Canon EOS R8, qualità fotografica in corpo "entry"

Canon EOS R8, qualità fotografica in corpo "entry"

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Canon EOS R8 offre un sensore full frame, alta qualità d'immagine e un eccellente sistema AF, ma il corpo macchina semplificato porta con sé alcuni limiti, non sempre giustificabili considerato il prezzo di listino. ”

Ergonomia ed efficacia

Se, complessivamente, è difficile classificare la EOS R8, a livello di corpo macchina è tutto molto chiaro: siamo di fronte a un corpo entry-level di nuova generazione. Le dimensioni sono molto contenute, ma l'impugnatura, snella come il corpo macchina, è pronunciata e assicura un ottimo grip, anche grazie al piacevole materiale antiscivolo. Di per sé, pesa circa 460g, poi tutto dipende dall'ottica montata.

Nel catalogo Canon RF non mancano tuttofare compatti, come il 24-240mm, che renderebbero la R8 un'ottima compagna di viaggio, ma il corpo "regge" piuttosto bene anche ottiche più massicce e professionali.

Entry-level "di nuova generazione" è sinonimo, per quanto ci riguarda, di prodotto relativamente ben accessoriato e, nel caso specifico, molto ben studiato. Niente a che fare con i corpi macchina reflex entry-level, che nessun appassionato vorrebbe probabilmente utilizzare. Qui siamo di fronte a una doppia ghiera, a un PAD direzionale sul dorso e a una ghiera addizionale sull'obiettivo, che nel complesso permettono di gestire comodamente la terna tempi-diaframmi-ISO. Il "minimo sindacale", in altri termini, è garantito.

L'esperienza di Canon, unita a qualche buona idea, riesce poi a far quasi dimenticare alcuni limiti intrinseci. Non esistono comandi per l'accesso diretto ad alcune funzioni fotografiche, come la gestione della cadenza di scatto o la modalità di lettura esposimetrica, ma grazie al piccolo pulsante M-Fn, accanto al pulsante di scatto, l'ostacolo viene brillantemente superato: premendolo più volte, si passa ciclicamente tra 4 coppie di parametri: WB / Lettura esposimetrica; Drive / AF; Compensazione flash / ISO; Picture Style / Zona AF. Avendo selezionato una di queste coppie, il relativo parametro può essere variato ruotando una delle due ghiere. Il tutto risulta molto pratico ed efficace.

Questa piccola "furbizia" si aggiunge ad altre buone idee già viste sul sistema R, come il programma flessibile Fv, in cui la ghiera secondaria seleziona il parametro da modificare tra tempi, diaframmi, ISO e compensazione esposimetrica, e la ghiera principale lo modifica – altro esempio di come, con due ghiere, si possano gestire efficacemente più parametri.

Altri limiti però, purtroppo, rimangono. Il primo di questi è la già più volte citata mancanza del Multi Controller. Canon ha scelto questa struttura semplificata per i corpi macchina entry-level, possiamo capire le sue ragioni. Però, avere quasi 5000 punti AF selezionabili e nessun metodo ottimale per farlo è un vero peccato. La R3 ne ha 3: Multi Controller, Smart Controller ed Eye-AF. Uno anche sul corpo macchina entry-level non avrebbe guastato, specie se questo corpo macchina viene poi utilizzato per una fotocamera come la R8, che esattamente entry-level non è…   


Nel catalogo RF non mancano ottiche compatte anche di lunga focale, come questo 100-400mm f/5.6-8, che ben si sposano con la R8.

Esiste poi la "questione mirino". Che dire… non si può certo definire angusto. Con un rapporto di ingrandimento 0,7x risulta, usabilissimo. Di nuovo: niente a che vedere con le reflex entry-level, che viaggiavano sul filo dello 0,55-0,6x. Però, ormai abituati a fotocamere con mirini 0,9-1x (al lusso ci si abitua sempre troppo in fretta…), non nascondiamo che il ritorno allo 0,7x sia stato un brusco risveglio.

