Fotocamere e Obiettivi: ecco come cambiano i nostri test

Fotocamere e Obiettivi: ecco come cambiano i nostri test

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“In questa breve guida descriviamo la rinnovata metodologia di prova da noi adottata per fotocamere e obiettivi, spiegando come interpretare correttamente alcuni risultati proposti al'interno delle recensioni di prodotto che seguiranno”

Approfondimento: test MTF (continua)

La frequenza spaziale si potrebbe misurare in coppie di linee (o cicli) per millimetro o per pollice. Questo dato sarebbe utile (ed è stato infatti ampiamente utilizzato) per la fotografia analogica, in cui il formato della pellicola è uguale per tutti, ma non si adatta molto bene alla fotografia digitale, in cui esistono diversi formati di sensori. Si preferisce, in questo caso, utilizzare i cicli per pixel, o i cicli/linee per unità di altezza (Line Widths per Picture Height, LW/PH), che rendono direttamente confrontabili risultati ottenuti con fotocamere dotate di sensori di diversa dimensione. Questo è il dato riportato nei grafici.


Un target utilizzabile per un analisi MTF non automatizzata.

Il valore MTF50 è la frequenza a cui il contrasto si è ridotto al 50% del suo valore iniziale. È il dato più utilizzato, perché è il più rappresentativo della perdita di nitidezza percepita dall'occhio umano. Un possibile problema di questo indicatore è che la lettura viene fatta in un zona ancora influenzata da un eventuale oversharpening - questo risultato tende cioè a premiare l'uso eccessivo del parametro "nitidezza", un trucco spesso utilizzato dalle fotocamere compatte per dare grande impressione di risoluzione che, nella realtà, non esiste. Noi abbiamo deciso di eliminare questo problema sviluppando tutti i RAW con un identico, intermedio, valore di nitidezza, e rinunciando a eseguire analisi quantitative su modelli che non consentono il salvataggio in formato RAW.
In tutti i casi, riportiamo anche il valore MTF30, cioè la frequenza a cui il contrasto si è ridotto al 30% del valore iniziale.
Infine, il valore MTF50 (Std) è il dato "standardizzato" applicando a tutte le immagini una maschera di contrasto R=2. Questo valore aiuta a capire meglio il potenziale di un'immagine.
Se MTF50 (Std) > MTF50, l'immagine è "morbida", e può beneficiare di una maggiore nitidezza in fase di sviluppo RAW.
Se MTF50 (Std) < MTF50, l'immagine è troppo incisa, e può mostrare artefatti come aloni nelle zone ad alto contrasto. È il caso tipico del risultato relativo al file JPEG.
Il dato di "oversharpening/undersharpening", spesso citato all'interno delle recensioni, è una misura quantitativa di questo comportamento, espressa in percentuale.

L’argomento, qui trattato con l'approfondimento necessario alla sola lettura dei dati, è indubbiamente piuttosto complesso e i dati stessi non sono certo di immediata comprensione, ma si tratta dell’unico metodo oggettivo per misurare il potere risolutivo di una fotocamera. Qualunque altro metodo, non permettendo un reale confronto tra macchine diverse, potrebbe presentare problemi di attendibilità. Come abbiamo già detto in apertura, accanto ai soli numeri ogni recensione sarà accompagnata anche da una serie di valutazioni su caratteristiche non misurabili con metodi analitici per dare un giudizio complessivo più completo.


Commenti (7)

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Commento # 1 di: demon77 pubblicato il 25 Agosto 2014, 12:06
Trovo la nuova serie di test e la nuova metodologia davvero accurata e completa.
Non nego però che la lettura dei risultati è faticosa.
Del resto non si può avere la moglie piena e la botte ubriaca

Per tamponare questa difficoltà di lettura che credo riguardi parecchie persone (mi includo nel gruppo) credo sia buona cosa che ogni diagramma contenente i risultai sia seguito da due righe di commento che ne inquadri il senso.
Commento # 2 di: a.debernardi pubblicato il 25 Agosto 2014, 12:17
Originariamente inviato da: demon77
Trovo la nuova serie di test e la nuova metodologia davvero accurata e completa.
Non nego però che la lettura dei risultati è faticosa.
Del resto non si può avere la moglie piena e la botte ubriaca

Per tamponare questa difficoltà di lettura che credo riguardi parecchie persone (mi includo nel gruppo) credo sia buona cosa che ogni diagramma contenente i risultai sia seguito da due righe di commento che ne inquadri il senso.


