Ecco la foto che ha vinto il World Press Photo 2021

Ecco la foto che ha vinto il World Press Photo 2021

di Roberto Colombo, pubblicata il

“ Tra le quasi 75mila fotografie esaminate dai giudici, frutto del lavoro di 4.315 fotografi da 130 paesi del mondo i giudici hanno deciso di premiare con i premi più prestigiosi, il World Press Photo of the Year e il World Press Photo Story of the Year, rispettivamente il fotografo danese Mads Nissen e l’italiano Antonio Faccilongo”

Aprile è sempre un mese molto importante in ambito fotografico, grazie all'annuncio dei vincitori di alcuni dei più prestigiosi concorsi a livello mondiale. Abbiamo parlato recentemente dei Sony World Photography Awards, ma a stretto giro sono stati annunciati anche i fotografi premiati al World Press Photo 2021.

Un premio che permette di ripercorrere un anno di notizie e storie e che naturalmente ha visto la pandemia da Covid-19 tra i temi più trattati. Tra le quasi 75mila fotografie esaminate dai giudici, frutto del lavoro di 4.315 fotografi da 130 paesi del mondo i giudici hanno deciso di premiare con i premi più prestigiosi, il World Press Photo of the Year e il World Press Photo Story of the Year, rispettivamente il fotografo danese Mads Nissen e l’italiano Antonio Faccilongo.

Il premio World Press Photo of the Year è quello che incorona la foto più iconica dell'anno e non poteva che raccontare la pandemia da coronavirus: è stato premiato il commovente scatto del danese Nissen, che ritrae un’anziana stretta in nell'abbraccio, per la prima volta dopo mesi, di un’infermiera in una casa di riposo a San Paolo, in Brasile. Non a caso il titolo dello scatto è The First Embrace.

Il fotografo italiano Antonio Faccilongo ha vinto invece con un lavoro composto da più scatti, Habibi, in lizza per il premio World Press Photo Story of the Year e vincitore della categoria dei progetti a lungo termine. In questo caso la storia è molto particolare e racconta un lato nascosto del conflitto tra Israele e Palestina. Nelle carceri israeliane i detenuti palestinesi sono soggetti a un regime particolarmente stringente, che non prevede nessuna possibilità di contatto, ad esempio, dei mariti con le mogli.

Per questo motivo, per provare a preservare il proprio diritto alla riproduzione, i detenuti palestinesi hanno attivato un vero e proprio contrabbando di sperma, per far arrivare il proprio seme alle compagne fuori dal carcere per le procedure di fecondazione in vitro. Potrebbe sembrare assurdo, ma si stima che con questo metodo siano nati circa un centinaio di bambini. Il lavoro di Faccilongo, il cui titolo Habibi significa 'Amore Mio' racconta le storie di alcune di queste famiglie.

A questo indirizzo trovate i vincitori di tutte le diverse categorie del concorso, tra i quali spiccano gli italiani Gabriele Galimberti e Lorenzo Tugnoli.

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