Sony annuncia oggi l'evoluzione della sua linea di fotocamere full-frame compatte A7C, che per l'occasione si fa in due: A7C II, fotocamera "generalista" adatta a una vasta gamma di soggetti, e A7C R, versione ad alta risoluzione maggiormente indirizzata a paesaggio e ritratto.
L'idea alla base della capostipite A7C, nata circa 3 anni fa (2020), è facilmente comprensibile: portare la qualità di un sensore full-frame in un corpo macchina più compatto rispetto alle A7 (a onor del vero, già piuttosto compatte). Un corpo macchina di dimensioni pari a quelle di modelli APS-C come la A6700.
Se la A7C originale aveva molto in comune con la A7 III, la nuova A7C II ha molto in comune con la A7 IV, con cui condivide, innanzitutto, il sensore CMOS Exmor R da 33 Mpixel e il processore d'immagine BIONZ XR (supportato però dal co-processore AI per il riconoscimento avanzato dei soggetti come nella A7R V).
Rispetto alla capostipite, anche il sistema di stabilizzazione a 5 assi si è evoluto, ed è ora anch'esso più simile a quello di A7 IV / A7R V: 7 stop di vantaggio nello scatto a mano libera (contro i 5 della precedente generazione) e disponibilità della modalità di stabilizzazione Active Mode, che garantisce risultati decisamente migliori nella ripresa video a mano libera con operatore in movimento.
La maggior potenza di calcolo del nuovo processore ha poi ripercussioni positive su prestazioni in scatto continuo e autofocus. Iniziando dall'autofocus, l'arrivo dell'AI significa, in sintesi, aggancio soggetto più sicuro e tenace in una maggior varietà di situazioni.
Parlando di figure umane, ad esempio, si passa dal riconoscimento occhi/viso al riconoscimento della postura, il che consente alla macchina di "indovinare" la posizione della testa e degli occhi anche quando questi sono nascosti, ad esempio da occhiali o da un ampio cappello. Anche gli animali vengono ora riconosciuti per occhi, testa e intero corpo, e vengono gestiti soggetti come auto, aeroplani, insetti, che nella precedente generazione erano esclusi.
È cresciuto il numero di punti AF a rilevazione di fase, da 693 a 759, il che si traduce in un leggero aumento dell'area coperta, dal 93% al 94% del fotogramma (97% Verticale – 93% Orizzontale nel caso del video), e in una maggiore densità, a vantaggio della precisione. Curiosità: i sistemi AF rilevazione di fase di questa generazione possono fare quasi tutto ciò che fanno i sensori a rilevazione di contrasto, che risultano quindi ormai quasi superflui. La A7C II, ad esempio, ne conta "solo" 25.
La sensibilità AF è migliorata, passando da -3 a -4 EV in modalità AF-S, ed è ora disponibile una funzione di focus bracketing fino a 299 immagini.
Passando alle prestazioni, la A7C II può scattare, come la precedente, al ritmo di 10 fps, sia con otturatore meccanico sia elettronico. Essendo il dato invariato, non attira molta attenzione, ma vale a nostro parere la pena sottolineare quanto sia in realtà impressionante che Sony utilizzi in corpi macchina di questo fattore di forma otturatori meccanici da 10 fps, quando fino a pochissimi anni fa arrivare alla doppia cifra con otturatore meccanico era prerogativa delle reflex professionali.
La vera novità portata dalla A7C II è comunque la durata della raffica JPEG, che arriva ora a un migliaio scatti, quando per la precedente generazione si parlava di poco più di 200 scatti. Da sottolineare però come la durata della raffica RAW sia sostanzialmente inalterata: 44 RAW o 35 RAW+JPEG per la A7C II, contro 45 RAW non compressi per la A7C. Ovviamente va considerato l'aumento di risoluzione…
La dotazione I/O include: jack microfono, USB Type C, singolo slot SD UHS-II, HDMY Type D e jack cuffie.
La qualità fotografica è, naturalmente, esattamente la stessa della A7 Mark IV, così come identiche sono la gamma ISO (100-51200 ISO nativi, 50-102400 ISO in estensione) e la gamma dinamica.
