50 mila fotografie per un'immagine della Luna da 81 MPixel

50 mila fotografie per un'immagine della Luna da 81 MPixel

di Mattia Speroni, pubblicata il

“Fotografare la Luna in questo periodo è un argomento molto trattato. Ecco cosa è riusciuto a realizzare l'astrofotografo Andrew McCarthy dopo 50 mila scatti e diverse ore di lavoro sia guardando il cielo, sia il PC.”

In questo periodo si parla molto della Luna e del suo aspetto scenico sia scientifico. Dall'eclisse lunare di qualche settimana fa, alla Super Luna di ieri fino alle missioni cinesi sul suo lato nascosto. Ma se fotografare il nostro satellite naturale è relativamente semplice, come avevamo già scritto in passato, ottenere foto veramente d'impatto è qualcosa di completamente diverso.

Un esempio è quello dell'astrofotografo Andrew McCarthy che ha realizzato un'immagine molto particolare della Luna, con 50 mila scatti differenti e due tipologie di dispositivi. Il risultato è un'unica fotografia da 81 MPixel.

Luna fotografia

Per realizzarla è stata impiegata sia una fotocamera "tradizionale" ossia una Sony A7 II sia una fotocamera per astrofotografia (economica) la ZWO ASI224MC. A PetaPixel, l'astrofotografo ha spiegato parte della tecnica impiegata per questo scatto decisamente particolare.

Essendo una Luna in parte illuminata e in parte "in ombra" il lavoro è stato eseguito in maniera differente in base alla quantità di luce riflessa. Per la prima parte sono state impiegate 25 sezioni unite con Photoshop che a loro volta derivano ciascuna dal 50% migliore di 2000 immagini catturate con l'astrofotocamera.

Dopo è toccato alla porzione meno illuminata della Luna. In quel caso è stata impiegata la Sony A7 II con 13 sezioni (ciascuna delle quali è il risultato di 50 scatti). Le stelle sono sempre state fotografate con la fotocamera mirrorless full-frame per altri 50 scatti complessivi.

Ovviamente è stato poi fatto un lavoro con maschere di contrasto e regolazioni dei vari livelli per ottenere il risultato complessivo (impressionante pensando all'attrezzatura). Un aiuto fondamentale è arrivato dal software Autostakkert! che ha permesso di selezionare i migliori scatti dell'astrofotocamera.


Commenti (21)

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Commento # 1 di: LORENZ0 pubblicato il 20 Febbraio 2019, 20:33
Bellissimo lavoro, comolimenti!
Commento # 2 di: Unrue pubblicato il 21 Febbraio 2019, 11:34
Come ha fatto a fare tutte queste foto con la luna in movimento? E' sufficiente un motore che ti sposta la reflex in sincronia con la luna?
Commento # 3 di: frncr pubblicato il 21 Febbraio 2019, 15:17
Non è tanto il movimento della Luna da considerare, ma quello della Terra. Comunque: il nostro pianeta ruota di 15 secondi d'arco per ogni secondo, mentre il diametro angolare della Luna oscilla attorno ai 30 primi d'arco. Per calcolare il mosso bisogna conoscere anche il tempo di esposizione: la superficie illuminata della Luna è piuttosto luminosa perciò si fotografa con tempi brevi. A 1/200s il mosso sarà entro 0,075 secondi d'arco, ovvero 1/24000 del campo, pari a circa 1/3 di pixel in una foto da 80 Mpixel, se non sbaglio i conti. L'area in ombra richiede esposizione più lunga, ma si può compensare in parte aumentando il guadagno del sensore.
In sostanza, per le foto a posa breve della Luna non serve in genere una montatura con inseguitore, ma è possibile che il tizio ne abbia usata una nella ripresa delle parti in ombra per il suo fotomontaggio.
Commento # 4 di: Unrue pubblicato il 22 Febbraio 2019, 08:37
Originariamente inviato da: frncr
Non è tanto il movimento della Luna da considerare, ma quello della Terra. Comunque: il nostro pianeta ruota di 15 secondi d'arco per ogni secondo, mentre il diametro angolare della Luna oscilla attorno ai 30 primi d'arco. Per calcolare il mosso bisogna conoscere anche il tempo di esposizione: la superficie illuminata della Luna è piuttosto luminosa perciò si fotografa con tempi brevi. A 1/200s il mosso sarà entro 0,075 secondi d'arco, ovvero 1/24000 del campo, pari a circa 1/3 di pixel in una foto da 80 Mpixel, se non sbaglio i conti. L'area in ombra richiede esposizione più lunga, ma si può compensare in parte aumentando il guadagno del sensore.
In sostanza, per le foto a posa breve della Luna non serve in genere una montatura con inseguitore, ma è possibile che il tizio ne abbia usata una nella ripresa delle parti in ombra per il suo fotomontaggio.


