La PowerShot G5 X è certamente una fotocamera ben costruita e accattivante. Tanto rispetto alla G7 X quanto ad altre compatte concorrenti offre alcuni plus, alcuni dei quali apparentemente di poco conto, che però migliorano sensibilmente l'esperienza d'uso.
Uno di questi è l'impugnatura ben sagomata per una compatta (ora aggiunta anche alla G7 X Mk II) e forte di un buon appoggio per il pollice.
L'abbondanza di comandi è un'altro aspetto determinante. Alla già buona G7 X, infatti, sono stati aggiunti i citati pulsanti per blocco esposimetrico e selezione del punto AF che portano l'operatività della G5 X quasi a livello di una reflex. La ghiera frontale, ben posizionata, è un'ottima idea - appagante tanto dal punto di vista estetico quanto operativo.
In questa fotocamera, però, è molto (troppo) frequente trovare un ... "però". I controlli non fanno eccezione: sono bellissimi, sensibili al contesto (la funzione varia con il programma selezionato) ma non possono essere personalizzati con tutta la libertà che avremmo desiderato.
Il mirino, altro grande elemento distintivo, è anch'esso in assoluto molto valido. Posizionato al centro, è inciso e piuttosto efficace nell'utilizzo sul campo. Però ... non è particolarmente reattivo, e non si trova a suo agio di fronte a scene dinamiche.
Del resto, l'intera fotocamera è poco reattiva e davvero poco adatta alla ripresa di scene dinamiche. Abbiamo già detto, parlando di prestazioni, della ridotta cadenza di scatto quando si utilizza il formato RAW e della lunga pausa forzata - quasi 2 secondi - tra uno scatto e il successivo. Avevamo già riscontrato il problema con la G7 X, ma sulla G5 X questo difetto ha, a nostro avviso, un impatto maggiore. Crediamo infatti che le caratteristiche di questo modello attraggano un pubblico che mal tollererebbe una reattività di questo livello.
Buono, questa volta senza riserve, lo schermo posteriore, che alla buona leggibilità e alle utili funzioni touch aggiunge la cerniera laterale che ne consente l'orientamento in totale libertà.
Il menu è il classico Canon, ben fatto ed efficace, eppure molto completo. In particolare, l'ottimo menu rapido mette a disposizione del fotografo ogni tipo di impostazione fotografica nello spazio di due click.
Sul campo si apprezzano, ancora, il versatile zoom 24-100mm dalla buona apertura e l'esposimetro sempre molto efficace, che assicura scatti ben riusciti con minime o nulle necessità di post-produzione.
Il limite fisico del tempo minimo di scatto pari a 1/2000 sec, comune a molte compatte, impedisce a volte di utilizzare la massima apertura e può risultare frustrante, ma Canon ha fatto il possibile da questo punto di vista introducendo un filtro ND da 3 stop.
Da citare infine, tra la vasta scelta di programmi di scatto, dal manuale al full-auto, il peculiare "scatto creativo" che è un po' il marchio di fabbrica delle Powershot di ultima generazione. In sintesi, questo programma produce tre scatti consecutivi e salva 5 varianti della stessa immagine con effetti cromatici e "tagli" differenti. La scelta della fotocamera, fondamentalmente casuale, può essere "indirizzata" verso un certo tipo di effetto (bianco/nero o retrò) e un'elaborazione più o meno marcata. In questo caso, però, le immagini parlano più delle parole, ragion per cui rimandiamo, semplicemente, alla galleria dedicata.