Non rappresenta lo stato dell'arte (basti considerare che anche alcune buone APS-C arrivano a 0,8x…), così come il display posteriore ma, se per il display posteriore la risoluzione è poco più di un dato nella scheda tecnica, nel caso del mirino il rapporto di ingrandimento ha grande importanza nell'uso quotidiano. Non possiamo che tornare alla valutazione del paragrafo precedente: considerando il corpo come entry-level tutto torna, ma se questo corpo viene poi usato per modelli da quasi 1900 Euro, la prospettiva cambia un po'…

Infine, la questione autonomia. Avremmo barattato volentieri 50g in più con altri 200 scatti, e crediamo di non essere i soli.

Posti questi limiti, l'esperienza d'uso dipende molto dal contesto di utilizzo e, come sempre, la grossa discriminante è l'azione. In contesti non sportivi, oggettivamente, non ci siamo mai scontrati con nessuno dei limiti sopracitati. Il PAD non è il Multi Controller, d'accordo, ma con questo sistema AF, che individua a colpo sicuro soggetto e occhi, si può tranquillamente lasciar fare all'automatismo, o quantomeno limitarsi a dare alla fotocamera un indirizzo di massima lavorando con zone AF ampie.

Per essere pignoli, a volte non se ne può proprio fare a meno: attivando il riconoscimento soggetti, in effetti, l'automatismo tende a prevalere leggermente sul fotografo. Consigliamo di disattivare l'opzione AF1 – AF Servo inseg. area intera (che determina proprio se il soggetto debba essere o meno inseguito anche oltre l'area dei punti AF attivi) per avere un maggiore equilibrio.


I profili tradizionali (Picture Style) e le Scene sono ben realizzate ed efficaci: danno un'impronta riconoscibile all'immagine senza stravolgerla, e senza effetti pacchiani. I Filtri creativi (qui sopra, una selezione) sono molto meno riusciti. Il nostro speciale modello a pelo lungo sembra condividere il giudizio.

Nell'insieme, comunque, le opzioni di personalizzazione sono numerose ed efficaci, e consentono di adattare la risposta della fotocamera alle proprie esigenze con grande libertà. Così, finché si fotografano scene statiche, non si sente la mancanza di un corpo macchina più sofisticato.

I problemi arrivano di fronte a scene d'azione, e non solo per l'assenza del Multi Controller. La scelta di non integrare un otturatore completo è penalizzante, anche perché la velocità di lettura del sensore è bassa e l'effetto rolling-shutter è dietro l'angolo. I 6 fps dell'otturatore a 1° tendina elettronica non sono nemmeno pochissimi, anche se ormai cadenze di scatto a due cifre sono comuni, ma c'è un divario enorme tra questi 6 fps massimi e i 5-20-40 fps selezionabili con otturatore elettronico, tra i quali i passi sono semplicemente troppo ampi.

Insistiamo su questo punto a costo di diventare noiosi: 40 fps non servono quasi mai, e anche 20 sono troppi per molti utilizzi – si finirebbe col ritrovarsi una montagna di fotogrammi identici da selezionare in post-produzione. Se si vuole che lo scatto continuo con otturatore elettronico sia davvero utilizzabile, la velocità di scatto deve essere liberamente regolabile per le modalità Drive H e H+, senza bruschi salti da decine di fps.

La modalità RAW burst da 30 fps con pre-scatto, che registra dalla pressione a metà corsa del pulsante di scatto e salva i 15 fotogrammi del mezzo secondo precedente allo scatto stesso, è una buona idea, peraltro perfetta per un pubblico non professionale, ma non basta a cambiare le sorti di una fotocamera per cui il verdetto è molto chiaro: non è la fotocamera giusta per sport e/o natura. Il fatto che i sensori Dual Pixel continuino ad avere problemi con le linee solo orizzontali è, in questo contesto, l'ultimo dei problemi.