Nikon D5, recensione completa della nuova ammiraglia reflex dalle specifiche stellari

Nikon D5, recensione completa della nuova ammiraglia reflex dalle specifiche stellari

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Specifiche da capogiro, ma anche molta concretezza e solide performance per la nuova Nikon D5, che migliora la precedente top di gamma sotto ogni singolo aspetto: risoluzione, velocità, autofocus, prestazioni video e LiveView. Ecco la nostra recensione completa, con scatti i laboratorio, nelle principali situazioni d'uso reale e con in più anche il parere di una fotografa professionista”

Autofocus

Il sistema autofocus è certamente uno dei settori in cui la D5 è cambiata (leggi: migliorata) maggiormente, grazie a un maggior numero di punti, alla grande area coperta, e a nuove funzionalità introdotte. Come già ricordato più volte, sono 153 i punti in totale (55 selezionabili), 99 dei quali a croce (35 selezionabili) distribuiti tra la tre "colonne" centrali e le quattro più esterne. Questi punti risultano effettivamente disponibili con la maggior parte degli obiettivi AF-S con apertura f/4 o superiore

Tra gli obiettivi più recenti, le eccezioni più importanti riguardano gli AF-S 600mm f/4G ED VR, per il quale sono attivi "solo" 63 punti a croce, e gli AF-S 200-400mm f/4G ED VR II e 500mm f/4G ED VR, per i quali sono attivi "solo" 45 punti a croce racchiusi entro le tre colonne centrali di punti selezionabili.In presenza di moltiplicatori che portano l'apertura massima combinata a f/8, risultano ancora utilizzabili 15 punti (9 selezionabili), dei quali 5 a croce.



Ottime capacità di inseguimento anche in condizioni di luce non ottimali (in questo esempio, kart indoor).

Disponibili come sempre le modalità AF-S (singolo) e AF-C (continuo), mentre sono molte le novità riguardo agli schemi di selezione dei punti. Si parte dal tradizionale punto AF singolo (S), selezionabile manualmente, per soggetti prevedibili e facilmente tracciabili, poi si passa alle cosiddette "dynamic-area AF" (d 9 ... d 153), da 9, 25, 72 o 153 punti. In questo caso si parte sempre da un singolo punto AF selezionabile manualmente dal fotografo, ma un certo numero di punti AF circostanti interviene a offrire assistenza per mantenere nitido il soggetto qualora questo dovesse uscire per brevi periodi dalla zona coperta dal punto AF principale. Ovviamente un maggior numero di punti è preferibile quando il movimento del soggetto è più frammentario e meno prevedibile.

  Nikon D5 - Dinamic-area AF d9 d25 d72 d153
Sport su circuito X      
Calcio e altri sport di squadra, atletica leggera, pattinaggio   X    
Ginnastica ritmica, danza, anelli, parallele ...     X  
Tuffi - da valutare in alternativa il 3D Tracking       X

Abbiamo trovato la modalità dynamic area estremamente efficace, specie con un ristretto numero di punti - 9 o 25 (quando diventa necessario coprire un'area ancora più ampia, diventa preferibile passare ad altre modalità). Peccato però che non vengano mostrati nel mirino i punti attivi, cosa che darebbe al fotografo maggior controllo e consapevolezza sulle scelte della fotocamera.   
Simile, ma non identica, la modalità group-area AF (GrP), in cui 4 punti di importanza paritetica vengono utilizzati all'unisono per creare un punto AF di maggiori dimensioni.


Nessuno è perfetto (fotografo compreso, si intende). Anche con la D5 capita di "perdere" il soggetto...


... ma lo si recupera un singolo fotogramma dopo!

Disponibile poi la consueta modalità 3D Tracking che, partendo da un punto iniziale selezionato manualmente, insegue il soggetto nel suo percorso utilizzando tutti i punti AF. L'efficacia di questa modalità non è certo cosa nuova, ma è utile ribadire che, a sostanziale pari merito con la diretta concorrente 1DX Mk II, siamo ai massimi livelli.

A proposito di confronti, Nikon ha adottato con la D5 un paio di soluzioni  importanti. La prima è l'aggiunta, tra i parametri di personalizzazione della risposta AF, del "subject motion", per definire l'accelerazione assiale del soggetto; in unione ritardo di ricalcolo (periodo di tempo prima del ricalcolo quando il soggetto viene oscurato), assicura il perfetto controllo sulla risposta della fotocamera. La seconda è la funzione memorizzazione di area e punto AF in funzione dell'orientamento della fotocamera. Un paio di funzioni indubbiamente "ispirate" alla concorrente, che hanno colmato il piccolo gap esistente tra i due marchi.


Alle EOS rimane il vantaggio di aver organizzato questi controlli in un più pratico menu dedicato, ma l'efficacia sul campo è del tutto confrontabile - quando due modelli arrivano al punto da consentire al fotografo di non sbagliare più un colpo, diventa impossibile, nonché inutile, provare a stabile quale dei due sia il migliore. La D5 fa, esattamente, questo: previa la necessaria pratica, da al fotografo le più ampie garanzie possibili di ottenere "quello" scatto.

L'unico piccolo neo, in tutto questo, è dato dalle prestazioni del sistema AF in bassissime luci. Non che siano scadenti, beninteso, ma vista la promessa dei -4EV e le prestazioni quasi "magiche" in altri settori, ci saremmo aspettati qualcosa in più - sotto al palco di un concerto, ancora si può faticare ad agganciare il soggetto.