Fujifilm X-Pro 3, approccio minimal, qualità maxi

Fujifilm X-Pro 3, approccio minimal, qualità maxi

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Fujifilm aggiorna la linea X-Pro, che con la 3° generazione diventa ancora più essenziale. Qualità fotografica incontestabile, ma piccolo passo falso nella rivisitazione del mirino ottico. ”

Corpo macchina

Per il corpo macchina della X-Pro3, Fujifilm ha scelto di utilizzare lega di magnesio (struttura interna) e titanio (scocca esterna). 70 guarnizioni proteggono l'elettronica da polvere e umidità, e per gli incontentabili è disponibile la variante con rivestimento Duratect (colorazione Black o Silver) che incrementa ulteriormente la durezza della scocca, rendendola più resistente ai graffi.  
Dimensioni e peso sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto al modello precedente, nonostante il doppio display: identiche larghezza e altezza, mentre la profondità è cresciuta di 0,2mm e il peso di 2g. Nulla di percepibile.
Anche la struttura dei comandi è rimasta pressoché invariata nella parte anteriore e superiore, mentre qualche differenza si nota nella parte posteriore, sia per la presenza del peculiare schermo a scomparsa sia per la scelta di rinunciare al PAD posteriore; ora, le sue funzioni sono demandate al joystick.

1 – L'impugnatura, già incrementata nel passaggio dalla prima alla seconda generazione, è stata resa ancora un poco più profonda ed è stato aggiunto un incavo per le dita, al fine di assicurare una presa migliore.
2 – in prossimità del pulsante di scatto si trovano la classica ghiera di comando anteriore e questa più insolita leva, che ricorda la leva di autoscatto delle fotocamere analogiche ma che qui serve per passare dal mirino ottico a quello elettronico e viceversa. Come per la X-Pro2, Fujifilm ha sfruttato lo spazio disponibile per inserire un pulsante personalizzabile.
3 – Il sensore X-Trans CMOS di quarta generazione porta prestazioni e qualità fotografica a livello della X-T3.
4 – Mantenuto ovviamente il mirino "Multi Hybrid" che ha reso celebre la X-Pro1. La modalità ottica beneficia di una maggior copertura, ma la scelta dell'ingrandimento fisso è a nostro avviso criticabile. È dunque il mirino elettronico ad aver beneficiato, secondo noi, dell'aggiornamento più significativo, grazie al passaggio ad uno schermo OLED che offre una risoluzione sensibilmente maggiore, maggior contrasto (da 300:1 a 5000:1), maggior frame rate e un gamut più ampio (97% dello spazio sRGB).

1 – La ghiera dei tempi, da 1s a 1/8000s, include anche la ghiera di selezione della sensibilità ISO. Ruotando semplicemente si modificano i tempi, sollevando e ruotando si modifica la sensibilità. Previsto un pulsante di blocco contro modifiche accidentali, che però interviene solo in posizione Auto (che porta la X-Pro 3 a lavorare in programma A o M).
2 – Mantenuta la ghiera di compensazione esposimetrica, e il pulsante custom a destra del pulsante di scatto, ora quasi invisibile dato che è stata eliminata la stampigliatura "Fn". Migliorato il feeling del pulsante di scatto, più sensibile e con meno "gioco" meccanico.

1 – Il piccolo display accessorio è la maggiore novità estetico/funzionale di questo modello. Nato per mostrare sensibilità e Simulazione pellicola selezionata, può anche essere ricondotto a un più comune display secondario che mostra informazioni su programma di scatto, tempo di posa, diaframma, compensazione esposimetrica, sensibilità… (19 i parametri disponibili, selezionabili singolarmente).
2 – Rivista la disposizione di alcuni comandi, come l'accorpamento dei pulsanti AE-L ed AF-L. Rivisitazione resa almeno in parte necessaria dalla scomparsa del PAD direzionale (4).
3 – Il prezioso joystick posteriore per la scelta rapida del punto AF, introdotto con la seconda generazione, non è stato modificato.
4 – Fujifilm ha deciso di eliminare il PAD direzionale, ottenendo un design più pulito e maggiore spazio per il palmo della mano, a spese di un minor numero di controlli diretti (i 4 pulsanti del PAD fungevano da scorciatoie per altrettante funzioni).