Ma come fai a muovere la reflex di così poco senza un'attrezzatura apposita? A mano mi pare impossibile.
Commento # 5 di: boyfriend86 pubblicato il 22 Febbraio 2019, 09:22
Non sarebbe una notizia clickbait se non fosse incompleta o fuorviante. Se andaste a cercare bene scoprirete che il tipo usa in effetti una montatura equatoriale motorizzata che muove un Riflettore Newtoniano da 20 cm di diametro (o 25 non ricordo).
Al tutto e' poi stata connessa questa fotocamera "tradizionale" ahah. Grazie mille. Come utilizzare una tradizionale marmitta su una Ferrari e fare intendere che con quella marmitta puoi ottenere risultati paragonabili, solo grazie a tempo, impegno e/o talento. No grazie.

Inoltre, si scopre che la maggior parte dei 50000 scatti sono stati "stackati" per eliminare il piu' possibile rumore e fluttuazioni atmosferiche, per non dire che molti sono stati semplicemente scartati dal software che sceglie il migliore di un campione.

Senza nulla togliere all'Autore dello scatto, ma da qui a fare "intendere" che basta una mirrorless e un po' di tempo per ottenere certi scatti ci sta un mare.
Commento # 6 di: frncr pubblicato il 22 Febbraio 2019, 23:25
Aspetta. Andando a vedere, il tizio ha usato come obiettivo un dobsoniano da 10" che costa la metà del prezzo attuale della ormai vecchiotta A7 II, quindi tutto il contrario di una "Ferrari". Oltre alla fotocamera ha ripreso con una "astrocamera" economica (250 usd), sempre al fuoco del dobson evidentemente. Il pezzo più costoso della sua attrezzatura (1600 usd) è il trepiede con montatura equatoriale e moto orario, dove ha fissato il tubo del dobsoniano. Senza un inseguitore non sarebbe in effetti possibile fare 50.000 scatti in un tempo plausibile.
Nel complesso ha ottenuto un pregevole risultato con un'attrezzatura modesta fra cui una fotocamera digitale 35mm non astronomica, grazie al software e a un po' di pazienza, ed è in sostanza quello che ha scritto il redattore mi pare.

In ogni caso si tratta di una composizione "artistica" più che di una reale foto astronomica, come ammette lo stesso autore:

"I did take a lot of creative liberties there, so I don't feel like this is a true astro shot as much as it is a composition, but I am happy with how it turned out".
Commento # 7 di: boyfriend86 pubblicato il 23 Febbraio 2019, 09:04
Perdonami ma ritengo la mia critica fondata, sulla base del fatto che nell'articolo non e' menzionato niente al di fuori della fotocamera (pure il modello esatto dell'astrocamera*, che tra parentesi e' 1.2 megapixel, fallisce nel menzionare montatura e obiettivo).

Non puoi prendere in considerazione solo un elemento e basta.

Senza contare che l'elemento preso in considerazione (ormai vecchiotta A7 II) non e' assolutamente pregiudicatore del risultato e neanche lontanamente necessario nel complesso. Anche una non vecchiotta A7 IIIR avrebbe serie difficolta' a fare una cosa del genere senza il dobsoniano come obiettivo e piu' di 1000 euro di montatura.
Al contrario, qualunque reflex o mirrorless a qualsiasi prezzo (allora si economica) sarebbe in grado di produrre identici risultati, ammesso tubo, montatura e tempo.

Onestamente, non mi sembra la stessa sostanza di cui parli tu, o il redattore.

Chiedo scusa se ho offeso qualcuno con le mie parole, ma le cose andrebbero dette come stanno.

*Ha usato la Sony per le stelle e per le parti in ombra (che teoricamente sono quelle in cui una maggiore sensibilita' e un minor rumore dovrebbero essere importanti). Quindi ti chiedi che senso ha menzionare sta "astrocamera" da due soldi e non menzionare i veri pilastri di tutta sta baracca, tubo e montatura.
Commento # 8 di: Venturer pubblicato il 23 Febbraio 2019, 13:58
Lavoro e foto eccezionale.