A titolo di promemoria, riportiamo di seguito alcuni dati e particolari degli scatti di prova, segnalando però che, a differenza dei risultati pubblicati nelle recensioni ordinarie, in questa anteprima abbiamo potuto lavorare solo sui JPEG prodotti in-camera. I risultati qui pubblicati non sono dunque direttamente confrontabili con quelli reperibili all'interno delle recensioni.
A7C II + FE 40mm F2.5 G @ f/5,6, 100 ISO.
Rispetto alla A7C di prima generazione, è stato fatto un discreto passo avanti in termini cromatici. Anche da questo punto di vista, l'AI è di aiuto, riconoscendo il soggetto e migliorando il bilanciamento automatico del bianco. In particolare, nel caso del ritratto, il viso (riconosciuto) risulta più naturale e uniforme, laddove è la stessa Sony a indicare, negli scatti effettuati con la A7C Mark I, disomogeneità e dominanti cromatiche.
Il comportamento cromatico della A7C è in effetti equivalente a quello della A7R V (e non manca la funzione Soft Skin). Sempre a proposito di qualità complessiva, da segnalare l'aggiunta del formato RAW compresso senza perdita di informazione, mentre in precedenza il formato RAW utilizzava una compressione "lossy".
Passando alle funzioni video, la A7C II registra in 4K 30p, sfruttando tutto il fotogramma senza pixel binning (oversampling da sorgente 7K). Può arrivare al 4K 60p, ma solo su formato Super 35mm (APS-C), oppure a 120p registrando a risoluzione Full HD.
100 ISO
800 ISO
1600 ISO
3200 ISO
6400 ISO
12800 ISO
25600 ISO
51200 ISO
Non mancano, a supporto dei creatori di contenuti "one-man-show" funzioni come la già citata stabilizzazione attiva, che fa una grossa differenza quando si cammina con la fotocamera in mano, e l'interessante funzione auto-framing. In sintesi, con fotocamera ferma su cavalletto, questa funzione effettua un ritaglio digitale per registrare solo una parte del fotogramma complessivo, e questo ritaglio segue il soggetto riconosciuto, per rendere la ripresa più dinamica (o, volendo essere più maliziosi, per simulare la presenza di una troupe inesistente). Il time-lapse, altro must di youtuber e affini, può essere creato in-camera.
Non abbiamo avuto modo di provare la A7C R in tempo utile per questa anteprima, ma possiamo svelarne i segreti tecnici, a cominciare dall'elettronica di base che prevede il sensore CMOS Exmor R retroilluminato da 61 Mpixel della A7R V, unito al già citato processore d'immagine BIONZ XR.
Questo sensore integra 693 punti AF a rilevazione di fase, che coprono l'86% del fotogramma in orizzontale e il 93% in verticale, funzionando correttamente in modalità AF-S fino a -4 EV. La gamma ISO nativa va da 100 e 32.000, quella in estensione da 50 a 102.400. Anche in questo caso troviamo il sistema di stabilizzazione da 7 stop citato poco sopra e la possibilità di personalizzare la qualità d'immagine in modo più "fine" – in questo caso, scegliendo anche tra formati RAW (lossless) ridotti (15 e 26 Mpixel, oltre che piena risoluzione) e scatto multiplo Pixel Shift.
100 ISO
6400 ISO
51200 ISO
Quello del ritaglio non è un aspetto trascurabile con sensori di questa risoluzione. Come fatto anche da Leica, Sony propone di sfruttare le enormi possibilità di ritaglio di un sensore di tale risoluzione per ampliare la versatilità del prodotto. Nel caso specifico, per la street photography, ambito nel quale la discrezione di un corpo macchina compatto unito alla possibilità di ricomporre con molta libertà lo scatto in post-produzione possono rivelarsi armi vincenti.
Per dare un punto di riferimento, il ritaglio da 26 Mpixel equivale al formato APS-C, cosa che consente tra l'altro di avere file da 26 Mpixel 35mm ri-campionati da 61, quindi senza fattore di moltiplicazione, oppure file da 26 Mpixel con ritaglio APS-C.
Altri ambiti d'elezione per questa fotocamera sono la ritrattistica e il paesaggio, anche in questo caso con il vantaggio della compattezza e della miglior mobilità rispetto a corpi A7R "standard".
