Sony FE 16-35mm F4 G PowerZoom, zoom super-grandangolare motorizzato per foto e video

Sony FE 16-35mm F4 G PowerZoom, zoom super-grandangolare motorizzato per foto e video

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Non solo foto: Sony Alfa è un sistema molto forte e apprezzato in ambito video, e l'FE 4/PZ 16-35G asseconda questa propensione grazie (anche) allo zoom motorizzato. Ma Sony ha pensato anche ai fotografi, creando un'ottica compatta e versatile. ”

La novità odierna del catalogo di ottiche Sony FE, sempre più corposo, è dedicata soprattutto ai cineasti. Si tratta del Sony FE 16-35mm F4 G PowerZoom (FE 4/PZ 16-35G), zoom grandangolare con focale minima piuttosto estrema e apertura f/4 costante ma, nonostante questo, decisamente compatto.

Sony non si è comunque dimenticata dei fotografi, anzi la progettazione è partita proprio da una considerazione che li riguarda. Prima dell'FE 16-35mm F4 G PowerZoom, esistevano 5 obiettivi PowerZoom. Due di questi, per fotocamere Full Frame, di fascia alta e decisamente ingombranti. Tre erano per APS-C, due dei quali dotati di solo zoom motorizzato, poco performante e molto poco amato dai fotografi. Il più versatile era il SELP18110G, un eccellente obiettivo con apertura f/4 costante e zoom anche meccanico, ma pur sempre limitato al formato APS-C.


In questo scenario, Sony ha deciso di avviare la progettazione di una nuova generazione di ottiche PowerZoom, funzionalmente avanzate e abbastanza versatili da poter soddisfare tanto fotografi quanto videomaker. La chiave di volta è l'utilizzo di motori lineari, già ampiamente utilizzati per la messa a fuoco ma mai, prima d'ora, per la funzione PowerZoom. È soprattutto loro il merito del buon equilibrio tra prestazioni, praticità (data dalla ghiera di zoom "fisica") e ridotte dimensioni che caratterizza questo obiettivo.

Fisicamente, il Sony FE 16-35mm F4 G PowerZoom misura 88,1mm in lunghezza e 80.5mm in diametro, per un peso di soli 353g – parliamo di oltre 10mm di lunghezza in meno e 165g in meno dell'equivalente Zeiss FE 16-35mm F4 ZA OSS, rispetto al quale il Sony rinuncia però allo stabilizzatore, affidandosi per questo aspetto al corpo macchina.

L'operatività è a tripla ghiera: diaframmi, zoom e messa a fuoco. La sottile ghiera dei diaframmi può, come di consueto, offrire un "click" di feedback ogni terzo di EV oppure ruotare con continuità, basta spostare un selettore sul lato destro del barilotto per passare da una modalità all'altra.

In questo caso, sempre a destra, troviamo anche un altro selettore dedicato ai diaframmi (IRIS Lock) che, se ingaggiato, impedisce il passaggio dalla posizione Auto ai valori fissi e viceversa. Non ce ne sarebbe più di tanto bisogno, perché la forza necessaria per passare da un diaframma fisso alla posizione A è ben calibrata e sensibilmente maggiore, per cui è quasi impossibile sbagliare, ma su alcune ottiche Sony ha deciso di inserire questa ulteriore sicurezza.

Il protagonista dello zoom è… il pollice della mano sinistra, che trova facilmente tanto il selettore Wide-Tele dello zoom motorizzato quanto la ghiera by-wire posta appena oltre. Ha ragione Sony a sottolineare la buona operatività di questo obiettivo, perché tutto è davvero molto ben studiato.

Il selettore W-T offre più velocità, variabili in funzione di quanto ci si allontana dalla posizione neutra. Portando il selettore a fine corsa, lo zoom si muove alla massima velocità, e richiede poco più di 1 secondo per passare da 16 a 35mm (e viceversa). Al contrario, muovendolo di poco, lo zoom si muove più lentamente, e si può arrivare a coprire la stessa distanza in 20, persino 30 secondi.

La ghiera di zoom, dal canto suo, è lineare, e richiede circa 90° di rotazione per coprire l'intero range focale. Non è fulminea come uno zoom meccanico. Muovendola velocemente, ci si accorge che lo zoom "rimane un po' indietro" rispetto al movimento della mano, e conclude la sua corsa con qualche istante di ritardo, in circa mezzo secondo. Le prestazioni sono comunque tali da non rappresentare, a nostro avviso, un limite operativo.

Abbiamo apprezzato la fluidità della ghiera e la "giusta" coppia richiesta per la sua rotazione. Offre una resistenza sufficiente a evitare la rotazione accidentale, ma allo stesso tempo è abbastanza morbida da poter essere facilmente mossa con il solo pollice.

Se si utilizza il solo autofocus, è ovviamente possibile usare anche l'indice, ma chi vuole usare la messa a fuoco manuale, o correggere la messa a fuoco automatica, troverà che l'indice cade perfettamente sulla successiva ghiera di messa a fuoco, che è, ancora leggermente più morbida, ma non inconsistente.

Ci è piaciuto questo differente feedback tattile delle ghiere, e ci è piaciuto il fatto che le due ghiere siano di diametri diversi, separate da un piccolo "gradino" che consente di riconoscerle senza guardare.      