Ma io non ho mai capito una cosa che forse potete aiutarmi a chiarire.

La luna e il globo terrestre nel moto di rotazione attorno al proprio asse sono in ROTAZIONE SINCRONA. Ció significa ed e vero che noi qui ad esempio dall'italia vediamo sempre e solo lo stesso lato della luna illuminato dal sole.

Si dice che il "lato" oscuro della luna non é mai stato visto dall'uomo e le prime foto del lato non illuminato del nostro satellite sono state scattate dalla sonda cinese qualche mese fa.

Ma io non capisco una cosa: se é vero che noi in italia vediamo sempre lo stesso lato della luna in altre posizioni geografiche di osservazione della terra vedono sempre lo stesso lato ma un lato diverso rispetto al nostro.
Ad esempio non é forse vero che osservando la luna dagli Stati Uniti vedono un lato illuminato diverso dal nostro?
Quindi in teoria il lato oscuro é osservabile. Penso che il concetto di rotazione sincrona sia abbastanza chiaro, non mi é chiaro il fatto per il quale si dice che il lato oscuro non é osservabile in nessun modo dalla terra quando in realtá se si guarda il nostro satellite in posizioni geografiche differenti qui dalla terra dovrebbe essere possibile mappare tutto il globo lunare.

Grazie a chi mi chiarirá questo dubbio!
Commento # 9 di: HackmanG pubblicato il 24 Febbraio 2019, 00:56
Il newtoniano su equatoriale non è un dobsoniano, l'attrezzatura usata è tipicamente astrofila, la tecnica usata è quella del mosaico, non vedo alcuna eccezionalità nel risultato, a parte che è riuscito bene e che è riuscito a completarla, in tutta la sua estensione, suppongo in un'unica sessione; queste cose (e tante altre) le fanno anche gli astrofotografi nostrani, da tanti anni, dei loro lavori sono pieni i forum a loro dedicati, ci sono anche sezioni dove si possono chiedere informazioni come quella della faccia sempre uguale della Luna (sic), ci sono solo delle piccole "librazioni" che consentono di vedere giusto un minimo oltre i bordi, per cui col tempo ne possiamo documentare giusto un pochino più della metà (v. librazione su wiki per i dettagli)...
Commento # 10 di: frncr pubblicato il 24 Febbraio 2019, 01:07
Originariamente inviato da: boyfriend86
Perdonami ma ritengo la mia critica fondata [...]

Sinceramente non capisco quale sia il problema. Qui nelle news scrivono un sacco di sciocchezze quotidianamente, questo è assodato, ma questa con cui te la sei presa è una delle rare dove invece si riporta semplicemente una "notizia", stranamente senza strafalcioni.
Ho riletto il pezzo e non ci trovo nulla di ciò che tu critichi, ovvero l'intenzione di "far intendere" qualcosa di falso o tendenzioso. Piuttoso mi è parso fuorviante il tuo definire un telescopio dobsoniano da pochi soldi una "Ferrari" dell'ottica. Il senso della notizia è esattamente l'opposto, ovvero che si possono realizzare composizioni astrofotografiche interessanti anche con mezzi tecnici relativamente modesti (meno di 4000 usd in tutto), con un po' di fantasia e lavoro e grazie al software.
Ok, il redattore non ha specificato l'ottica utilizzata e il trepiede, amen. Mi pare abbastanza scontato che attaccato alle due camere citate ci fosse una qualce ottica, e in particolare un telescopio non un obiettivo fotografico dato che già la Luna intera si fotografa con circa 2 metri di focale.
Ma è chiaro che la parte interessante era la tecnica utilizzata, non l'attrezzatura.

Per quanto riguarda l'astrocamera, la sua importanza è presto detta: la parte illuminata della Luna è stata ricostruita elaborando molte migliaia di riprese, cosa che è in gran parte automatizzabile con quel tipo di camera collegata a un PC, mentre è infattibile con una normale fotocamera. La A7 II è stata preferita per la parte in ombra immagino per via della sua maggiore sensibilità, facendo "solo" qualche centinaio di scatti. Ovviamente qualsiasi altra fotocamera digitale 35 mm di pari epoca avrebbe prodotto un risultato simile. Che abbia o meno lo specchio poco rileva, anche se le fotocamere con lo specchio non sono in genere molto adatte all'astrofotografia per via delle vibrazioni prodotte dal medesimo (salvo bloccarlo sollevato ove possibile).
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