Come anticipato, tutta la recente famiglia PowerShot G condivide una base tecnica comune, e questa G5X è, in particolare, parente molto stretta della G7 X, con cui condivide sensore, elettronica e obiettivo.
Il sensore è un CMOS retroilluminato da 20.2 Mpixel in formato da 1" alcuni speculano, anche se non ci sono conferme ufficiali a riguardo, che si tratti dello stesso sensore Sony utilizzato dalle RX100 II e III. Il processore d'immagine è il DIGIC 6, che permette di raggiungere una gamma di sensibilità nativa tra 125 e 12.800 ISO. A differenza di altre compatte concorrenti, Canon non consente di lavorare in estensione di gamma ISO.
Lo zoom, dal canto suo, è il Canon 4.2x 8.8-36.8mm, equivalente a 24-100mm con apertura massima f/1.8-2.8. È costituito da 11 elementi in 9 gruppi, e include nello schema ottico una lente UD e tre elementi asferici, oltre a utilizzare la stessa copertura antiriflesso degli obiettivi EF. Il diaframma è a 9 lamelle circolari, la distanza minima di messa a fuoco è pari a 40cm in posizione tele. Non manca lo stabilizzatore ottico.
Il sistema di messa a fuoco, a rilevazione di contrasto, utilizza 31 aree che, complessivamente, coprono oltre l'80% del fotogramma, e offre la funzione face detection. Le sue prestazioni sono sempre molto buone per una compatta: nella maggioranza dei casi basta un quarto di secondo per agganciare il soggetto. Attivando funzioni "extra" come rilevazione del volto con selezione automatica del punto AF, l'aggancio richiede, è vero, qualche istante in più - circa 7,5 decimi in media. Comunque un bel risultato.
Parlando di prestazioni, la grande nota dolente è rappresentata dalla cadenza di scatto continuo, come del resto avevamo già osservato sulla G7X. Le specifiche parlano di poco meno di 6 fps massimi con focus lock sul primo fotogramma (5,9 per la precisione). Questi circa 6 fps si raggiungono abbondantemente, è vero, ma solo in formato JPEG, e solo per 8 scatti consecutivi. Viceversa, quando entra in gioco il formato RAW, che si tratti di solo RAW o RAW + JPEG, la cadenza di scatto continuativa crolla a meno di 1 singolo fps.
Ancora: pur selezionando il solo formato JPEG, la cadenza di scatto si riduce a 4,4 fps con AF continuo. L'unica, parziale consolazione, è che in RAW la durata della "raffica" è infinita, ma evidentemente solo grazie alla ridotta cadenza di scatto.
Inoltre, in scatto singolo, il ritardo tra due scatti successivi è molto pronunciato - circa 9 decimi di secondo in JPEG, ma quasi 2 secondi(!) in RAW+JPEG. Tra le mani, la G5 X appare per questo poco reattiva, il che mal si adatta a un prodotto teoricamente destinato a fotografi esigenti che desiderano una fotocamera snella.