Lumix S-E100, macro per il Sistema S compattissimo e dalle ottime qualità

Lumix S-E100, macro per il Sistema S compattissimo e dalle ottime qualità

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Panasonic ha creato una piccola chicca. Piccolissima. Parliamo di un 100mm macro per 35mm lungo solo 82mm. Parafrasando il proverbio, in questo piccolo barilotto si trova ottimo vino: qualità ottiche impeccabili e versatilità (anche video) al giusto prezzo.”

Panasonic aggiunge oggi un nuovo obiettivo a focale fissa alla sua gamma Lumix S: si tratta dell’S-E100, obiettivo macro da 100mm con apertura massima F2.8. Una novità non da poco, essendo questo, in effetti, il primo obiettivo macro della famiglia Lumix S.

È un obiettivo incredibilmente compatto. Basti dire che condivide il corpo con la serie di focali fisse Lumix S di apertura F1.8, che oggi comprende un 18mm, un 24mm, un 35mm, un 50mm e un 85mm. Tutti caratterizzati da un diametro di 73,6mm, una lunghezza 82mm e un diametro filtri di 67mm.

All’interno di questo gruppo, il peso varia leggermente in funzione dello schema ottico utilizzato: 298g per questo 100mm Macro, da 295g a 355gg per gli altri obiettivi con identico barilotto ma, cosa di cui Panasonic è giustamente fiera, tutti gli obiettivi condividono la medesima posizione del baricentro, così che qualsiasi obiettivo di questa serie possa essere cambiato con altri senza necessità di ricalibrare l’eventuale testa cardanica o la posizione della fotocamera sul drone. 

Ora, che un 50mm F1.8 abbia queste misure e pesi 300g è qualcosa di piuttosto comune, ma che nello stesso barilotto, e con un peso persino 2g inferiore, Panasonic sia riuscita a infilare un 100mm Macro 1:1 è qualcosa di sorprendente. I macro per sensori 35mm di pari apertura massima hanno infatti lunghezze tipicamente non inferiori a 120mm, con alcuni modelli che arrivano a sfiorare i 150mm, e pesano tipicamente più del doppio.  

La soluzione che ha consentito questa miniaturizzazione è l’utilizzo di un doppio sistema di messa a fuoco, che prevede un gruppo flottante principale nella classica posizione arretrata, tipica della soluzione a messa a fuoco posteriore, e un secondo gruppo secondario frontale, battezzato Sub Focus, che lavora in accordo con il primo per ottenere una maggior convergenza del fascio luminoso. Grazie a questa soluzione, i tecnici Panasonic sono riusciti a risparmiare 25mm di lunghezza.

Altri 20mm di lunghezza (rispetto a un design tradizionale, si intende) sono stati risparmiati grazie all’utilizzo di lenti asferiche. Tre, per la precisione. A differenza dell’inedito doppio sistema di messa a fuoco, l’utilizzo di lenti asferiche è oggi piuttosto comune, ma il loro impatto sulla riduzione di peso e ingombri resta tutt’altro che trascurabile.   


S5 Mark II + S-E100, f/5.6, 1/100s, 3200 ISO.

Infine, un grosso lavoro è stato fatto sugli attuatori lineari, re-ingegnerizzati con bobine bifase e un peculiare piazzamento dei magneti a entrambi i lati delle bobine stesse, che ha permesso di moltiplicare tra le 2 e 3 volte il carico utile dei motori a parità di ingombro o, in questo caso, di mantenere un eccellente carico utile di 20,5g (la lente più pesante mossa finora da un motore passo-passo) con la metà dell’ingombro. 

A livello di dotazione, il nuovo 100mm F2.8 Macro condivide la filosofia minimalista degli altri obiettivi S a focale fissa con cui spartisce il barilotto, anche se, oltre al selettore AF/MF, in questo caso troviamo in aggiunta il limitatore di corsa AF (20.4-50cm, 50cm-infinito e corsa completa), molto utile per chi utilizza l’autofocus anche a distanze macro.


S5 Mark II + S-E100, f/8, 1/125s, 800 ISO.

Apriamo una parentesi a proposito della minima distanza di messa a fuoco, 20.4cm, per notare come questa sia inferiore alla media per i 100mm macro, che tipicamente si attestano nell’intorno dei 30cm, lasciando altrettanto tipicamente una quindicina di centimetri di distanza utile di lavoro tra lente frontale e soggetto. La ridotta lunghezza fisica compensa però parzialmente questo dato negativo: con circa 20cm di distanza AF e un obiettivo da circa 8cm, si hanno indicativamente una dozzina di centimetri di distanza utile di lavoro.

Non c’è altro. Niente ghiera dei diaframmi, scala di profondità di campo o stabilizzatore. Il corpo macchina offre però sia stabilizzatore sia un’utile opzione di personalizzazione della ghiera di messa  fuoco, che può essere utilizzata in modalità lineare (spostamento del fuoco proporzionale all’angolo di rotazione) o non lineare (spostamento maggiorato per rotazioni più rapide) e, nel primo caso, è possibile scegliere l’entità della corsa. Questo dona una certa versatilità all’obiettivo, che nella macrofotografia beneficerà di corse ampie, quindi di grande precisione, ma potrà anche diventare un più classico obiettivo da ritratto con corsa di 90° o similare. 


S5 Mark II + S-E100, f/11, 100 ISO, 1/2s (sinistra) - 1/30s (destra).


S5 Mark II + S-E100, profondità di campo a diversi diaframmi.