A questo aggiungiamo che, sotto il selettore W-T, ancora facilmente raggiungibile col pollice della mano sinistra, si trova il pulsante programmabile destinato per default alla funzione blocco AF, e ancora più sotto, l'ultimo selettore AF-MF. A conti fatti, ci si muove tra zoom e messa a fuoco con una fluidità eccellente.  

Notevole pure la versatilità del sistema, anche se alcune funzioni dipendono dal corpo macchina e sono appannaggio delle fotocamere di più recente generazione. Possibile invertire la direzione della ghiera di zoom, impostare differenti velocità di zoom per foto e video sulle fotocamere dotate di leva zoom sul corpo macchina (FX3 e ZV-E10), o utilizzare la ghiera posteriore del corpo macchina (click destro-sinistro o rotazione) per azionare lo zoom motorizzato (A1, A7s III, FX3, A7 IV e ZV-E10).

È possibile utilizzare lo zoom tramite App, ed è disponibile il telecomando RMT-P1BT, compatibile con le fotocamere Bluetooth più recenti (11 modelli al momento in cui scriviamo); in presenza di ottiche PowerZoom, il telecomando può gestire, per l'appunto, anche lo zoom. Questo facilita ulteriormente la zoomata fluida e costante, che è poi il fine ultimo degli zoom motorizzati.

16mm f/4
16mm f/4

16mm f/8
16mm f/8

16mm f/22
16mm f/22

35mm f/4
35mm f/4

35mm f/8
35mm f/8

35mm f/22
35mm f/22

Molto sofisticato, come per tutte le ottiche moderne, lo schema ottico, che comprende 13 elementi in 12 gruppi, in un tripudio di elementi asferici e a bassa dispersione. Su 13 lenti, 3 sono asferiche (2 delle quali Advanced Aspherical), 2 sono a bassa dispersione (ED e Super ED) e una è asferica e a bassa dispersione (ED Aspherical).

L'elenco di elementi speciali, quasi fosse un elenco di onorificenze, rischia sempre di essere un po' stucchevole, ma vale la pena ricordare che è anche grazie agli elementi Advanced Aspherical che Sony riesce a ottenere distanze minime di messa a fuoco tipicamente inferiori alla concorrenza, e di conseguenza rapporti di ingrandimento maggiori. L'FE 16-35mm F4 G PowerZoom non fa eccezione: 28cm @ 16mm e 24cm @ 35mm, contro i 28cm costanti del diretto rivale Zeiss Vario-Tessar T* FE 16-35mm F4 ZA OSS. Il rapporto massimo di ingrandimento sale da 0,19x a 0,23x.

L'elemento frontale adotta un rivestimento alla fluorite che aiuta a mantenere l'ottica pulita ma, volendo, dato l'elemento frontale non sporgente, è possibile montare il classico filtro UV protettivo. Il diametro è 72mm. Zoom e messa a fuoco sono ovviamente interni, di conseguenza l'elemento frontale non si estende né ruota durante l'uso. Tra tutte le specifiche, l'unica un pizzico sottotono è data dal diaframma a 7 lamelle.

Tale tripudio di lenti pregiate paga. Avendo esaminato altre recenti ottiche Sony, non è stata una sorpresa trovare un livello di dettaglio davvero superbo: su una fotocamera classe 30 Mpixel come la A7 Mark IV, L'FE 16-35mm F4 G PowerZoom ha fatto registrare oltre 4000 LW/PH pressoché costanti, a 16mm come a 35mm, tra f/4 ed f/8 compresi. Ai bordi si parte ovviamente da qualcosa in meno, ma i punteggi rimangono in assoluto molto alti; parliamo, in questo caso, di oltre 3000 LW/PH anche agli angoli estremi del fotogramma.

Il livello di distorsione è quello di un'ottica zoom, piuttosto lontano dall'eccellenza che, in questo ambito, solo un'ottica fissa può garantire. Marcata distorsione a barilotto a 16mm, che in assenza di correzioni specifiche risulterà più che palese in ogni tipo di immagine, e tanto più grave quanto più ci si avvicina al soggetto. Meno drammatica, ma comunque visibile, la distorsione a cuscinetto all'estremo tele.  

Anche la vignettatura è sempre piuttosto evidente, con picchi molto elevati a 16mm che, agli angoli estremi, arrivano a toccare i 6 EV nel punto peggiore, con valor medio oltre i 5 EV alla massima apertura. Purtroppo, la perdita di luce agli angoli rimane molto evidente a qualunque diaframma, attestandosi ancora a f/11 nell'intorno dei 2 EV medi.
A parziale consolazione, a lati del fotogramma la perdita è decisamente meno marcata, e complessivamente discreta a 35mm.    

Insignificante l'aberrazione cromatica, e l'analisi visiva non ha evidenziato altri difetti degni di nota.

La disponibilità è prevista per maggio, con prezzo indicativo di listino di 1500 Euro, vale a dire lo stesso prezzo del 16-35 F4 Zeiss, stabilizzato ma non motorizzato. Altri termini di paragone / alternative possono essere il Sony FE 16-35mm F2.8 GMmaster, quindi più luminoso e di categoria superiore, ma anch'esso non motorizzato (2700 Euro) e l'FE C 16-35mm T3.1, ottica Cinema specializzata e unica alterativa Full Frame motorizzata, ma dal costo sensibilmente superiore (6600 Euro).

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