Sea-trhu, l'algoritmo che restituisce i colori alla barriera corallina, senza Photoshop

Sea-trhu, l'algoritmo che restituisce i colori alla barriera corallina, senza Photoshop

di Alessandro Bordin, pubblicata il

“Ingegnere e oceanografa, Derya Akkaynak dell'università di Haifa ha messo a punto uno specale algoritmo in grado di restituire i colori alle foto subacquee, solitamente molto cariche di verdi e blu. Ecco un video e una spiegazione sommaria.”

Un'oceanografa e ingegnere dell'Università di Haifa, Israele, sta facendo parlare di sé per aver creato un particolare algoritmo in grado di "restituire" i colori alle foto sott'acqua, tipicamente spostate verso tonalità blu/verdi. Derya Akkaynak (questo il suo nome) afferma che il suo algoritmo è come se in un certo senso "rimuovesse l'acqua" dagli scatti, con un potenziale enorme in grado di rivoluzionare la fotografia subacquea.

L'algoritmo prende il nome di Sea-thru, che gioca con i termini vedere e mare, oltre che attraverso,  ed è stato realizzato scattando più di 1100 immagini in due ambienti marini differenti nei quali era posizionata sul fondale una normale color chart / mappa dei colori. Partendo da una distanza di 15 metri e scattando a intervalli regolari delle foto, fino a ridosso della color chart, ha potuto così "insegnare" all'algoritmo quanti e quali colori si perdono nel naturale assorbimento della luce (e quindi di alcuni colori) in acqua. Nel video si può seguire una breve e ulteriore spiegazione. Fondamentalmente, al file RAW originale viene applicato un filtro che, in base alla distanza dal soggetto e da altri parametri non chiariti, riesce grazie alla AI a ricostruire i colori come sarebbero senza l'acqua intorno.

I risultati, o almeno quelli sottoposti all'attenzione del pubblico e della stampa, sono sorprendenti: alcuni scatti sembrano fatti sulla terra ferma, altri meno ma è indubbio il vantaggio che l'algoritmo può dare agli appassionati e ai ricercatori.

La fonte, Petapixel, afferma si tratta di qualcosa di differente rispetto alla normale post-produzione effettuata sugli scatti fotografici per recuperare i colori. Ovviamente è troppo presto per parlare di rivoluzione, così come per capire se i risultati risultano apprezzabili sempre o più in alcune situazioni. Si tratta comunque di una notizia di cui tenere conto, attendendo ulteriori sviluppi.


Commenti (4)

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Commento # 1 di: Dumah Brazorf pubblicato il 16 Novembre 2019, 11:41
"I risultati, o almeno quelli sottoposti all'attenzione del pubblico e della stampa, sono sorprendenti: alcuni scatti sembrano fatti sulla terra ferma, altri meno ma è indubbio il vantaggio che l'algoritmo può dare agli appassionati e ai ricercatori. "

e quale sarebbe?
Commento # 2 di: Cappej pubblicato il 16 Novembre 2019, 12:57
Originariamente inviato da: Dumah Brazorf
"I risultati, o almeno quelli sottoposti all'attenzione del pubblico e della stampa, sono sorprendenti: alcuni scatti sembrano fatti sulla terra ferma, altri meno ma è indubbio il vantaggio che l'algoritmo può dare agli appassionati e ai ricercatori. "

e quale sarebbe?


Boia!
Hai mai fatto subacquea? I colori si annientano via-via che scendi di profondità.
I colori caldi come rosso, giallo e arancio li perdi già a 10 metri... Restano solo blu e viola.

Guarda la prima foto, non ha colori caldi (lo vedi vene sulla scala colore a fianco) ed è la realtà che vedi con la maschera quando scendi sott'acqua.

L'algoritmo restituisce alla roccia il suo colore, che non è blu...

È tanta roba anche se così, a cazzotto, surreale... Poiché non siamo abituati a vederli così.

Molto bello, mi piacerebbe vederlo all'opera
Commento # 3 di: Cappej pubblicato il 16 Novembre 2019, 13:01
P. S.

Lei pinneggia da cani!
Commento # 4 di: Unrue pubblicato il 18 Novembre 2019, 14:12
Il risultato è sorprendente, però guardando i commenti in inglese dal link riportato, un utente dice di aver letto l'articolo originale dell'autrice e non aver trovato alcun riferimento all'AI o modelli di apprendimento... Quindi?