Sigma 50mm f/1.4 DG HSM Art, molto più che normale

Sigma 50mm f/1.4 DG HSM Art, molto più che normale

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Sigma ha prodotto, con il 50mm f/1.4 DG HSM Art, un Normale "next gen": dimensioni superiori rispetto ai 50mm tradizionali, ma anche una qualità ottica inarrivabile per questi ultimi. Ideale per sfruttare al massimo la propria reflex di fascia alta, e decisamente più funzionale ed economico dell'unico vero rivale - lo Zeiss Otus. ”

Sigma 50mm f/1.4 DG HSM Art - Introduzione

Obiettivo standard di elevata apertura, il 50mm Art è l'erede dell'analogo 50mm F1.4 EX DG HSM del 2008. Quello del 2008 fu il primo tentativo di ottimizzare un obiettivo anche per i digitale, in un momento storico in cui gli accessori per l'analogico erano ancora i più diffusi. L'attuale modello, annunciato nel 2014, porta a compimento la transizione proponendosi sulla carta come uno dei migliori standard per reflex digitali ad alte prestazioni.

Compatibile con i corpi Full Frame (DG), può naturalmente essere utilizzato anche su corpi APS-C, sui quali equivale a un 80mm.
Lo schema ottico prevede 13 elementi in 8 gruppi, con tre elementi a bassa dispersione SLD e un elemento asferico posteriore. Uno schema ottico piuttosto complesso per un 50mm, che chiarisce immediatamente il fine progettuale: correggere e ridurre al minimo ogni aberrazione. In particolare, Sigma è piuttosto fiera dei risultati ottenuti in termini di correzione del "coma" (riproduzione allungata, "a cometa", di oggetti luminosi puntiformi lontani dall’asse ottico) e dell'aberrazione cromatica longitudinale. Sempre secondo il costruttore, risultati altrettanto buoni sono stati ottenuti nel contenimento delle distorsioni e della caduta di luce ai bordi.


Lenti aggiuntive e schemi ottici ottimizzati impongono un prezzo in termini di peso e ingombri: con una lunghezza di quasi 100mm (99,9 per l'esattezza) e un peso di 815g, si tratta del 50mm più massiccio oggi su piazza. Anche il diametro filtri è piuttosto elevato: 77mm; si spenderà quindi qualche Euro extra per l'immancabile filtro protettivo. Per dare un noto termine di paragone, l'ingombro è sostanzialmente quello del 24-105mm f/4 di casa Canon, che utilizza anch'esso filtri da 77mm.

Entro questi limiti, comunque, peso e ingombri non pongono nessun problema in termini di affaticamento o ergonomia, che anzi risulta eccellente per doti proprie dell'obiettivo e per il buon bilanciamento che si ottiene in presenza di corpi Full Frame o APS-C di fascia alta.   

Come si intuisce dalla sigla, e com'è normale considerata la classe dell'obiettivo, la messa a fuoco è guidata da un motore HSM (Hyper Sonic Motor), che consente al fotografo il ritocco manuale in qualunque momento, senza necessità di spostare il selettore da AF a MF.


La docking station USB.

La messa a fuoco è interna - la lente frontale non ruota né si estende durante la messa a fuoco - e la minima distanza di messa a fuoco è pari a 40cm, per un ingrandimento massimo di 1:5.6 (0,18x), leggermente superiore alla media dei 50mm (che si fermano tipicamente a 0,15x). Il diaframma a 9 lamelle arrotondate si chiude fino a f/16.

Niente stabilizzatore, che data la natura dell'ottica ha oggettivamente poco senso in ambito fotografico; potrebbe però mancare a chi gira regolarmente riprese video a mano libera.
L'obiettivo non è, purtroppo, tropicalizzato, e non integra la classica guarnizione anti-polvere sulla flangia che i Canon Serie L sono invece soliti adottare.

In compenso, come tutti gli obiettivi Sigma di recente generazione, è compatibile con la docking station USB, che consente di aggiornare il firmware e di effettuare alcune regolazioni personali quali la registrazione del punto di fuoco, l'attivazione o meno della funzione MF Full-Time (correzione manuale della messa a fuoco ad AF inserito) e la sensibilità di rotazione della ghiera; non è questo il caso, ma per obiettivi che prevedono queste funzioni, tramite docking station è anche possibile personalizzare lo stabilizzatore ottico e l'intervallo del limitatore di corsa AF.