Fujifilm X-T10: compatta e abbordabile, ma di alto livello

Fujifilm X-T10: compatta e abbordabile, ma di alto livello

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“La X-T10 è l'ultima nata tra le mirrorless Fujifilm. Rinuncia alla tropicalizzazione, e sacrifica un poco durata della raffica e mirino, per offrire un prezzo decisamente più contenuto rispetto alla sorella maggiore X-T1. ”

Impressioni d'uso

La X-T10 è indubbiamente una mirrorless compatta (circa 118x83x41mm, 381g). Non la più compatta in assoluto, ma certamente, insieme alle recenti OM-D, una delle più compatte tra i modelli avanzati. La larghezza è una decina di millimetri inferiore a quella della X-T1, lo spessore si è ridotto di circa 6mm. Tutto ciò, unito all'impugnatura ben sagomata ma non particolarmente ampia, accentua un "difetto" già riscontrato sulla sorella maggiore: ottima con ottiche compatte come il 35mm, la X-T10 risulta sbilanciata con obiettivi più ingombranti come l'XF 16-55mmF2.8; in questi casi, il grip opzionale è un grosso aiuto.

L'abbondanza di comandi, molti dei quali personalizzabili (7 per la precisione, contando anche la funzione premere-per-selezionare della ghiera frontale) rende la fotocamera estremamente completa ed efficace nell'utilizzo sul campo. Ci siamo subito chiesti cosa comportasse la rinuncia ai doppi comandi della X-T1, ma la banale verità è che questa rinuncia risolve in effetti piccole imperfezioni e incongruenze della sorella maggiore.


Il grip opzionale è di grosso aiuto per l'utilizzo delle ottiche più ingombranti. In ogni caso, i "pezzi da 90" come l'XF 16-55mmF2.8 R LM WR (circa 83mm di diametro per 130mm di lunghezza massima, 655 grammi di peso) mal si adattano a questo corpo macchina.

La ghiera delle sensibilità della X-T1, ad esempio, è indubbiamente molto pratica, ma per mancanza di spazio non comprende tutte le sensibilità in estensione (quindi obbliga a ricorrere al menu), mentre la ghiera per l'impostazione della lettura esposimetrica, come indicato a suo tempo nella recensione, essendo priva di blocco di sicurezza tende a ruotare troppo facilmente cambiando il tempo di posa. Non vogliamo certo dire che togliere un comando sia la soluzione per risolvere un difetto ergonomico ma, in questo caso, si può dire che non tutti i mali vengano per nuocere.     

Il modo d'uso, comune nella gamma X, si rifà alle reflex meccaniche. Sono disponibili i 4 programmi PASM, da impostare agendo sulla ghiera dei tempi presente sul corpo macchina e su quella dei diaframmi presente sugli obiettivi "R" (sulla ghiera di comando negli altri casi). Tale approccio, in generale pratico ed estremamente efficace, ha il suo punto debole nella disponibilità, cresciuta nel tempo, di corpi macchina e ottiche "semplificate" - la ghiera dei diaframmi è meccanica sui prime "R", elettronica sugli zoom "R" e del tutto assente sugli altri obiettivi.




JPEG standard (in alto) vs. RAW sviluppato con le impostazioni standard di LR. Come sempre, il RAW non elaborato appare mobido e poco inciso. Per la X-T10, abbiamo trovato che il raggio ottimale di nitidezza è 1.2 pixel; fattore di nitidezza ovviamente a discrezione, in funzione del soggetto (con nitidezza = 50 si approssima il risultato del JPEG).

Questo può portare a un'esperienza d'uso incoerente passando da prodotti di fascia diversa. Il nostro consiglio è dunque quello di valutare la X-T10 nel caso si intenda allestire un corredo di fascia alta; un corredo che potrebbe comprendere, a titolo indicativo, corpi macchina X-T e X-Pro e larga prevalenza di ottiche "R".

Il display inclinabile è ben leggibile e definito, ma il vero protagonista tra gli strumenti di composizione è il mirino, un OLED da 2.36 milioni di punti (1024x768 pixel) eccellente per nitidezza e funzionalità. Come già detto, l'ingrandimento è inferiore a quello della X-T1 (0,62x in questo caso), e la differenza si nota; rimane, però, abbondantemente più ampio delle reflex APS-C con cui la X-T10 si confronta in termini di prezzo, quindi rispetto a queste ultime risulta un deciso passo avanti.

La sua reattività è molto buona, al punto che, per immagini singole, non si nota di fatto alcun ritardo di aggiornamento. In caso di scatto continuo, però, il ritardo si allunga fino a 15-20ms risultando facilmente avvertibile.


In contesti semplici - movimento rettilineo, sfondo neutro - oppure quando si utilizzano i soli 15 punti AF centrali, l'autofocus della X-T10 svolge un buona lavoro nell'inseguire il soggetto, ma in generale le capacità di tracking sono ancora lontane da quelle delle reflex professionali.

Questo si accorda perfettamente alla valutazione sulle nuove funzionalità AF: in modalità AF-S, si ottiene regolarmente una messa a fuoco veloce e precisa, a prescindere dal punto AF utilizzato; in modalità AF-C, viceversa, l'utilizzo dei punti a rilevazione di fase è determinante per un buon risultato. Fujifilm è la prima ad esserne consapevole, tanto che, in AF-C, la modalità Zone AF è limitata ai 15 punti centrali - tenendo il soggetto al centro della scena, in effetti, il risultato è buono.

La modalità Wide/Tracking, viceversa, utilizza tutti i punti AF, compresi quelli a rilevazione di contrasto, e la sua efficacia è relativa - si comporta bene solo di fornite a inquadrature semplici, con fondo statico o quasi statico e soggetti in movimento rettilineo/regolare; in casi più realistici, però, l'implementazione Fujifilm rimane staccata sia dalle reflex professionali sia dalle migliori mirrorless concorrenti, con frequenti miss-focus o miss-shot causati dal mancato ottenimento del fuoco.

A questo si deve aggiungere la limitata durata della raffica, che esclude definitivamente ogni velleità di utilizzo in ambito sportivo.
In qualsiasi altro ambito fotografico, viceversa, la X-T10 è un vero piacere da utilizzare - il giusto mix di aiuti elettronici, filtri e di controllo sull'immagine, oltre all'ormai immancabile funzione Simulazione film, libera la creatività del fotografo in modo naturale.