Da sottolineare come alla precisione di posizionamento del fuoco contribuisca anche il nuovo sensore GMR (si, la stessa tecnologia alla base dei dischi magnetici), che rileva l’angolo di rotazione della ghiera con una risoluzione 6 volte superiore al precedente. Grazie a lui, e con l’enorme corsa AF impostabile in macchina, la regolazione manuale del fuoco può essere davvero micrometrica.       

La costruzione è resistente a polvere e spruzzi d’acqua, e l’obiettivo può operare correttamente fino a -10°C. Lo schema ottico, per chi fosse interessato a questo tipo di dettagli, comprende 13 lenti in 11 gruppi, e include le già citate 3 lenti asferiche e altrettante lenti a bassa dispersione, divise tra ED (1) e UED (2). Il diaframma di chiude fino a f/22.  


S5 Mark II + S-E100, f/5.6, ingrandimento 200%.

Messo alla prova con il corpo macchina S5 Mark II a nostra disposizione, il nuovo S-E100 si è dimostrato, come tutti i macro, un obiettivo estremamente inciso. Non solo: analizzando le singole figure di merito, emerge un quadro complessivamente impeccabile, ai limiti della perfezione.

I punteggi MTF, riassunti nel relativo istogramma, sono un primo esempio di quanto appena detto. Tenuto conto che, per una fotocamera da 24 Mpixel (4000 pixel verticali) il punteggio massimo teorico era pari a 4000 LW/PH, notiamo innanzitutto come questo obiettivo faccia registrare più di 3000 LW/PH già alla massima apertura, mantenendosi sopra quota 3000 fino a f/16 compreso.

I diaframmi migliori, f/5.6 e f/8 a sostanziale parimerito, fanno registrare più di 3800 LW/PH, corrispondenti a oltre 0.48 cicli/pixel (0,50 è il massimo teorico), il che per inciso assicura che questo obiettivo reggerà perfettamente il passo anche di sensori più densi, come quello nella classe 50Mpixel della S1R.

F2.8
F2.8

F5.6
F5.6

F8
F8

F16
F16

F22
F22

L’obiettivo mantiene poi un’ottima nitidezza e contrasto fino ai bordi, restituendo immagini nitide da parte a parte, a pressoché qualunque apertura di diaframma tra f/2.8 e f/16.
Vale la pena sottolineare anche come, con questo sensore da 24 Mpixel, non ci sia stato bisogno di alcuna ottimizzazione in post produzione per ottenere il miglior risultato: i parametri di sviluppo di default di Lightroom (Nitidezza = 50, R=1) si traducono in un livello di sharpening misurato dello 0,1%, praticamente perfetto (valore ideale: 0%). Chi non ama la post-produzione, quindi, ha un motivo in più per apprezzare questo obiettivo.

Il massimo livello di aberrazione cromatica ai bordi, ovviamente ottenuto alla massima apertura f/2.8, è inferiore al singolo pixel (0,88, per la precisione), risultando di fatto insignificante anche in assenza di correzioni (in ogni caso, Lightroom include già il profilo dell’S-E100, aggiunto con un aggiornamento a fine ’23 ancora prima dell’annuncio ufficiale di prodotto).


Vignettatura, f/2.8


Vignettatura, f/4

La distorsione è altrettanto insignificante (abbiamo rilevato uno 0,24% a cuscinetto), e la vignettatura è avvertibile, seppur moderata, solo a f/2.8, apertura alla quale si registrano circa 0,8 stop di perdita media agli angoli e circa 0,6 stop di perdita media ai lati. Già a f/4 la risposta è piatta in ogni punto dell’immagine, con solo fluttuazioni fisiologiche comprese tra 0,10 e 0,15 stop.    

Impeccabile la ripetibilità della messa a fuoco, con una media nell’intorno del 98% –eccellente – rilevata su varie misure con differente scelta del punto AF. Nessuna traccia apprezzabile di astigmatismo (media su 30 letture inferiore all1%).

A fronte di un comportamento tanto chirurgico, e naturalmente vista la presenza di tre lenti asferiche, ci saremmo aspettati uno sfocato “nervoso” e poco piacevole, che è spesso il rovescio della medaglia delle ottiche moderne – tecnicamente impeccabili, visivamente a volte un po’ fredde.

Non è però il caso di questo S-E100, che esibisce anche uno sfocato piuttosto progressivo e piacevole, e altrettanto piacevoli punti luce sfocati (seppur il caratteristico anello esterno luminoso delle lenti asferiche sia visibile). Il che, inutile sottolinearlo, è importante per un’ottica come il 100mm macro, che nasce per la macrofotografia ma che, avendo la focale e l’apertura massima “giusta”, diventa spesso anche un’ottica da ritratto – soprattutto se si ama la resa super-incisa tipica di questa tipologia di obiettivo.

Insomma, anche se non ci capita spesso di dirlo, non abbiamo un solo vero difetto da segnalare in un obiettivo sorprendente per compattezza e dalle eccellenti qualità ottiche. Il prezzo di listino, circa 1100 Euro (1099,99 Euro, per la precisione) è in media per la tipologia di obiettivo, ed è certamente adeguato alle sue qualità.

Oltre ovviamente che per gli appassionati di macrofotografia, può essere una buona scelta per chiunque abbia acquistato una fotocamera del Sistema S con il 20-60mm in kit e sia in cerca di una seconda ottica per espandere un po’ l’orizzonte fotografico – con macro e ritrattistica, l’S-E100 assicura i proverbiali due piccioni con una fava.


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