Non parleremo di sezione aurea, ma di una sua approssimazione grossolana: la regola dei terzi. Questa regola viene utilizzata un po' da tutti i fotografi e tenuta presente in molti scatti, anche se è bene ricordare che qualora si “veda” una inquadratura che convinca maggiormente, nulla vieta di optare per quest'ultima. Seguire la “regola dei terzi” significa dividere l'immagine con linee immaginarie, due orizzontali e due verticali, facendole partire in corrispondenza dei terzi relativi ai lati.
Più semplicemente: immaginiamo di dividere il lato lungo in tre segmenti uguali e lo stesso per l'asse verticale, creando poi una griglia in corrispondenza degli estremi dei segmenti. Per l'asse orizzontale viene facile pensare alla nostra bandiera italiana, in corrispondenza del cambio dei colori. Più difficile da spiegare che da mostrare:
Riproponiamo l'immagine della pagina precedente per capire meglio. Si noti come il gabbiano risulti posizionato lungo le linee (dette anche linee di forza) e in corrispondenza della loro intersezione. Proprio in corrispondenza delle intersezioni è buona cosa posizionare il proprio soggetto, ricordandosi se possibile si far caso allo svolgimento della scena, come può essere in questo caso il verso del volo oppure lo sguardo di una persona, lasciando più "aria" nelle rispettive direzioni e scegliendo quindi la collocazione decentrata a destra o sinistra.
L'incrocio delle linee genera di fatto quattro punti, detti punti di fuoco, focali o di forza. Una buona composizione prevede di posizionare proprio in corrispondenza di questi punti(anche approssimativamente) il proprio soggetto.
Anche i paesaggi non sfuggono a questa regola, sebbene spesso non vi sia un soggetto particolare, motivo per cui spesso si tende a far coincidere orizzonte o linee ben definite del paesaggio con una delle linee di forza orizzontali. Nel caso proposto in seconda pagina si noterà invece come l'inserimento di alcuni elementi non sia stato casuale, ma in rispetto delle indicazioni fornite dalla regola dei terzi. La riproponiamo qui per comodità:
Si noti come la lontana riva sulla sponda opposta del lago sia posta in corrispondenza della linea orizzontale più bassa, mentre la pianta ricada sulla linea di forza verticale sinistra. Un'asimmetria ragionata, potremmo definirla, dettata da una regola che si tende a seguire con una certa frequenza.
In questo caso la scelta è ricaduta sul dare spazio per due terzi a strada e lago, lasciando un terzo al cielo. A discrezione del fotografo la possibilità di fare esattamente il contrario, magari per dare spazio a un cielo particolarmente drammatico o ricco di colori. Optare per 50% per ogni zona? Certo, un'opzione anche quella e non per forza causa di "turbamenti visivi", sia chiaro, ma è indubbio che in caso di concorsi o in presenza di occhi esperti un'inquadratura azzeccata e rispondente alle regole può fare la differenza.
Con questa prima, semplice guida chiudiamo il primo articolo dedicato all'inquadratura, sperando di aver dato un'infarinatura sugli accorgimenti da tenere presente prima ancora di scattare la fotografia. A questo si aggiunga una particolare attenzione a mantenere orizzonti dritti (salvo scelte stilistiche volutamente cercate), nonché di mantenere una postura ferma e sicura, anche in condizioni di luce favorevoli.