perlopiù ottima. L'eccezione è data dall'inseguimento AF dei soggetti, che per l'aggancio iniziale e il reset richiede proprio la pressione del piccolo pulsante centrale del PAD, e per l'uscita la pressione del pulsante zoom out.


Inoltre, anche se ora è possibile assegnare la stessa funzione alla pressione del joystick, tradizionalmente il pulsante OK sui corpi Nikon svolge la funzione di riportare il punto AF al centro. Il PAD ha dunque anche una funzione fotografica e, date le ridotte dimensioni, tale funzione risulta sacrificata.

Nel caso della Z 5, questo limite si percepirà probabilmente meno rispetto ai modelli superiori, dato che la ridotta cadenza di scatto terrà a debita distanza gli appassionati di fotografia sportiva, ma il vizio di forma esiste.

Per inciso, proprio la modalità tracking risulta, di per sé, un gradino sotto i migliori concorrenti, vale a dire le più volte citate Sony A7 di terza generazione a cui si è aggiunta, recentemente, la EOS R6. Non che il sistema Nikon sia di bassa qualità, sia chiaro – anzi, è in assoluto più che buono. Semplicemente, non è allo stato dell'arte, il che, unito ai già citati problemi ergonomici, basta a classificare il tracking dei soggetti come il punto debole di questa fotocamera (e delle Nikon Z in generale).

Nessun problema, ovviamente, in caso di soggetti più statici. In questo caso, le diverse opzioni di scelta dell'area AF, che vanno dalla selezione automatica a un minuscolo punto singolo "pinpoint", unite alla copertura pressoché totale dell'area inquadrata, assicurano una grandissima versatilità compositiva.

Il mirino molto confortevole, per dimensione e risoluzione, rende l'utilizzo della Z 5 decisamente piacevole. Come la macchina nel suo complesso, anche il mirino si trova più a suo agio con soggetti statici, sia per il tempo di commutazione, ridotto ma non istantaneo, sia per il periodo di black-out piuttosto prolungato tra due scatti successivi in scatto continuo. Anche in questo caso, non possiamo fare a meno di notare come l'indirizzo della fotocamera, non votata all'azione, di fatto minimizzi i limiti intrinseci del prodotto – ad esempio non si nota qui il limite della visione differita, che sui modelli superiori interviene oltre i 5-5,5 fps.     

Presente anche sulla Z 5, e probabilmente più utile su questo modello, il lungo elenco di Picture Control creativi di cui diamo un esempio. Oltre i classici Picture Control Nikon (Standard, Paesaggio, Ritratto, Neutro, Saturo, Monocromatico, Uniforme), troviamo qui altre 20 soluzioni "stile instagram". Inutile dire che anche la Z 5 supporta Snap Bridge, l'App Nikon unificata per la gestione remota, la sincronizzazione e la condivisione di immagini.

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Lightroom
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Come molte Nikon attuali, anche la Z 5 offre diverse opzioni di bilanciamento automatico del bianco: Auto 0 (riduce i toni caldi), Auto 1 (preserva atmosfera complessiva) e Auto 2 (preserva i toni caldi). Se in luce naturale tutto funziona molto bene, in alcune condizioni di luce artificiale la tendenza verso i toni freddi va ben oltre il classico stile Nikon. A fronte di un bilanciamento manuale a 4650K, la Z 5 già in modalità A2 ha restituito un tono molto più freddo (3950K), per arrivare a 3100-3200K con gli altri due preset, che mostrano per questo un'evidente dominante blu.

Nel corso della nostra prova, la lettura esposimetrica si è sempre dimostrata stabile e precisa in diverse condizioni di scatto. Meno soddisfacente il bilanciamento del bianco, che non sempre restituisce immagini corrette (vedi esempi in questa pagina) e, soprattutto, in alcune condizioni di luce artificiale ha saltuariamente una risposta molto variabile tra scatti successivi in analoghe condizioni di ripresa.