Una volta c'era il coniglietto della Duracell, ora nell'immaginario collettivo alla voce 'pila' è forse Energizer il primo marchio che si palesa alla mente. Nel nostro mondo le batterie sono ovunque: considerando le batterie per dispositivi portatili, giocattoli, ma anche quelle per applicazioni industriali e la categoria oggi in crescita di quelle per veicoli ibridi ed elettrici è facile capire la dimensione di questo settore. Si stima che l’Unione Europea produca circa 160.000 tonnellate di batterie esaurite all’anno nel mercato consumer; sono invece 190.000 quelle di batterie industriali, mentre gli accumulatori per il settore automotive arrivano a sfondare il tetto delle 800.000 tonnellate. Il riciclo è una pratica fondamentale per un settore come questo: da un lato riduce i rifiuti, dall'altro limita la necessità di estrarre nuove materie prime. Nel caso delle batterie al piombo (come quelle che muovono il motorino d'avviamento della nostra auto quando giriamo la chiave) si può parlare di un ciclo praticamente chiuso, visto che la percentuale di riciclo arriva in un paese come l'Italia anche al 95%.
Vista la tossicità del piombo e la sua ampia diffusione su tutti i tipi di batteria fino a qualche anno fa, sono stati fatti grossi sforzi, anche a livello legislativo, per portare le percentuali di recupero di questo materiale vicine al 100%. Discorso molto diverso invece per le batterie di generazione più recente, tra cui le alcaline, le nichel cadmio e quelle al litio. Soprattutto queste ultime saranno nei prossimi anni al centro dell'attenzione visto il loro ampio utilizzo in molte applicazioni con numeri in crescita: in volumi sono dispositivi come i telefonini a rappresentare uno dei segmenti che vede il maggior numero di pezzi, ma sono applicazioni come le batterie per i veicoli elettrici che metteranno in futuro alla corda l'approvvigionamento di litio.
In questo quadro potremmo dimenticarci quasi delle batterie stilo: a ben guardare però anche questo tipo di accumulatore portatile è molto diffuso nelle nostre case. È probabile che nel cassetto ci sia una torcia elettrica che le porta in dote, sicuramente ne troviamo una nei nostri innumerevoli telecomandi casalinghi (TV, videoregistratore, ricevitore satellitare, climatizzatore), magari una ci fa ascoltare la musica dalla nostra radio portatile e certamente qualunque giocattolo con un minimo di elettronica ne porta qualcuna a bordo. A livello di distribuzione del tipo di batteria, sono ancora le batterie usa e getta a fare la parte del leone: le stilo e mini-stilo alcaline rappresentano (secondo alcuni dati citati da Energizer) l'85% del mercato, con le ricaricabili ferme al 10% e il resto della torta da spartire con le batterie speciali, tra cui le pile a bottone.
In questo settore il riciclo non è ancora una pratica standardizzata, anche se le legislazioni sono interventute per favorire pratiche di recupero. Energizer punta proprio su questo tema per lanciare la sua nuova pila top di gamma, la nuova Energizer Eco-Advanced, prima pila stilo sul mercato prodotta in parte con pile riciclate. È frutto di 7 anni di ricerche nei laboratori del produttore statunitense. La nuova batteria, declinata in formato stilo AA e ministilo AAA, è destinata a sostituire gradualmente in gamma l'attuale Energizer Hi-Tech, posizionandosi allo stesso prezzo. Al momento si tratta per Energizer di un investimento, ma un domani il riciclo dovrebbe portare a importnati risparmi sul fronte dell'approvvigionamento di materie prime, quindi anche a prezzi più bassi e all'estensione della tecnologia anche alle serie non 'premium' delle sue batterie.
Le batterie Energizer Eco-Advanced al momento sono costituire dal 4% di materiale riciclato
Prodotte presso lo stabilimento di St.Louis (USA), le batterie Energizer Eco-Advanced al momento sono costituire dal 4% di materiale riciclato, ma nel giro di 10 anni questa percentuale dovrebbe crescere di 10 volte, arrivando al 40%. Se pensiamo che a livello mondiale sono più di dieci miliardi le batterie alcaline prodotte, anche solo il 4% riciclato e riutilizzato rappresenta un numero non indifferente. Il materiale in arrivo dalla batterie recuperate viene, tramite un processo produttivo che Energizer non ha voluto svelare, riattivato e ricaricato: a quel punto viene incapsulato in 4 elementi che vanno a costituire la nuova batteria, che ha dunque una struttura diversa da quella classica delle batterie alcaline, che prevede un anodo e un catodo con in mezzo l'elettrolita e la membrana a scambio ionico di separazione. Questo significa per Energizer un processo produttivo differente, che è stato uno dei punti chiave di questi sette anni di ricerca e che fa sì che al momento sia solo uno lo stabilimento in grado di costruire batterie con il nuovo processo. Col passare del tempo questo processo verrà esteso anche agli altri impianti, visto che - come abbiamo detto - la nuova batteria sostituirà quella attualmente in gamma. Oltre che più ecologia la nuova Energizer Eco-Advanced promette di essere anche più duratura, anche in scenari di utilizzo gravoso, come quello delle fotocamere digitali.
Le nuove batterie sono già in vendita presso alcune catene di ipermercati come IperCoop ed Esselunga e la distribuzione è in fase di estensione alle altre catene della grande distribuzione e di quella specializzata in elettronica di consumo. Chi le volesse provare fin da subito le trova anche (in offerta) su Amazon.