DJI Dock: una vera stazione indipendente dove il pilota è al comando da un PC

DJI Dock: una vera stazione indipendente dove il pilota è al comando da un PC

di Bruno Mucciarelli, pubblicata il

“DJI Dock è un sistema modulare completamente nuovo per i droni ma anche per i sistemi professionali di controllo. Una stazione indipendente (ha un'autonomia di oltre 9 ore) capace di ricaricare un DJI Matrice 30 in soli 25 minuti oltre a proteggerlo a riposo per missioni ripetitive. Ma come funziona e perché potrebbe essere il futuro ''enterprise'' di DJI? ”

La pioggia battente in una Milano primaverile è stata perfetta per la prova sul campo del nuovo DJI Dock con DJI Matrice 30. Sì, perché il drone come anche la sua stazione indipendente modulare sono stati creati dall'azienda per arrivare dove altri non riescono e per riuscire a fare, professionalmente, quello che gli altri ancora oggi non fanno. La presentazione di DJI Dock e DJI Matrice 30 è una presentazione più ''enterprise'' che consumer perché effettivamente l'uso che si farà in futuro di questo nuovo prodotto è proprio quello professionale: un volo di emergenza dei Vigili del Fuoco su di una centrale elettrica in fiamme, un volo della Protezione Civile in una zona alluvionata (purtroppo una realtà proprio di questi giorni) o ancora un volo su di un impianto agricolo per il monitoraggio o ancora un volo di ricognizione su strutture civili come aeroporti che non permettono il blocco delle attività.

DJI Dock: una ''base station'' per droni Matrice 30

DJI l'ha pensata così la sua DJI Dock: una stazione modulare indipendente capace di traspostare il drone ''pro'' in luoghi difficili e di emergenza permettendo di avere il massimo controllo del volo grazie ad un semplice PC e non ad un radiocomando come solitamente avviene. “Il DJI Dock è una ‘base station’ per droni Matrice 30, che permette di programmare e svolgere in maniera automatica diversi profili di missione per ispezioni, controlli e soccorsi anche in luoghi remoti o pericolosi”, dichiara Valentino Bertolini, direttore marketing di Nital, l’azienda italiana che cura la distribuzione esclusiva in Italia dei prodotti DJI Enterprise. E’ una soluzione di tipo professionale, che può fornire soluzioni efficaci per la sicurezza nel settore industriale civile, ma anche in ambito istituzionale e militare”.

Effettivamente DJI Dock è una ''base'' dove il drone DJI Matrice 30 parte e ritorna e può ricaricarsi oltre che essere trasportato ovunque senza pericolo e può anche trasmettere velocemente tutto quello che ha catturato. È effettivamente un hangar del peso di 100 chilogrammi la cui parte superiore si apre magicamente a distanza e a comando del pilota al momento dell'occorrenza. Oltretutto la base robotica automatizzata può operare di giorno e di notte anche con difficili condizioni meteorologiche e con temperature da -35 a +50°C. Sì, perché possiede anche un rilevatore delle condizioni meteo (pioggia, temperatura, umidità, direzione del vento e intensità del vento) e una piccola telecamera che può riprendere ciò che avviene in esterno.

Chiaramente la ''box'' funge da comunicatore ossia ''transponder'' ossia garantisce ogni tipo di comunicazione tra la stazione e la postazione di comando e il drone. Oltretutto l'idea di DJI è stata quella di porre delle barre sulla box che riposizionassero il DJI Matrice 30 in posizione per poi essere ricaricato velocemente. Sì, perché DJI Dock possiede anche delle ventole di raffreddamento della batteria del drone che permettono di acconsentire la ricarica veloce ed è un passo importante in avanti questo perché DJI Matrice 30 può ricaricarsi dal 10 al 90% in soli 25 minuti, un tempo perfetto per avviare missioni consecutive.

La novità però sta nel fatto che DJI Dock e DJI Matrice 30 funzionano soprattutto da remoto ossia basta collegarli ad una rete e possono comunicare con un computer a comando del pilota grazie alla piattaforma software DJI Flighthub 2. Qui il pilota, che lo ricordiamo ha sempre e comunque il controllo di tutto e deve averlo, può essere localizzato anche dall'altra parte del mondo rispetto alla posizione reale del drone della DJI Dock. E qui si possono controllare gli spostamenti automatici del drone ma si può anche intervenire immediatamente sull'andamento del volo del drone e ancora è possibile pianificare un volo, eseguire una missione, gestire un programma di spostamenti, avere tutto sotto controllo anche a livello telecamere e riprese.

DJI Matrice 30 è un drone professionale capace di volare per almeno 40 minuti in condizioni anche proibitive del meteo visto che oltretutto è certificato IP55 ossia impermeabile alla pioggia anche battente. Non solo perché può volare anche con raffiche di 15 m/s ossia quasi 28 nodi e può lavorare anche a distanze di 7km dalla stazione DJI Dock. Novità assoluta riguarda la compatibilità RTK che permettono precisioni di volo centimetriche e dunque la possibilità di usare il drone non solo per missioni particolari ma anche in campo agricolo e topografico per eventuali rilievi. Chiaramente il DJI Matrice 30 (nella sua versione T) possiede anche una camera termica per identificare eventuali punti di calore di una struttura o di un luogo e permettere dunque eventuali missioni di prevenzione o anche di manutenzione.

Il volo di DJI Matrice 30 potrebbe essere eseguito con DJI Dock e con il DJI Flighthub 2 in modo completamente autonomo. Una volta creato il piano di volo infatti il pilota potrebbe anche lasciare la sua postazione e far partire il drone in maniera sistematica con voli programmati. Di fatto però sarebbero intesi come ''voli autonomi'' e in tal senso un volo del genere non viene digerito ancora a livello normativo. Il pilota infatti deve sempre stazionare sulla stazione di comando e deve sempre essere pronto ad intervenire in caso di problematiche sul drone.

Sui prezzi chiaramente non sono ancora noti e non tanto per il fatto che DJI Dock e DJI Matrice 30 arriveranno sul mercato a luglio ma per il fatto che il sistema è un sistema professionale molto ''customizzabile'' e soprattutto da capire sarà il fatto se DJI Flighthub 2 verrà rilasciato con il drone e la stazione e soprattutto come sarà considerato dall'azienda per il cliente. Di fatto parliamo di qualche decina di migliaia di euro ma è palese che siamo di fronte ad un prodotto unico sul panorama mondiale con la possibilità, grazie ad una piattaforma di sviluppo tramite API, di creare funzioni e operazioni specifiche per diverse missioni e soprattutto per diversi utilizzi.


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