Non la consiglieremmo per la fotografia sportiva ma, anche in questo scenario, non se la caverebbe malaccio – in contesti prettamente amatoriali, si intende – grazie alla bellezza di 8 fps in scatto continuo con otturatore elettronico e 7 fps con otturatore meccanico, sostenibili per un migliaio di scatti JPEG (36 RAW, 32 RAW+JPEG).
In ambito video, la A7C R registra in 4K 60p su formato full-frame/35mm con pixel binning (fattore di ritaglio 1,2x), oppure in 4K 30p senza pixel binning su formato APS-C/Super 35mm (oversampling da sorgente 6,2K), o ancora a risoluzione Full HD con frame-rate fino a 120 fps.
Fisicamente, A7C II e A7C R (identiche) sono ovviamente molto simili all'originale A7C. Misurano 124x71,1x63,4mm contro i 124x71,1x59,7mm della capostipite, quindi sono leggermente più spesse (ma la differenza è inferiore a 4mm), e anche leggermente più pesanti – 525g contro 509. La A7 IV, a titolo di confronto, misura 131,3x96,4x79,8mm e pesa 658g. La A7R V, 131,3x96,9x82,4mm, e pesa 723g.
Proprio da questi dati vogliamo partire per alcune considerazioni sull'ergonomia complessiva delle A7C, sensibilmente diversa da quella di una A7. Più di quanto lascerebbe intuire la zona dell'impugnatura perché, in effetti, grip (più che buono), ghiere e pulsanti fondamentali sono essenzialmente gli stessi che si trovano sulle A7. Sony ha, IN EFFETTI, lavorato molto sull'ergonomia, per rendere la A7C di seconda generazione più affine possibile alle A7.
Il menu è ora quello, più efficace, delle A7 di ultima generazione; è stato aggiunto un nuovo pulsante personalizzabile C2; è stato aggiunto il selettore rapido foto/video/Slow&Quick; dulcis in fundo, le A7C II e A7C R sono dotate di ghiera frontale, per un'operatività del tutto identica a quella dei modelli professionali.
Perché, dunque, abbiamo esordito dicendo che l'ergonomia è molto diversa? Due motivi: joystick sul dorso (qui assente) e mirino, che, per quanto anch'esso migliorato (mantenendo le dimensioni dello schermo da 0,39", l'ingrandimento è passato dallo 0,59x della prima generazione all'attuale 0,7x), è lontanissimo dallo schermo 0,5" – 0,78x della A7 IV o dallo schermo 0,64" – 0,9x della A7R V.
Questi due semplici elementi cambiano radicalmente l'anima della fotocamera. Il piccolo mirino verrà probabilmente spesso snobbato in favore dello schermo posteriore, e il sofisticato sistema AF, grazie anche all'ulteriormente migliorata capacità di riconoscimento del soggetto, sarà usato perlopiù in completo automatismo. Le A7C invogliano cioè a un approccio punta-e-scatta che è tipicamente lontano da chi sceglie la famiglia A7.
Proprio per questo, le nuove A7C II e A7C R hanno, a nostro parere, perfettamente senso all'interno della gamma Sony. Tecnicamente sovrapponibili alle più volte citate A7 IV e A7R V, e più leggere, certamente, ma non drasticamente più leggere, riescono comunque a rivolgersi a un pubblico profondamente diverso. Chi proviene dalle A7 ben difficilmente accetterà il downgrade alle A7C. Viceversa, si farà tentare dalle A7C proprio l'utente che, finora, non ha scelto la qualità delle full-frame Sony intimorito dalla "complessità" e dall'aspetto più professionale della famiglia A7.
Per concludere, i prezzi: la A7C II avrà un prezzo di listino di 2400 Euro (solo corpo), da confrontare con i 2800 della A7 IV. Sarà disponibile anche un kit con SEL2860 (il compatto Sony FE 28-60mm F4-5.6) a 2700 Euro.
La A7C R costerà invece 3700 Euro (solo corpo), da confrontare con i 4500 della A7R V. Il prezzo include, solo nel caso della R, un piccolo grip opzionale (ovviamente compatibile anche con A7C II) venduto anche separatamente a 180 Euro.
Sony ha presentato oggi anche la seconda versione del suo zoom grandangolare luminoso Sony FE 16-35mm F2.8 GM II.