Grazie del suggerimento, faremo in questo modo.
Commento # 3 di: Theprov pubblicato il 25 Agosto 2014, 12:31
Originariamente inviato da: a.debernardi
Grazie del suggerimento, faremo in questo modo.


Suggerisco anche di prestare attenzione ai colori dei grafici, evitare tonalità troppo vicine tra loro, che generano confusione in chi come me ha difficoltà coi colori
Commento # 4 di: minatoreweb pubblicato il 25 Agosto 2014, 16:05
Consiglio per obiettivi

Per obiettivi, specialmente i più luminosi a mio parere sarebbe importante allegare una tabella (visto che se ho capito bene vengono comparati per f-stop) dei t-stop corrispondenti.
Perchè sovente non è la profondità di campo che interessa ma la luminosità.
Es un bel 50 1.2 L della Canon a 1,2F fa 1,4T (mezzo stop di esposizione differente se si misura con expo esterno...)
Stessa cosa se non peggio per altre marche...
Per non parlare degli zoom stabilizzati che di lenti ne han molte...
Commento # 5 di: =Cipo2003= pubblicato il 28 Agosto 2014, 09:07
Originariamente inviato da: Theprov
Suggerisco anche di prestare attenzione ai colori dei grafici, evitare tonalità troppo vicine tra loro, che generano confusione in chi come me ha difficoltà coi colori


mi unisco al coro
Commento # 6 di: roccia1234 pubblicato il 28 Agosto 2014, 09:15
Originariamente inviato da: Theprov
Suggerisco anche di prestare attenzione ai colori dei grafici, evitare tonalità troppo vicine tra loro, che generano confusione in chi come me ha difficoltà coi colori


Anche per chi non ha difficoltà con i colori tonalità molto vicine rendono il grafico parecchio difficoltoso da leggere.
Commento # 7 di: Chelidon pubblicato il 29 Agosto 2014, 21:06
Originariamente inviato da: Redazione di Hardware Upgrade
L'aberrazione cromatica laterale, che consiste in una separazione dei colori provocata dal diverso percorso seguito dalle diverse componenti spettrali dell'immagine all'interno dell'ottica per effetto della diffrazione

DISPERSIONE, semmai.. non diamo sempre la colpa alla povera diffrazione!

Non ho capito alcune cose sulla metodologia legata al MTF, che poi sono le solite cose che nessuno mai specifica nelle prove trite e ritrite sul web che si affidano bovinamente ai numeretti dell'Imatest..

1) Considerato che qualsiasi obiettivo può variare anche molto MTF50 (o 30 non importa è per farla breve) a seconda della distanza a cui viene messo a fuoco, riporterete questa distanza per le prove effettuate?

2) Se vi capita un obiettivo con una forte curvatura di campo (e sono comuni, potrei pure citare un marchio) come vi comportate? Cercate la massima nitidezza al centro? Cercate un compromesso per massimizzare la resa complessiva?

3) Tenete conto del fatto che un unico MTF [U]non distingue le differenze fra risoluzione saggittale e tangenziale[/U]?
L'astigmatismo è tutt'altro che trascurabile su molti obiettivi anche se spesso dimenticato nelle prove, al pari di altre aberrazioni come la coma (Lenstip è uno dei pochi che tratta almeno la coma e qualcosina d'altro: si distingue un po' dalla massa e a mio parere, per quanto non sia il migliore esempio, fan bene a portare una ventata di novità nell'approccio, invece che le solite menate di numerini presi senza cognizione dal programmino dell'Imatest).

Devo dire che trovo molto meno banale l'approfondimento alla parte colorimetrica per quanto sia un argomento forse ancor più intricato e coi delta che cambiano "ad ogni riunione" del CIE sia tutto poco standardizzato.